Imágenes de página
PDF
ePub

civile o commerciale dalla dottrina degli autori e dalla giurisprudenza, se gli arbitri possano statuire sulla propria competenza.

Generalmente fu detto di no, perchè gli arbitri non possono giudicare oltre i termini del compromesso e perchè il ministero pubblico dovrebbe essere inteso nelle quistioni di declinatoria: la quale cosa non è possibile innanzi il collegio arbitrale. Fu aggiunto che se gli arbitri dovessero risolvere le controversie intorno la loro competenza e le parti potessero proporle, sarebbe continuo l'ostacolo, che alla missione degli arbitri sarebbe frapposto.

Vi ha di più. Tali quistioni sarebbero viziose e superflue, perchè la precipua ricerca che gli stessi hanno il dovere di fare è di scorgere se le domande delle parti sieno ne' termini del compromesso, non essendovi deroga possibile alla massima che la decisione deve rimanere nei termini precisi del compromesso.

Alcuni autori pensarono che le quistioni, che si facciano intorno l'estensione dei poteri degli arbitri, non sono declinatorie od eccezioni d'incompetenza propriamente dette, ma che invece rientrano nei termini dell'articolo del codice di procedura, che stabilisce non doversi decidere oltre i termini del compromesso, e quindi fu deciso che in materia di arbitrati volontarii gli arbitri non sieno obbligati a rin

viare ai tribunali le contestazioni sollevate intorno i poteri loro dati; ma che dopo una discussione completa possono meglio conoscere ciò che loro appartiene e ciò che loro è proibito di giudicare. In una parola gli arbitri pronunziano, come i tribunali ordinari, e solamente, se vi sia eccesso di potere nella sentenza, un ricorso è dato alle parti.

In questo senso il Carré, il Favard, il Mongalvy argomentano col Dalloz.

Ed in conformità di questa dottrina esistono abbondanti decisioni di magistrati.

Ora gli stessi principii sono applicabili nel diritto internazionale con la sola differenza che l'arbitrato volontario civile o commerciale è sottomesso all' azione dei tribunali per i casi di nullità e quello internazionale alla resistenza delle parti.

Quindi dato il caso che nella esecuzione di un compromesso internazionale, alcuna delle alte parti contraenti formuli domande contro i termini del medesimo, un solo diritto spetta alla parte avversaria, di avvertire gli arbitri che essi non hanno il potere di esaminarle, e laddove contro i poteri della convenzione giudicassero su quelle, sperimentare il diritto di dichiarar nulla la sentenza.

Questo è il procedimento leale, giusto, doveroso, che l'Inghilterra deve tenere nella qui

[ocr errors][merged small][merged small]

stione dei danni indiretti innanzi il Tribunale arbitrale di Ginevra.

La potente nazione esponga le sue ragioni. Gli arbitri sentiranno il dovere di decidere nei limiti dell' ottenuto mandato. Ogni contrario modo offende il principio del rispetto, che si deve alle convenzioni liberamente e scientemente accettate.

Invece sembra, temibile che l'Inghilterra voglia negare agli arbitri di statuire sopra la istanza di danni indiretti, dicendoli esclusi dai termini del trattato di Washington.

Se tale esclusione fosse pur vera, non una delle parti, ma il collegio arbitrale dovrebbe dichiararla.

Però procederò a questa ultima indagine, cioè alla interpretazione de' termini dello stesso Trattato di Washington. La è questa l'ultima parte della mia esposizione.

V.

INTERPETRAZIONE DEL TRATTATO DI WASHINGTONE

Mi astengo dal far discorso della dottrina del diritto civile intorno i danni diretti ed indiretti. Questo potrà essere argomento di altro lavoro. Sarebbe prematuro e forse dannoso il discuterne ora.

È indubitato che i termini del Trattato sono i più larghi e comprensivi.

Il dovere dell' interprete nelle materie contrattuali è di spiegare il pensiero, l'intenzione delle parti.

La prima regola è di stare al significato delle parole.

Il primo articolo del Trattato dice i due governi per metter fine a tutte queste lagnanze ed in vista di regolare tutti questi reclami convennero «< che tutti quelli designati sotto il nome generico dell' Alabama saranno riferiti ad un tribunale d'arbitrato composto di cinque arbitri. »

L'articolo 2o dice che gli arbitri esamineranno e decideranno con imparzialità e con

cura TUTTE LE QUESTIONI che loro saranño sottomesse rispettivamente dalle due parti. Gli articoli 3 e 4 discorrono « di una esposizione scritta o stampata fatta da ciascuna delle due parti, accompagnata da documenti ec. e di « memorie in risposta con documenti addizionali. »

L'art. 5 parla di difese orali, di spiegazioni. Che significano queste disposizioni testuali del compromesso? Che i contraenti vollero un esame pieno, profondo, completo di ogni parte delle varie e molteplici quistioni relative all'Alabama, e che per la estensione di questa volontà tutte le conchiusioni contenute nel Alabama Claims dell' America debbono essere esaminate dagli arbitri.

Le conclusioni americane sono classificate, come fu detto, in cinque capi.

1. Reclami per perdite dirette provenienti dalla distruzione delle navi e dei loro carichi fatta dagl' incrociatori insorti.

2. Spese cagionate allo Stato dall'inseguimento dei medesimi.

3. Perdita sofferta in seguito del trasferimento sotto bandiera britannica della marina mercantile degli Stati Uniti.

4. Aumento del prezzo delle assicurazioni. 5. Prolungazione della guerra ed aumento considerevole delle spese cagionate da quella.

« AnteriorContinuar »