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in -ns-, che già nel latino volgare s'era ridotto a -s(*resposu per responsu), ed era venuto a coincidere coi participii di radere, ridere (rasus, risus); da questi verbi derivò per analogia il perfetto in s (*resposi come risi). Ed è anche da notare come manchi l'alternazione vocalica nelle voci prise, priso; quise, quiso; puse, puso; e come alcuni temi sigmatici assumano anche la desinenza -ui: traxuit trojo; mentre sembra che nasque (naci) sia stato coniato sulla 1.a pres. dell'indicativo (nazco); provocando poi alla sua volta un visqui visco vixi, trasqui trasco traxi, it, dove fu chi vide metatesi di cs (v. n.o 82).

194. Ma accanto a queste forme forti, l'antico spagnuolo ne conobbe anche delle deboli, fra cui siano menzionate: podiỏ e pudiỏ potè, dezi dissi, reduziỏ ridusse, trayó trasse, romanió rimase, viyỏ vide, yaci giacqui, prendi presi, creci crebbi, crei credetti, conoci conobbi, pareci parvi, respondi risposi, meti misi, yxió uscì, rei, risi, hui fuggii, ecc.; molte delle quali voci vivono tuttora.

VI. IL PARTICIPIO.

195. Qui cade in acconcio di discorrere del participio passivo, perchè le sue vicende sono strettamente connesse con quelle del perfetto. Ci occuperemo prima del participio debole, e poscia del participio forte.

196. Alle basi latine amatu, venditu, partitu rispondono normalmente le spagnuole amado, vendido (con accento trasposto), partido. Nella lingua antica s'incontra molto spesso nei verbi della II coniug. anche la desinenza -udo (encendudo, pendudo, defendudo, spendudo, perdudo, metudo, prometudo, abatudo, percebudo, sabudo, corrompudo, connozudo, venzudo, ecc.), che dopo il secolo XVI, cedette il posto alla desinenza -ido. La vittoria di questa desinenza nel participio debole di II coniug. fu promossa in ispecial modo sia dalla fusione che s'era prodotta fra quasi tutte le altre forme dei verbi di II e III coniug., sia dalla mancanza del valido appoggio che nelle altre lingue il perfetto in -u prestava al participio in -u.

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197. Il participio forte era molto più usato nell'antico spagnuolo che non nel moderno. Conservarono o adottarono il si verbi: imprimir: impreso; prender: preso priso e compriso, apriso; meter: miso; repenter: repiso; i verbi in -nd-: defender: defeso; espender: espeso; encender: ençeso; confundir: confuso. Ma insieme con queste occorrono anche le forme deboli: imprimido, metudo,

1 Non mancano nei dialetti dei perfetti derivati dal perfetto: arag. supido saputo, plogido piaciuto; oppure dal tema del presente: dizido per dicho detto, escrevido, respondido, ponido. Il linguaggio volgare, in ispecie andaluso, dice anche: amao amato, temio, partio, femm. amȧ, pl. amaos, amás.

defendudo, expendido, encendu do, repentido, confundido. Oggi vivono le forme forti accanto alle deboli solo nei verbi imprimir e prender: impreso e imprimido; preso e prendido; ma i composti di prender hanno soltanto la forma debole: aprendido, comprendido.

198. Fra i participii in -t- si sono continuati nello spagnuolo: ductu: -ducho; factu: fecho, feyto, hecho; dictu: dicho; erectu: erecho; tractu: trecho; coctu: cocho; collectu: cojecho; electu: eleto; -structu: -strúyto e -strutu; frīctu: frito; fuctu: fúyto (fuggito); scriptu: escrito; ruptu: roto; *mortu: muerto; *soltu: suelto; *voltu: vuelto; postu: puesto; quaesitu: quisto (per assimilazione al perf. *quaesi); *visitu: visto; apertu: abierto; cubierto, ecc. Di alcuni di questi participii l'antico spagnuolo usava anche la forma debole accanto alla forte: escribido, bolvido, rompido, veido, andal. abrio, morio. I composti di dicere: bendecir e maldecir hanno: benedito 9 bendito, benedicto, beneito, benilo, bendicho, bendecido; maledicto, maldecido, maldito; gli altri composti al contrario sempre dicho: predicho, desdicho, ecc. L'antico escricho scriptu è analogico su dicho.

VERBI AUSILIARI

SER (Essere).

199. La flessione di questo verbo presenta non poche difficoltà, essendo che alcuni vogliono vedervi frequente la immistione della flessione di sedeo, mentre altri la ritiene poco verosimile, perchè di essa nessun altro paese romanzo darebbe esempio all'infuori della Spagna e del Portogallo.

PRESENTE. — Infinito: ser, che può risalire al latino volgare essere, per esse, coll'aggiunta della sillaba finale - re comune agli altri infiniti (ama-re); e con aferesi della prima sillaba (es). Seer, che a volte negli antichi testi occorre in significato affine o identico a quello di ser, risale a sedere, come fa credere anche la forma epentetica seyer (cfr. veyer veer ver videre), ma non perciò deve indubbiamente ritenersi come una fase anteriore della forma ser. Indicativo:

1a pers. so, soe, seo, soy; 2a eres; 3a e, he, esl, ye, yes, es; 4a somos; 5a sodes, soes, sos, sois; 6a sont, som, son.

La 1a pers. è soy a partire dal secolo XVI (cfr. estoy, doy), e proviene da soe, del cui e epitetico si

ignora l'origine, poichè io non credo nella fusione di so con seo); seo risale a *sedo. La 2a proviene da ĕris in posizione proclitica, perchè altrimenti ci si aspetterebbe yeres; es cadde perchè veniva a confondersi colla 3a (nelle Asturie e in Andalusia usasi sos). La 3a es è atona, mentre l'antico yes (e iet, ye asturiano) è tonico (ěst); la 4* è regolare (sămus); mentre l'andaluso semos è analogico su hemos (habemus); la 5a sodes, sois è analogica sulla 4a; la 6a è regolare.

Congiuntivo:

la sia sya sie sea; 2a sias, seas; 3" sea; 4a seamos; 5a seais; 6a siant, sient, sian, sean.

Le forme moderne con e devono risalire a sedeam, ecc., perchè l'i in iato delle voci latinovolgari *siam, *sias, *siat, ecc., sarebbe permasto (cfr. n.o 35); queste peró paiono continuarsi nelle antiche voci con i.

Imperativo:

2 se; 5a seed sed

che si riconducono più facilmente a sede, sedete che non ad es, este.

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la era; 2a eras; 3a yera era; 4a yeramos éramos; 5a érades, érais; 6a yeran, eran.

Le antiche forme col dittongo ye- sono normali (ĕram); ma la posizione generalmente proclitica del verbo fece si che l'ie non si sviluppasse o scomparisse. Anche qui, come nei verbi regolari, l'accento fu nella 4a e 5a persona ritratto.

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