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LIBRO VENTESIMOQUARTO.

EMPIE già il vento le vele, han già sarpate le

ancore, già sembra ai naviganti, che sen fugga le spiaggia. L'accorto piloto scopre da lungi le montagne di Leucate, i cui gioghi si ascondono tra nembi di gelate brine, ed i monti Acrocerauni, che innalzano ancora in cielo le indomite cervici, benchè sì sovente spezzate dalle folgori.

Mentre il vascello solcava le onde, così Telemaco diceva a Mentore: Credo ora di capir bene le massime di governo, le quali mi avete spiegate. Mi parevano dapprima un sogno; ma appoco appoco si sviluppano nel mio spirito, e mi si rappresentano in chiaro giorno: in quella guisa appunto che allo spuntar del primo albor mattutino sembrano oscuri gli oggetti, e confusi, ma pare indi che sortano da un caos, allor quando la diurna luce, che gradatamente cresce, gli fa distinguere, e rende loro, per così dire, la propria figura, e i naturali colori. Sono intimamente persuaso, che il punto essenziale del governare consista nel ben discernere i caratteri dei varj talenti, per iscegliergli ed applicargli secondo la capacità loro: pure mi rimane a sapere, come si possano conoscere gli uomini.

Mentore indi rispose: per conoscer gli uomini bisogna far di essi attento studio; conoscerne molti, e trattar con essoloro. Debbono i Re conversare co' loro sudditi, fargli parlare, consultargli, sperimentargli in piccoli impieghi e farsene rendere esatto conto, affin

rendre compte, pour voir s'ils sont capables de plus hautes fonctions. Comment est-ce, mon cher Télémaque, que vous avez appris à Ithaque à vous connoître en chevaux? c'est à force d'en voir, et de remarquer leurs défauts et leurs perfections avec des gens expérimentés. Tout de même, parlez souvent des bonnes et des mauvaises qualités des hommes avec d'autres hommes sages et vertueux, qui aient long-temps étudié leurs caractères; vous apprendrez insensiblement comme ils sont faits, et ce qu'il est permis d'en attendre. Qui est-ce qui vous a appris à connoître les bons et les mauvais poètes? c'est la fréquente lecture, et la réflexion avec des gens qui avoient le goût de la poèsie. Qui est-ce qui vous a acquis le discernement sur la musique; c'est la même application à observer les divers musiciens. Comment peut on espérer de bien gouverner les hommes, si on ne les connoît pas ? et comment les connoîtra-t-on, si l'on ne vit jamais avec eux? Ce n'est pas vivre avec eux que de les voir en public, où l'on ne dit de part et d'autte que des choses indifférentes et préparées avec art: il est question de les voir en particulier, de tirer du fond de leur eœur toutes les ressources secrètes qui y sont, de les tâter de tous côtés, de les sonder pour découvrir leurs maximes. Mais pour bien juger des hommes, il faut commencer par savoir ce qu'ils doivent être; il faut savoir ce que c'est que vrai et solide mérite, pour discerner ceux qui en ont d'avec ceux qui n'en ont pas.

On ne cesse de parler de vertu et de mérite, sans savoir ce que c'est précisément que le mérite et la vertu. Ce ne sont que de beaux noms, que des termes vagues pour la plupart des hommes, qui se font honneur

di giudicare se siano essi capaci di maggiori incombenze. E come, mio caro Telemaco, avete voi stesso imparato in Itaca ad essere ottimo conoscitore di destrieri, se ciò non è a forza di vederne molti, osservarne e notarne i difetti e le perfezioni, assistito da persone sperimentate? In simil modo, parlate spesso delle buone o cattive qualità degli uomini ad altri uomini riconosciuti per saggi e virtuosi, i quali abbiano per lungo tempo studiato il cuor di essi; e così appoco appoco imparerete, come quegli hanno fatto, e saprete fino a qual punto prometter ve ne possiate. Chi vi ha insegnato a conoscere i buoni dai cattivi poeti se non la frequente lettura, e le riflessioni, aiutato da persone di buon gusto in poesia? Chi vi ha insegnato ad intendervi di musica, se non l'applicazione tra varj pro fessori di tale scienza? E come si può egli sperare di ben governare gli uomini senza conoscergli? e come si conosceranno eglino se non si praticano? Il vedergli soltanto in pubblico non si chiama viver secoloro, poichè in publico non si parla che di cose indifferenti, e prepatate con arte: ma si tratta di praticargli in privato, di esaminare fondatamente il loro cuore per discoprirne la capacità che ivi si trova, e di ricercargli intimamente da ogni parte, e di scrutinare le massime loro. Ma a fine di giudicar bene degli uomini, bisogna incominciar dal sapere come devono essere; bisogna saper l'essenza del vero merito, per poter discernere quei che ne hanno, o che ne son privi.

Ognuno parla di virtù e di merito, senza precisamento sapere in che consista il merito e la virtù : essendo questi nulla più che generali nomi per la maggior parte degli uomini, i quali si arrogan l' onore

honneur d'en parler à toute heure. Il faut avoir des principes certains de justice, de raison et de vertu, pour connoître ceux qui sont raisonnables et vertueux. Il faut savoir les maximes d'un bon et sage gouvernement, pour connoître les hommes qui ont ces maximes, et ceux qui s'en éloignent par une fausse subtilité. En un mot, pour mesurer plusieurs corps, il faut avoir une mesure fixe pour juger, il faut tout de même avoir des principes constans auxquels tous nos jugemens se réduisent. Il faut savoir précisément quel est le but de la vie humaine, et quelle fin on doit se proposer en gouvernant les hommes. Ce but unique et essentiel est de ne vouloir jamais l'autorité et la grandeur pour soi; car cette recherche ambitieuse n'iroit qu'à satisfaire un orgueil tirannique: mais on doit se sacrifier dans les peines du gouvernement, pour rendre les hommes bons et heureux. Autrement on marche à tâtons et au hasard pendant toute la vie: on va comme un navire en pleine mer, qui n'a point de pilote, qui ne consulte point les astres, et à qui toutes les côtes voisines sont inconnues; il ne peut faire que naufrage.

Souvent les princes, faute de savoir en quoi consiste la vraie vertu, ne savent point ce qu'ils doivent chercher dans les hommes. La vraie vertu a pour eux quelque chose d'âpre; elle leur paroît trop austère et indépendante; elle les affraie et les aigrit: ils se tournent vers la flatterie. Dès-lors ils ne peuvent plus trouver ni de sincérité ni de vertu; dès-lors ils courent après un vaine fantôme de fausse gloire, qui les rend indignes de la véritable. Ils s'accoutument bientôt à croire qu'il n'y a point de vraie vertu sur la

terre;

Per conoscer

di avergli incessantemente tra' labbri. quegli che sono ragionevoli e virtuosi, bisogna prima di tutto possedere principj certi di giustizia, di ragione e di virtù. Per conoscere gli uomini, che hanno vere massime di buon governo, è necessario sapare quali siano tali massime, per non servirsi di coloro, che se ne allontanano per mezzo di cavilli. In una parola, se per misurare corpi continui è necessario di avere una fissa misura; così per portar giudizio esatto, bisogna parimente possedere costanti principj, ai quali rapportar si possano i giudizj nostri. Convien sapere precisamente qual sia l'oggetto vero dell' umana vita, e quale debba essere il fine da proporsi in governare gli uomini. Quest' unico fine ed essenziale consiste in non voler mai possedere l'autorità e la grandezza per noi soli; poichè l'andare in traccia di ciò sarebbe un tirannico orgoglio; ma bisogna però ingolfarsi nei fastidj infiniti che seco porta il governare, a solo fine di rendere gli uomini buoni e felici. Senza ciò si va avanti alla ceca, e all'azzardo per tutto il tempo della vita: a guisa di un vascello in alto mare, che non ha piloto, e non esamina le stelle, nè ha cognizione delle coste vicine; onde altro non può aspettarsi che naufragare.

Spesso i principi, per non sapere in che consista la vera virtù, non sanno ciò che debbano ricercare negli uomini. Pare ad essi che la vera virtù sia alquanto aspra, troppo austera, e indipendante; onde essendone spaventati, e corrucciati, si rivolgon verso l' adulazione. Da quel momento più trovar non possono nè sincerità, nè virtù; e perciò tengon dietro ad un vano fantasma di gloria, che gli rende indegni della vera. Si avvezzano in breve a credere non esservi sincera virtù sulla terra; perciocchè i buoni conoscon_bene i cattivi, ma i

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