Bellezze della Commedia di Dante Alighieri: dialoghi, Volumen 3

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Dalla tip. di P. Libanti a spese dell'autore, 1825
 

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Página 93 - Venimmo a lei: O anima lombarda, Come ti stavi altera e disdegnosa , E nel mover degli occhi onesta e tarda ! Ella non ci diceva alcuna cosa; Ma lasciavano gir, solo guardando A guisa di leon quando si posa. Pur Virgilio si trasse a lei , pregando Che ne mostrasse la miglior salita; E quella non rispose al suo dimando; Ma di nostro paese e della vita C'inchiese.
Página 452 - Veniva a me co' suoi intendimenti. Tosto che fu là dove 1" erbe sono Bagnate già dall' onde del bel fiume, Di levar gli occhi suoi mi fece dono. Non credo che splendesse tanto lume Sotto le ciglia a Venere trafitta Dal figlio fuor di tutto suo costume. Ella ridea dall' altra riva dritta, Traendo più color con le sue mani, Che 1
Página 85 - ve '1 vocabol suo diventa vano, arriva' io forato ne la gola. fuggendo a piede e sanguinando il piano. Quivi perdei la vista e la parola; nel nome di Maria fini', e quivi caddi, e rimase la mia carne sola.
Página 96 - Senz' esso fora la vergogna meno. Ahi gente, che dovresti esser divota, E lasciar seder Cesar nella sella , Se bene intendi ciò che Dio ti nota 1 Guarda com' està fiera è fatta fella , Per non esser corretta dagli sproni , Poi che ponesti mano alla predella. O Alberto Tedesco, che abbandoni Costei eh...
Página 538 - S' io avessi, lettor, più lungo spazio Da scrivere, io pur canterei in parte Lo dolce ber che mai non m' avria sazio ; Ma perchè piene son tutte le carte Ordite a questa Cantica seconda, Non mi lascia più ir lo fren dell
Página 448 - Vedi 1' erbetta i fiori e gli arboscelli Che quella terra sol da se produce. Mentre che vegnon lieti gli occhi belli Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli.
Página 315 - Veggiolo un'altra volta esser deriso; veggio rinnovellar l'aceto e '1 fele, e tra vivi ladroni esser anciso. Veggio il novo Filato sì crudele, che ciò noi sazia, ma sanza decreto porta nel Tempio le cupide vele. O Signor mio, quando sarò io lieto a veder la vendetta che, nascosa, fa dolce l'ira tua nel tuo secreto?
Página 100 - Molti rifiutan lo comune incarco; Ma il popol tuo sollecito risponde Senza chiamare, e grida: I' mi sobbarco. Or ti fa lieta, che tu hai ben' onde : Tu ricca, tu con pace, tu con senno, S' io dico ver, 1
Página 152 - Nell' ora che comincia i tristi lai La rondinella , presso alla mattina , Forse a memoria de' suoi primi guai ; E che la mente nostra , pellegrina Più dalla carne e men da...
Página 508 - Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle: pria che Beatrice discendesse al mondo, fummo ordinate a lei per sue ancelle. Merrenti alli occhi suoi; ma nel giocondo lume ch' è dentro aguzzeranno i tuoi * le tre di là, che miran più profondo.

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