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contra la fede, che a me che mi fo squartar per tal cosa: ma sapii Vostra Signoria Reverendissima che Erasmo piglia l'avantagio come la moglie adultera che ante tratto comincia reprender el marito. Io sempre ho saputo che Erasmo erat fomes omnium malorum et che lui subvertea la Fiandra et il tratto del Rheno; tuttavolta sempre dissimulai et holo laudato nè mai ho havuto controversia seco, nè disputatione come par che vogli innuere il Sr Archiepiscopo; anci una volta albergamo insieme a Venetia, Erasmo ed io in eodem cubiculo et cubili ben sei mesi, quando io leggea li morali di Plutarcho greco et lui non se dedignava interesse lectionibus meis quotidianis, et dopoi sempre siamo reputati amici l' uno et l'altro, per il che me meraviliai assai che essendo mi in Antversa, mai Erasmo si lassò trovar nè manco me venne a veder; il simil poi a Loanio; ben intendea da tutti che lui passim seducea el mundo, dicendo che la Bulla contra Luther era falsa et non del Papa et io ad questo non dicea altro se non che mostrava l' original a chi me parlava di tal cosa, o quando accadea alli atti solenni; ad tal che a Loanio li dottori me dissero esser sta impressa tal opinione per Erasmo a tutti che questa bulla era falsa, che quando la mostrai loro stavano attoniti et la volgeano su et giù come cosa ancor dubbia. Poi a Colonia, dove fu trovato Erasmo la notte andar ad perverter li elettori et far el peggio che lui potea, et pur vedendo che le cose nostre succedeano ben contra Luther, me venne a parlar, et io li fece le più grandi carezze et onori che io potei rememorando insieme li tempi passati, et tandem deventum fuit a questo che lui dicea haver inteso che io parlava mal di lui apud summates et che intendea proceder contro di lui et Reuchlin ad condemnationem librorum eorum; resposi non haver tal commissione, anci che io era per piliar la querela contra chi parlasse mal di lui et che non sapea se suoi libri fussero buoni o mali, perchè quello che lui ha scritto in sacris litteris non lo havea letto, nè pensava lui haver scritto mal alcuno contra ritum Ecclesiae. Et quivi sempre dissimulai dextramente et trovai alcune bugiette officiose perchè non faceva a proposito della fede, nè della mia commissione far altramente; ben li dissi che mi despiacea per amor et honor suo intender che lui havea divulgato la bulla esser falsa o surreptitia, et li alligai testimonii quali lui non potea negar. Respose essor vero et per suo argumento

disse haverlo fatto perchè non era tenuto a creder la bulla esser vera, fino che l' havesse visto l'original, et io reflectendoli l'argumento resposi, che nè anche lui devea publicarla esser falsa, fino che havesse veduto l' original, perchè questo era più grave error condennar la cosa che l' homo non sa, ma da prudente era o de tacer o più tosto dir el meglio chel peggio. Ad haec per Deum erubuit et obmutuit, et io vedendolo confuso la buttai in riso insieme, et ragionassemo di altre cose et alcuna volta io lo laudava chel non havea fatto come Luther, et confortavalo a scrivere ea quae edificarent, non divi derent ecclesiam, come havea fatto Luther. Anci più dicendomi lui haver de bisogno veder alcuni libri della libraria Palatina lo invitai à Roma, promettendoli che sarebbe ben visto, et trattato da Nostro Signore et Vostra Signoria Reverendissima, et così consumamo 5, o 6, hore del Di insieme; poi con buona gratia de ambedoi, lui si parti. Li doi dì seguenti intendendo lui che si preparava far l'atto solenne di libri di Luther, mandò à rechiedermi el colloquio. Io che era impedito scorrendo qua et là, pregailo che me lassasse expedir certa facenda, poi saressimo insieme. Perchè io sapea ben che lui me volea tenir à bada, acciò scorresse il tempo, che era brevissimo, et Cesar interim se partisse infecta re nostra: Ma poi fatto l'incendio, mai più Erasmo comparse, et la corte parti per Moguntia, ne altro poi è accaduto che io sapii: Si che prego Nostro Signore non credi ad Erasmo in questo, più che a me, perchè così è et holo scritto così a lungo acciò Sua Santità et Vostra Signoria Reverendissima sapesse el tutto, et a corroboration di questo pol comprender Vostra Signoria Reverendissima el vero da mie proxime date lettre, nelle quali io scrivea che ancor che Erasmo fusse el gran fundamento di questa heresia, tuttavolta se devea dissimularlo per adesso. Et tamen tunc ignorabam id quod postea ex litteris procuratoris mei intellexi Erasmum ad urbem talia scripsisse. Summa summarum supplico à Nostro Signore et Vostra Signoria Reverendissima che non credino che io sii sì pazzo che io non vedi lo che besogna dir et tacere, che horamai ne son assai, et pur troppo perito in questa materia, et so ben che non opportet simul concitare tot hostes. Imo l'altro di che un villano portier del consiglio Lutheranissimo me dete doi pugni nel petto à gran torto, et che tutti qui aderant plurimi, diceano

che io ne devesse far querela, mai l' ho voluto far per non guastar la lite principal, dum prosequerer novam controversiam. Alli di passati scrissi a Vostra Signoria Reverendissima una parte delli insulti et ignominie che mi faccano questi ribaldi, et credo che forsi non mi era creduto, però mando el testimonio loro in un libretto, che è dato fuora più acciò che la sii advisata del successo delle cose, che per far fede a mie miserie. Mille altre frasche ne mandarei, ma non voglio cargar el corrier se non di cose che me pareno necessarie, come è questi articuli, che questoro proponeno in la Dieta, li quali ancor che siino produtti communi nomine, tuttavolta credo che siino excogitati da alcuni per particular sdegno o commodo, perchè el rumor di tutti in la Dieta è di voler concilio, de desobedir a Roma, de insurger contro il clero, et a questo li più grandi danno animo et ne parlano in vultum Cesaris, el qual però sempre è constante al bene. Mando ancora la epistola di Luther ad Cesarem, la qual essendo presentata per mons. de Cistem come procurator di Luther pregando Sua Maestà li volesse far ragione, quella la lacerò come si vede. et gettolla in terra et è quella propria che fu una grande demonstration a tutta questa Dieta qual sententia dona Cesar alle cose di Luther.

Supplico V. S. Rma che poi che N. S. 1' harà vista la se facci servar in la camereta secreta della Bibliotheca palatina se così a lei piace.

In questo medesimo giorno sono venuti fuora ancor doi libri di Luther in alemano et un libro con nome fento contro il Papa, dove lo chiama Lenonem non Leonem cum mille altre pazzie, et altri quatternucci che è una vergogna. Ancora è dato fuora un libro in alemanno contra Luther ad nobilitatem Germaniae, che se dice esser assai ben fatto.

Alli di passati in Augusta si vendea la imagine di Luther con la diadema di santo, poi qui se ne ha venduta senza diadema; con tanto concorso et così subito furno venduti che io non ne potei comprar. Heri in un medesimo folio vidi la immagine di Luther con un libro in mano et la imagine di Huten armata cum la mano alla spata, et sopra era in belle lettere: Christianae libertatis propugnatoribus M. Luthero, Ulrico ab Huten. De sotto un tetrastico a ciascheduno di bella sorte; ma quello de Hutten minacciava della sua spata. Un gentil

homo me monstrò tal imagine nè se ne hanno più trovate altre; vediamo a che è venuto il mundo che questi Germani feruntur precipites ad adorare questi due ribaldi in vita, et che vita! come superba, come causa di tanto schisma, che non scriveno parola, quale non si contra la charità del proximo et la lege evangelica per scinder la tunica inconsutile di N. S. Jesú Christo. In le mani di tali genti son condutto io. Mando ancora certi articuli qui circumferuntur de uno advisamento ribaldo in la causa de Luther, et dicesi che sono di Erasmo, fatti acciò che questi Principi in la deliberatione sapiino in che modo deliberar per turbar il progresso nostro, et che Cesar si parte infecta re; tuttavolta se tenirà modo rumperli il disegno. Se io volesse mandar ogni cosa di queste ribaldarie besognarebbe cargar un carriaggio.

Li assaissimi et grandissimi periculi alli quali sto ogni hora exposto non posso nè volio raccontar, si perchè sarebbe troppo longo a scriver, si etiam perchè non se mi crederebbe, nè manco si crederà mai fin che (quod abominor) io sia sta o lapidato o tagliato a pecci da questoro, li quali come ne vedeno andar per strata non è un di loro che non metti la mano al manico della spata et stregendo i denti mi dicono in almano qualche blasphema, minacciandomi la morte, et di questo ancor heri me dicea el Rmo Sedunense che quando passo per la piaccia avanti a casa sua li suoi familiari hanno sempre observato tali atti esterni fatti da tutti; ma io me raccomando a Dio, che sel accadesse altro di me habii misericordia dell'anima mia et N. S. se degni darmi indulgentia plenaria et V. S. Rma habii raccommandati li mei fratelli et miei servitori, qui etiam patiuntur mecum.

Supplico V. S. Rma si degni far dar ordine allo che se contiene in mie altre alligate a queste perchè assai importa a sedar questi tumulti, li quali sono di sorte che se il buon Cesar, non dico ce contrariasse, sed solum vel minimum conniveret, actum profecto esset de re hac, imo de obedientia universae Germaniae erga Sedem Apostolicam; ma questoro, vedendo Cesar far di buoni atti contra le cose di Luther pur alquanto se contieneno dal concetto furor; nè però tanto pol esser buon Cesar nè tanto commandar che siamo expediti, che li ribaldi non ci stancheggino di sorte che potrei scriver un gran volume delle stranezze che ci usano chi per una via chi

per un' altra, chi aperte et chi sub pretextu boni. Sed non possum tute omnia scribere. Felix vivat et valeat Sanctissimus D. N. et reverendissima dominatio vestra, quorum pedes manusque deosculor. Wormatiae.

37.

Aleander Vicecancellario.

(Nuntiat. Germ. L. fol. 160.)

(4. Martii(?) 1521.)

Io ho lecto al doctor Capitone el capitulo de lettere de V. S. Rma et la bona speranza che li dona; supplico si mandi ad executione perchè questui è uno de grandi Capitanei de li Academici nostri nemici ancor che occulto per respecto del Maguntino con el qual lui sta: et questo buono homo dil Cardinale non lo vole credere anci per lassarse aggabar da lui commette di molti errori, ne mi giova che io ge l'habii detto et monstrato, che non lo vol creder: Donde siamo sforzati pigliar detto Capitano per un altro verso, et quello che vorrei fusse sta usato da principio (che hora non è tempo) veder di acquistarlo con qualche gratia da Roma et presertim con que sta prepositura, di la qual havendo la gratia non mi dubito non lo siamo per haver, se non del tutto per noi, almeno manco nocivo alla causa catholica, se non fusse per altro che per suo interesse per conservarse detta prepositura, essendo li Lutherani destruttori de ogni sorta di benefitii ecclesiastici. Ipse multa potest per haver già così infenochiato Moguntino et per essere predicatore ordinario de la chiesa Moguntina, et preceptore de quasi tutti de questi Theologopoeti predicatori che regnano al presente in le principali chiese di Germania.

Molto ha giovato che Vostra Signoria Reverendissima in sue ultime lettre habi fatto due o tre fiate mentione del Con fessor, el qual per molti giorni primo parea refredito in la cosa nostra, la causa non scrivo per questa per esser alquanto prolixa; hor al presente lettoli li capitoli de lettre di Vostra Signoria Reverendissima se ha tutto reconfermato per noi, perho supplico che in ogni sua lettra ne facci qualche mentione che più giova mille volte, che un breve commune, scio quod dico: novi

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