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cuajar coagulare, reja se da regula vomero; o in ll, l: sollozo, sollozar *singluttio -iare singhiozzo, -are, sellar sigillare, velar vigilare; preceduto da n(ngl) då ñ: sennero (señero) *singulariu cinghiale, sennos (ma ora sendos) singulos ciascuno: uña *ungla unghia.

n) ml, soltanto interno, ammette l'inserzione di un b: nimbla per ni me la, e temblar *tremulare tremare, semblar simulare sembrare (se pure non derivano entrambi dal franc. trembler, sembler).1

ill

9) 1+cons. Qui si presentano esiti diversi: il l permane dinanzi a qualunque consonante: alba, pulpa, golpe colpo, gulpeja vulpecula volpe, olmo, palma, salva, polvo polvere, alto, suelto *soltu sciolto, hieltro feltro, sueldo soldo, caldo, falso, alza, alzar, halcon falcone, alga, pulga *pulica pulce, dulce, ecc.; il dopo a si vocalizza in u:2 otro *altru, otėro altariu poggio, hoz falce, topo talpa, coz calce e calcio (ma calzar), soto (e salto) salto, popar palpare; in altri esemplari il l, dopo u, si è fuso colla consonante t seguente e ha dato luogo a suono palatile: ascucha *ascultat, cuchillo coltello, mucho molto, muchigar moltiplicare, puches pulte pappa; ma nei dialetti: muito moyt molto, buitre vulture avoltoio (anche letterario); dinanzi

1 cade per dissimilazione nel nesso nl in såbeno per så benlo lo sanno.

2 Al+cons. dà au, donde normalmente o.

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a vuole inserzione di d: valdre valere+he varrò, valdria per valria, saldré per *salrẻ da salir uscirò, saldria, ecc. (ma anticam. valré, salria, ecc., v. Morfol.); il altrove si dileguò: soso insulso (di fronte a salsa), cocedra (e colcedra) culcitra coperta, azufre solfo; - oppure subi l'alterazione in r: surco solco, urce ulice erica, pardo (allato a palido) grigio, scuro; il qual passaggio di in rè frequente nell'andaluso: artura altura, gorpe per golpe, mardito per maldito; analogico è il n in mortandad mortalità (foggiato su christiandad, ecc.), puncella e poncella pulcella (su doncella).

105. Finale. All'uscita il cade dopo vocale atona: ensiemo insimul, e permane dopo vocale tonica: sal sale, cabdal e caudal capitale beni, atal tal tale, fiel fedele, vil vile, -al -ale: bispal episcopale, temporal, mil mille, val valle, miel miele, mal male, nul nullu nessuno (ma rabé per rabel strumento musicale); - si riduce a 1: piel pelle,

abedůl betulla.

R.

106. Iniziale, incolume: rrey rey re, riba e ribera, rima, roder roer rodere, rabia, rua ruga strada, ramo, rogar, rompe, ecc.

107. Interno, fra vocali, permane: caro, duro, muro, orar, fiera; per occorre in citula căthăra, espolon (ant. espor on) germ. sprono

sperone, espolonar espolear spronare, espolada colpo

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geminato permane: carro, guerra, implicato: nr då,

tierra, hierro ferro, torre;

per metatesi, rn: viernes veneris (+dies) venerdì, yerno genero, tierno tenero, cernada *cinerata ceneraccio; o ammette l'epentesi di d: ant. verná (e verra) mod. vendrá verrà, pondrá porrà, tendrá terrå, ondrado (onrrado) onorato; mr inserisce un b: hombro omero, membrar memorare, remembrar, combrás, combredes, combria (per comeras, ecc.) da comer mangiare, 2 cohombro cocomeru citriolo; str då s negli antichi nueso mueso (nuestro) nostro, vueso (vuestro), amuesenoslo (amuestronoslo) da amostrar (mostrar);3 -r+cons. permane: arbol, carbon, barba, ierba, cuerpo, arma, hormiga formica, servir, carta, puerta, fuerte, tarde sera (tardi), perder, horno forno, tornar, verga, virgen, torcer, dulce, porche portico, ecc.; ma il r cade nel nesso rs: oso orso, coso corso, escaso scarso, vies so bie so verso, avieso abieso aversu tortuoso, enves inversu rovescio, revesar reversare vomitare e rebosar traboccare, traves travieso *traversu disgrazia, a dobasse per adobarse, travessaron attraversarono, atra

1

Patena (allato a patera) proverrà non da patěra, ma da patena con scambio di suffisso.

Per questi e i precedenti futuri e condizionali cfr. la Morfologia.

3 Cade nel senso str anche in estepa cistio (allato ad estrepa), estallido (ed estrallido) scoppio ecc.

vesi attraversò, travesuras, ecc. Nell' andaluso r + gutturale passa ad i: baico (barco) barca, beigantin (bergantin), caiga (cargar), gaivo (garbo), laiga (largar), ecc.

108. Finale, resta: cuer cuore (corazon), par, -or-ore: honor, -ar -are: amar, -er, -ir, mar, fer hacer fare, mujer, de dur con difficoltà, cellerer (cillerero) dispensiere, ecc.; ma per dissimilazione passa a l in arbol arbore, ecc. (v. n.o 113).

IV. ACCIDENTI GENERALI

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109. Accento. Sono di latino volgare gli esemplari con accento trasposto: *pariéte, *muliére, *tenebrae, *colóbra, che diedero nel castigliano pared, muger, tinieblas, culébra colubro. Quando una vocale latina sia o venga a trovarsi in contatto con i od u, essa riceve l'accento: Diós, yo io, miỏ mio, juéz giudice, Duero Durius,' fué fuit, fuéra fossi, sarei réină regina (forse anche per influenza di re). - Ma lo spostamento di accento si deve in altri casi a più cause. Talora avvenne scambio di suffisso; e così inus per inus: cedrino cedrinu, andorina andolina hirundine, bocina bucina corno; -ine per ine: herrin ferrugine ruggine, serrin, orin (cfr. n. 57, 90); -inus per -īnus: carpe *carpinu; -icus per -icus: lóriga, rúbrica, púdico. A ragioni analogiche suffissali si dovranno anche tȧbano tafano, pelicano, sótano *subtanu sottano, cantina (sull'analogia di huẻrgano, huérfano, ecc.); albedrio (sul modello dei sost. in -io), impio (in causa di pio).

1 Previa metatasi: *Duirus.

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