When these and more are heavy on thee, when He raises his keen eyes to heaven; I see 'Gainst which thou wilt not strive, and dar'st not Swells up like mutter'd thunder; would we could murmur, Have made thee last and worst of peopled deserts, Then, in the last gasp of thine agony, But gather a sole sentence ! Second it. Hush! we perhaps may catch the sound. First Cit. Thou den of drunkards with the blood of princes! 12 I cannot hear him.-How his hoary hair Gehenna of the waters! thou sea Sodom! [Hers the DOGE turns, and addresses the Executioneer. Strike as I struck the foe! [The DOGE throws himself upon his knees, and SCENE IV. The Piazza and Piazzetta of Saint Mark's.-The People in crowds gathered round the grated gates of the Ducal Palace, which are shut. First Citizen. I have gain'd the gate, and can Robed in their gowns of state, ranged round the Second Cit. I cannot reach thee with mine utmost How is it? let us hear at least, since sight Is thus prohibited unto the people, Except the occupiers of those bars. First Cit. One has approach'd the Doge, and now they strip The ducal bonnet from his head-and now 'Tis vain, Page 303, line 17 "I Signori di Notte" held an important charge A gondola is not like a common boat, but is as easily rowed with one oar as with two, (though of cours not so swiftly,) and often is so from motives in the old Republic. of privacy; and (since the decay of Venice) of economy. 3. They think themselves 6. Page 305, line 26. "Giovedi Grasso," "fat or greasy Thursday," which I cannot literally translate in the text, was the day. 7. Guards! let their mouths be gagg'd, even in the act. Historical fact. See Sanuto, in the Appendix to this tragedy. 8. Say, conscript fathers, shall she be admitted? The Venetian senate took the same title as the 9. 'Tis with age, then. THESE!! few individuals can conceive, and none could describe the actual state into which the more than internal tyranny of Austria has plunged this unhappy city. 11. Then when the Hebrew's in thy palaces. The chief palaces on the Brenta now belong to the Jews; who in the earlier times of the republic were only allowed to inhabit Mestri, and not to enter the city of Venice. The whole commerce is in the hands of the Jews and Greeks, and the Huns form the garrison. 12. Page 310, line 33. Thou den of drunkards with the blood of princes. This was the actual reply of Bailli, maire of Paris, to a Frenchman who made him the same rePage 311, line 9. proach on his way to execution, in the earliest part Of the first fifty Doges, five abdicated-fire were of their revolution. I find in reading over, (since banished with their eyes put out-fire were MASSAthe completion of this tragedy,) for the first time CRED-and nine deposed; so that nineteen out of these six years, "Venice Preserved," a similar re- fifty lost the throne by violence, besides two who ply on a different occasion by Renault, and other fell in battle: this occurred long previous to the coincidences arising from the subject. I need reign of Marino Faliero. One of his more inmehardly remind the gentlest reader, that such coin-diate predecessors, Andrea Dandolo, died of vexacidences must be accidental, from the very facility tion. Marino Faliero himself perished as related. of their detection by reference to so popular a play Among his successors, Foscari, after seeing his on the stage and in the closet as Otway's chef- son repeatedly tortured and banished, was deposed, d'œuvre. and died of breaking a blood-vessel, on hearing the bell of Saint Mark's toll for the election of his successor. Morosini was impeached for the loss of Candia; but this was previous to his dukedom, during which he conquered the Morea, and was styled the Peloponnesian. Faliero might truly say Thou den of drunkards with the blood of princes!" 10. Beggars for nobles, panders for a people! Page 310, line 86. Should the dramatic picture seem harsh, let the reader look to the historical, of the period prophesied, or rather of the few years preceding that period. Voltaire calculated their "nostre benemerite Meretrici" at 12,000 of regulars, without including volunteers and local militia, on what authority I know not; but it is perhaps the only part of the population not decreased. Venice once contained 200,000 inhabitants, there are now about 90,000, and Chronicle. 13. Chief of the Ten. Page 311, line 47. "Un Capo de' Dieci" are the words of Sanuto's APPENDIX TO MARINO FALIERO. I. MCCCLIV. MARINO FALIERO DOGE XLIX. e due Capi de' Quaranta. E che osservino la forma del suo Capitolare. E che Messer lo Doge si metta nella miglior parte, quando i giudici tra loro non fossero d' accordo. E ch' egli non possa far vendere i suoi imprestiti, salvo con legittima causa, e col voler di cinque Consiglieri, di due Capi de' Qua "Fu eletto da quarantuno Elettori, il quale era Ca- ranta, e delle due parti del Consiglio de' Pregati. valiere e conte di Valdemarino in Trivigiana, ed era Item, che in luogo di tre mila pelli di Conigli, che ricco, e si trovava ambasciadore a Roma. E a di 9, debbon dare i Zaratini per regalia al Doge, non tro di Settembre, dopo sepolto il suo predecessore, fuvandosi tante pelli, gli diano Ducati ottanta l'anno. chiamato il gran Consiglio, e fu preso di fare il Doge E poi a di 11, detto, misero etiam altre correzioni, giusta il solito. E furono fatti i cinque Correttori, che se il Doge, che sarà eletto, fosse fuori di Vene Ser Bernardo Giustiniani Procuratore, Ser Paolo zia, i savj possano provvedere del suo ritorno. E Loredano, Ser Filippo Aurio, Ser Pietro Trivisano, quando fosse il Doge ammalato, sia Vicedoge ung e Ser Tominaso Viadro. I quali a di 10, misero de' Consiglieri, da essere eletto tra loro. E che il queste correzioni alla promozione del Doge: che i detto sia nominato Viceluogotenente di Messer, lo Consiglieri non odano gli Oratori e Nunzi de' Sig- Doge, quando i giudici faranno i suoi attì. E nota, nori, senza i Capi de' quaranta, ne possano rispon- perche fu fatto Doge uno, ch' era assente, che fu dere ad alcuno, se non saranno quattro Consiglieri Vicedoge Ser Marino Badoero più vecchio de Con signeri. Item, che il governo del Ducato sia com- sente la sua amante, egli aveale scritte. Onde poi messo a Consiglieri, e a' Capi de' Quaranta, quando fu placitato nel detto Consiglio, e parve al Consiglio vacherà il Ducato finchè sarà eletto l'altro Doge. si per rispetto all' eti, come per la caldezza d'amore, E cosi a di 11 di Settembre fu creato il prefato Ma- di condannarlo a compiere due mesi in prigione serrino Faliero Doge. E fu preso, che il governo del rato, e poi ch' e' fosse bandito di Venezia e dal disDucato sia commesso a' Consiglieri e a' Capi de' tretto per un' anno. Per la qual condennagione Quaranta. I quali stiano in Palazzo di continuo, tanto piccola il Doge ne prese grande sdegno, paren6no che verrà il Doge. Sicchè di continuo stiano dogli che non fosse stata fatta quella estimazione in Palazzo due Consiglieri e un Capo de Quaranta. della cosa, che ricercava la sua digniti del Ducato. E subito furono spedite lettere al detto Doge, il E diceva, ch' eglino doveano averlo fatto appiccare quale era a Roma Oratore al Legato di Papa Inno- per la gola, o saltem bandirlo in perpetuo da Venecenzo VI. ch' era in Avignone. Fu preso nel gran zia. E perche (quando dee succedere un' effetto e Crasiglio d' eleggere dodici ambasciadori incontro a necessario che vi concorra la cangione a fare tal' Marino Faliero Doge, il quale veniva da Roma. effetto) era destinato, che a Messer Marino Doge E giunto a Chioggia, il Podesta mandò Taddeo fosse tagliata la testa, perciò occorse, che entrata la Giestiniani suo figliuolo incontro, con quindici Quaresima il giorno dopo che fu condannato il detto Ganzaruoli. E poi venuto a S. Clemente nel Bucin- Ser Michele Steno, un gentiluomo da Cà Barbaro, toro, venne un gran caligo, adeo che il Bucintoro di natura collerico, andasse all' Arsenale, domanron i pet levare. Laonde il Doge co' gentiluomini dasse certe cose ai Padroni, ed era alla presenza de' nelle piatte vennero di lungo in questa Terra a' Signori l'Ammiraglio dell' Arsenale. Il quale in 5 d'Ottobre del 1354. E dovendo smontare alla tesa la domanda, disse, che non si poteva fare riva della Paglia per lo caligo andarono ad ismon- Quel gentiluomo venne a parole coll' Ammiraglio, tare alla riva della Piazza in mezzo alle due colonne e diedegli un pugno su un'occhio. E perch avea dove si fa la Giustizia, che fu un malissimo augurio. un'anello in dito, coll' anello gli ruppe la pelle, e E a' 6, la mattina venne alla Chiesa di San Marco fece sangue. E l'Ammiraglio cosi battuto e insanalla laudazione di quello. Era in questo tempo guinato andò al Doge a lamentarsi, acciocche il Doge Cancelier Grande Messer Benintende. I quaran- facesse fare gran punizione contra il detto da Ca tuno Elettori furonò, Ser Giovanni Contarini, Ser' Barbaro: Il Doge disse: Che vuoi che ti faccia? Andrea Giustiniani, Ser Michele Morossini, Ser Guarda le ignominiose parole scritte di me, e il modo Simone Dandolo, Ser Pietro Lando, Ser Marino ch'e stato punito quel ribaldo di Michele Steno, che Gradenigo, Ser Marco Dolfino, Ser Nicolò Faliero, le scrisse. E quale stima hanno i Quaranta fatto Ser Giovanni Quirini, Ser Lorenzo Soranzo, Ser della persona nostra ? Laonde l'Ammiraglio gli Marco Bembo, Sere Stefano Belegno, Ser Francesco disse: Messer lo Doge, se voi volete farvi Signore, e Loredano, Ser Marino Veniero, Ser Giovanni Mo-fare tagliare tutti questi becchi gentiluomini a pezzi, cenigo, Ser Andrea Barbaro, Ser Lorenzo Barbarigo, mi basta l'animo, dandomi voi ajuto, di farvi Signore Ser Bettino da Mollino, Ser' Andrea Arizzo Procu- di questa Terra. E allora voi potrete castigare tutti ratore, Ser Marco Celsi, Ser Paolo Donato, Ser Ber- costoro. Inteso questo il Doge disse, Come si puo tucci Grimani, Ser Pietro Steno, Ser Luca Duodo, fare una simile cosa? E così entrarono in ragionaSer' Andrea Pisani, Ser Francesco Caravello, Ser mento. Jacopo Trivisano, Sere Schiavo Marcello, Ser Maffeo "Il Doge mandò a chiamere Ser Bertuccio Faliero Aimo, Ser Marco Capello, Ser Pancrazio Giorgio, suo nipote, il quale stava con lui in Palazzo, e enSer Giovanni Foscarini, Ser Tomaso Viadro, Sere trarono in questa macchinazione. Ne si partirono Schiava Polani, Ser Marco Polo, Ser Marino Sagre- di lì, che mandarono per Filippo Calendaro, uomo do, Sere Stefano Mariani, Ser Francesco Suriano, marittimo e di gran seguito, e per Bertuccio IsraelSer Orio Pasqualigo, Ser' Andrea Gritti Ser Buono lo, ingegnere e uomo astutissimo. E consigliatisi da Mosto. insieme diede ordine di chiamare alcuni altri. E "Trattato di Messer Marino Faliero Doge, tra così per alcuni giorni la notte si riducevano insieme da una Cronica antica. Essendo venuto il Gioved. in Palazzo in casa del Doge. E chiamarono a parte della Caccia, fu fatta giusta il solito la Caccia. E a parte altri, videlicet Niccolò Fagiuolo, Giovanni a' que' tempi dopo fatta la Caccia s'andava in Pa- da Corfù, Stefano Fagiano, Niccolò dalle Bende, lazzo del Doge in una di quelle sale, e con donne Niccolò Biondo, e Stefano Trivisano. E ordino di facevasi una festicciuola, dove si bellava fino alla fare sedici o diciassette Capi in diversi luoghi della prima campana, e veniva una colazione; la quale Terra, i qualiavessero cadaun di loro quarant' uomini spesa faceva Messer le Doge, quando v' era la Doga- provvigionati, preparati, non dicendo a' detti suoi ressa. E poscia tutti andavano a casa sua. Sopra quaranta quello, che volessero fare. Ma che il giorno la qual festa, pare, che Ser Michele Steno, molto stabilito sí mostrasse di far quistione tra loro in digiovane e povero gentiluomo, ma ardito e astuto, il versi luoghi, acciocchè il Doge facesse sonare a San quale era innamorato in certa donzella della Doga- Marco le campane, le quali non si possono suonare, ressa, essendo sul Solajo appresso le donne, facesse s' egli nol comanda. E al suono delle campane cert' atto non conveniente, adeo che il Doge coman- questi sedici o diciasette co' suoi uomini venissero a dù ch' e' fosse buttato giù dal Solajo. E cosi quegli San Marco alle strade, che buttano in Piazza. E scudieri del Doge lo spinsero giù di quel Solajo. cosi i nobili e primarj cittadini, che venissero in P1Laonde a Ser Michele parve, che fossegli stata fatta azza, per sapere del romore ciò ch'era, li tagliassero troppo grande ignominia. E non considerando al- a pezzi. E seguito questo, che fosse chiamato per tramente il fine, ma sopra quella passione fornita la Signore Messer Marino Faliero Doge. E fermate festa, e andati tutti via, quella notte egli and, e le cose tra loro, stabilito fu, che questo dovess' essulla cadrega, dove sedeva il Doge nella Sala dell' sere a' 15 d'Aprile del 1355 in giorno di Mercoledì Udienza (perche allora i Dogi non tenevano panno La quale macchinazione trattata fu tra loro tantc di seta sopra la cadrega, ma sedevano in una cadre- segretamente, che mai ne pure se ne sospetto, non ga di legno) scrisse alcune parole disoneste del che se ne sapesse cos' alcuna. Ma il Signor' Iddio, Doge e della Dogaressa, cioe: Marin Faliero che ha sempre ajutato questa gloriosissima citta e dalla bella moglie: Altri la gode, ed egli la mantiene. che per le santimonie e giustizie sue mai non l'ha E la mattina furono vedute tali parole scritte. E abbandonata, inspirò a un Beltramo Bergamasco il parve una brutta cosa. E per la Signoria fu com- quale fu messo Capo di quarant' uomini per uno de' messa lacosa agli Avvogadori del Comune con detti congiurati (il quale intese qualche parola, grande efficacia. I quali Avvogadori subito diedero sicchè comprese l'effeto, che doveva succedere, e il taglia grande per venite in chiaro della verità di chi qual era di casa di Ser Niccolò Lioni di Santo Steavea scritto tal lettera. E tandem si seppe, che fano) di an dare a dì **** d'Aprile a casa del detto Michele Steno aveale scritte. E fu per li Quaranta Ser Niccolò Lioni. E gli disse ogni cosa dell' ordin preso di ritenerio; e ritenuto confesso, che in quella dato. Il quale intese le cose, rimase come morto; passione d'essere stato spinto giù dal Solajo, pre-le intese molte particolarità, il detto Beltramo il preò che lo tenesse segreto, e glielo disse, accicoc-coletto Alberto, il Guardiaga, e altri uomini da nare che il detto Ser Niccolò non si partisse di casa a die d' altre condizioni. I quali furono esaminati. 15. acciocche egli non fosse morto. Ed egli volendo trovata la verità del tradimento. A dì 16 d'Aprile partirsi, il fece ritenere a suoi di casa, e serrarlo in fu sentenziato pel detto Consiglio de' Diecci, cke una camera. Ed esso andò a casa di M. Giovanni Filippo Calandario, e Bertucci Israello fossero appic Gradenigo Nasone, il quale fu poi Doge, che stava cati alle colonne rosse del balconate del Palazzo, nelle anch' egli a Santo Stefano; e dissegli la cosa. La quali sta a vendere il Doge la festa della Caccia. E quale parendogli, com'era, d'una grandissima im- cosi furono appiccati con spranghe in bocca. E nel portanza, tutti e due andarono a casa di Ser Marco giorno seguente' questi furono condannati, NicCornaro, che stava a San Felice. E dettogli il tutto colò Zuccuolo, Nicoletto Blondo, Nicoletto Doro, tutti e tre deliberarono di venire a casa del detto Marco Giuda, Jacomello Dagolino, Nicoletto FeSer Niccolò Lioni, ed esaminare il detto Beltramo. dele figliuolo di Filippo Calendaro, Marco Torello, E quello esaminato, intese le cose, il fecero stare detto Israello, Stefano Trivisano, cambiatore di serrato. E andarono tutti e tre a San Salvatore in Santa Margherita, Antonio dalle Bende. Furono sacristia, emandorono i loro famigli a chiamare i tutti presi a Chioggia, che fuggivano, e dipoi in di Consiglieri, gli Avvogadori, i Capi de' Dieci, e que' versi giorni a due a due, ed a uno a uno, per sen del Consiglio. E ridotti insieme dissero loro le cose. tenza fatta nel detto Consiglio de' Dieci, furono ap I quali rimasero morti. E deliberarono di mandare piccati per la gola alle colonne, continuando dalle pel detto Beltramo, e fattolo venire cautamente, ed rosse del Palazzo, seguendo fin verso il Canale. E esaminatolo, e verificate le cose, ancorché ne sen- altri presi furono lasciati, perche sentirono il fatto, tissero gran passione, pure pensarono la provvisione. ma non vi furono tal che fu dato loro ad intendere E mandarono pe' Capi de' Quaranta, pe' Signori di per questi capi, che venissero coll' arme, per prennotte, pe Capi de' Sestieri, e pè Cinque della Pace. dere alcuni malfattori in servigio della Signori, né E ordinato, ch' eglino co' loro uomini trovassero altro sapeano. Fu encora liberato Nicoletto Alberto, degli altri buoni uomini, e mandassero a casa de' il Guardiaga, e Bartolommeo Ciriuola, e suo figliuolo, capi de' congiurati, ut supra mettessero loro le mani e molti altri, che non erano in celpa. addosso. E tolsero i detti le Maestrerie dell' Arse- "E a dì 16 d'Aprile, giorno di Venerdì, fu sen nale, accioche i provvisionati de' congiurati non tenziato nel detto Consiglio de' Dieci, di tagliare la potessero offenderli. E si ridussero in Palazzo ver- testa a Messer Marino Faliero Doge sul pato della so la sera. Dove ridotti fecero serrare le porte della scala di pietra, dove i Dogi giurano il primo sagracorte del Palazzo. E mandarono a ordinare al cam- mento, quando montano prima in Palazzo. E cosi panaro, che non sonasse le campane. E cos fu ese- serrato il Palazzo, la mattina seguente a ora di ter guito e messe le mani adosso a tutti i nominati di za, fu tagliata la testa al detto Doge a dì 17 d'Aprile. sopra, furono que' condotti al Palazzo. E vedendo E prima la berretta fu tolta di testa al detto Doge, il Consiglio de Dieci, che il Doge era nella cospira- avanti che venisse giù dalla scala. E compiuta la zione, presero di eleggere venti de' primarj della giustizia, pare che un Capo de' Dieci andasse alle Terra, di giunta al detto Consiglio a consigliare, Colonne del Palazzo sopra la Piazza, e mostrasse la non pero che potessero mettere pallotta. spada insanguinata a tutti, dicendo: E stata fatta la "I Consiglieri furono questi: Ser Giovanni Moce- gran giustizia del Traditore. E aperta la porta, tutti nigo del Sestiero di San Marco; Ser Almorò Veni- entrarono dentro con gran furia a vedere il Doge, ero da Santa Marina, del Sestiero di Castello; Ser ch' era stato giustiziato. E' da sapere, che a fare la Tommaso Viadro, del Sestiero di Caneregio; Ser Gio- detta giustizia non fu Ser Giovanni Sanudo il Consi vanni Sanudo, del Sestiero di Santa Croce; Ser gliere, perche era andato a casa per difetto della Pietro Trivisano, del Sestiero di San Paolo; Ser persona, sicche furono quattordici soli, che ballot Pantalione Barbo il Grande, del Sestiero d'Ossoduro. tarono, cioè cinque Consiglieri, e nove del Consig Gli Avvogadori del Comune furono Ser Zufredo Mo-lio de' Dieci. E fu preso, che tutti i beni de' rosini, e Ser Orio Pasqualigo, e questi non ballotta- Doge fossero confiscati nel Comune, e così degli alrono. Que' del Consiglio de' Dieci; furono: Ser Gi- tri traditori. E fu conceduto al detto Doge pel ovanni Marcello, Ser Tommaso Sanudo, e Ser Miche- detto Consiglio de' Dieci, ch' egli potesse ordinare eletto Dolfino, Capi del detto Consiglio de' Dieci; del suo per ducati due mila. Ancora fu preso, che Ser Luca da Legge, e Ser Pietro da Mosto, Inquisi- tutti i Consiglieri, e Avvogadori del Comune, que' tori del detto Consiglio: Ser Marco Polani, Ser Ma- del Consiglio de' Dieci, e della Giunta, ch' erano rino Veniero, Ser Lando Lombardo, Ser Nicoletto stati a fare la detta sentenza del Doge, e d'altri, Trivisano da Sant' Angiolo. Questi elessero tra avessero licenza di portar' arme di di e di notte in loro una Giunta, nella notte ridotti quasi sul romper Venezia e da Grado fino a Gavarzere, ch'è sotto il del giorno, di venti nobili di Venezia de' migliori, Dogato, con due fanti in vita loro, stando i fanti de' più savj, e de' piu antichi, per consultare, non con essi in casa al suo pane e al suo vino. E chi però che mettessero pallottola. E non vi vollero non avesse fanti, potesse dar ta licenza a' suoi alcuno da Ca Faliero. E cacciarono fuori del Con- figliuoli ovvero fratelli, due però e non più. Eziansiglio Niccolò Faliero, e un' altro Niccolò Faliero, dio fu data licenza dell' arme a quattro Notaj della da San Tommaso, per essere della casata del Doge. Cancelleria, cioè della Corte Maggiore, che furono E questa provigione di chiamare i venti della Giunta a prendere le deposizioni e inquisizioni, in perpetuo fu molto commendata per tutta la Terra. Questi a loro soli, i quali furono Amadio, Nicoletto di Lofurono i venti della Giunta, Ser Marco Giustiniani, reno, Steffanello, e Pietro de' Compostelli, Scrivani Procuratore, Ser' Andrea Erizzo, Procuratore. Ser de' Signeri di notte. Ed essendo stati impiccati i Lionardo Giustiniani, Procuratore, Ser' Andrea Con- traditori, e tagliata la testa al Doge, rimase la Terra tariti, Ser Simone Dandolo, Ser Niccolo Volpe Ser in gran riposo e quiete. E come in una cronica ho Giovanni Loredano Ser Marco Diedo, Ser Giovanni trovato, fu portato il corpo del Doge in una barca Gradenigo, Ser' Andrea Cornaro, Cavaliere, Ser con otto doppieri a seppelire nella sua arca a San Marco Soranzo, Ser Rinieri da Mosto, Ser Gazano Giovanni e Paolo, la quale al presente è in quell' Marcello, Ser Marino Morosino, Sere Stefano Be- andito per mezzo la Chiesuola di Santa Maria della legno, Ser Niccolò Lioni, Ser Filippo Orio, Ser Mar- Pace, fatta fare pel Vescovo Gabriello di Bergame, co Trivisano, Ser Jacopo Bragadino, Ser Giovanni e un cassone di pietra con queste lettere: Heic ja Foscarini. E chiamati questi venti nel Consiglio cet Dominus Marinus Faletro Dux e nel gran Conde' Diecci, fu mandato per Messer Marino Faliero siglio non gli è stato fatto alcun brieve, ma il luogo Doge, il quale andava pel Palazzo con gran gente, vacuo con lettere, che dicono cosi: Hic est locus gentiluomini, e altra buona gente, che non sapean Marin Faletro, decapitati pro criminibus. E pare, ancora come il fatto stava. In questo tempo fu che la sua casa fosse data alla Chiesa di Sant' Aposcondotto, preso, e legato, Bertuccio Israello, uno de' tolo, la qual era quella grande sul ponte. Tamen Capi del trattato per que' di Santa Croce, e ancora vedo il contrario che è pure di Ca Faliero, o che fu preso Zanello del Brin, Nicolett di Rosa, e Ni-Falieri la ricu perassero con danari dalla Chiesa Ne io restar d' scrivere alcuni, che volevano, creetly, so that my Lord the Duke ordered that he che fosse messo nel suo breve, cioe: Marinus Fa- should be kicked off the solajo; and the esquires letru Dux, temeritas me cepit pœnas lui, decapitatus of the Duke flung him down from the solajo accordpro criminibus. Altri vi fecero un distico assai deg-ingly. Ser Michele thought that such an affront no al suo merito, il quale e questo da cessere festo was beyond all bearing; and when the feast was su la sua sepoltura: “Dux Vereren jaet heie, patriam qui prodere ten ans, "Non voglio restar di scrivere quello che ho letto in una cronica, cioe, che Marino Faliero trovandosi Podeste Capitano a Treviso, e dovendosi fare una processione, il vescovo sette troppo a far venire il Corpo di Cristo. Il detto Faliero era di tanta superbia e arroganza, che diede un buffetto al prefat Vescovo, per modo ch' egli quasi cadde in terra. Però fu permesso, che il Faliero perdette l'intelletto, e fece la mala marte, come ho scritto di sopra." over and all other persons had left the palace, he, continuing heated with anger, went to the hall of of audience, and wrote certain unseemly words re lating to the Duke and the Duchess, upon the chair in which the Duke was used to sit; for in those days the Duke did not cover his chair with Michele wrote thereon:-" Marin Falier, the hus cloth of sendal, but he sat in a chair of wood. Ser band of the fair wife; others kiss her, but he keeps her." In the morning the words were seen, and the matter was considered to be very scandalous; and the Senate commanded the Avvogadori of the Commonwealth to proceed therein with the greatest diligence. A largess of great amount was immediately proffered by the Avvogadori, in order to dis Cronica di Sanuto-Muratori S. S. Rerum Itali- cover who had written these words. And at length arum-vol. xxii. 628-639. II. MARINO FALIERO, DOGE XLIX. it was known that Michele Steno had written them. It was resolved in the Council of Forty that he should be arrested; and he then confessed, that in a fit of vexation and spite, occasioned by his being thrust off the solajo in the presence of his mistress, he had written the words. Therefore the Council debated thereon. And the Council took his youth into consideration, and that he was a lover, and therefore they adjudged that he should be kept in. close confinement during two months, and that afterwards he should be banished from Venice Ox the eleventh day of September, in the year of and the state during one year. In consequence of our Lord 1354, Marino Faliero was elected and this merciful sentence the Duke became exceedingly chosen to be the Duke of the Commonwealth of wroth, it appearing to him that the Council had not Venice. He was Count of Valdemarino, in the acted in such a manner as was required by the remarches of Treviso, and a Knight and a wealthy spect due to his ducal dignity; and he said that man to boot. As soon as the election was complet- they ought to have condemned Ser Michele to be ed, it was resolved in the Great Council, that a dep- hanged by the neck, or at least to be banished for atation of twelve should be despatched to Marino life. Faliero, the Duke, who was then on his way from Now it was fated that my Lord Duke Marino was Rome; for, when he was chosen, he was ambassa- to have his head cut off. And as it is necessary, dor at the court of the Holy Father, at Rome, when any effect is to be brought about, that the the Holy Father himself held his court, at Avign- cause of such effect must happen, it therefore came поп When Messer Marino Faliero, the Duke, was to pass, that on the very day after sentence had about to land in this city, on the 5th day of Octo-been pronounced on Ser Michele Steno, being th ber. 1354, a thick haze came on, and darkened the first day of Lent, a gentleman of the house of Bar air; and we was enforced to land on the place of baro, a choleric gentleman, went to the arsenal and Saint Mark, between the two columns, on the spot required certain things of the masters of the galwhere evil doers are put to death; and all thought leys. This he did in the presence of the admiral of this was the worst of tokens.-Nor must I forget to the arsenal, and he, hearing the request, answered, white that which I have read in a chronicle.-When-No, it cannot be done.-High words arose between Messer Marino Faliero was podesta and captain of the gentleman and the admiral, and the gentleman Treviso, the bishop delayed coming in with the holy struck him with his fist just above the eye, and as sacrament, on a day when a procession was to take he happened to have a ring on his finger, the ring place. Now the said Marino Faliero was so very cut the admiral and drew blood. The admiral, all proud and wrathful, that he buffeted the bishop, bruised and bloody, ran straight to the Duke to and almost struck him to the ground. And there- complain, and with the intent of praying him to fore, Heaven allowed Marino Faliero to go out of inflict some heavy punishment upon the gentleman his right senses, in order that he might bring him- of Ca Barbaro. What wouldst thou have me do self to an evil death. for thee?" answered the Duke;-" think upon the When this Duke had held the dukedom during shameful gibe which hath been written concerning nine months and six days, he being wicked and am- me; and think on the manner in which they have itious, sought to make himself lord of Venice, in punished that ribald Michele Steno, who wrote it; the manner which I have read in an ancient chron- and see how the Council of Forty respect our pericle. When the Thursday arrived upon which they son."-Upon this the admiral answered;-"My were wont to hunt the bull, the bull-hunt took place Lord Duke, if you would wish to make yourself a as usual; and, according to the usage of those prince, and cut all those cuckoldy gentlemen to times, after the ball-hunt had ended, they all pro- pieces, I have the heart, if you do but help me, to ceeded unto the palace of the Duke, and assembled make you prince of all this state; and then you together in one of his halls; and they disported may punish them all.-Hearing this, the Duke said; themselves with the women. And until the first- How can such a matter be brought about?". bell tolled they danced, and the, a banquet was and so they discoursed thereon. served up. My lord the Duke paid the expenses The Duke called for his nephew, Ser Bertuccio thereof, provided he had a Duchess, and after the Faliero, who lived with him in the palace, and they banquet they all returned to their homes. communed about this plot. And, without leaving Now to this feast there came a certain Ser Michele the place, they sent for Philip Calendaro, a seaman Steno, a gentleman of poor estate and very young, of great repute, and for Bertuccio Israello, who w28 put crafty and daring, and who loved one of the exceedingly wily and cunning. Then taking coun damsels of the Duchess. Ser Michele stood among sel among themselves, they agreed to call in some the women upon the solajo; ard he behaved indis- others; and so for several nights successively, the |
