Sacre rappresentazioni dei secoli XIV, XV e XVI, Volume 2

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Successori Le Monnier, 1872 - 467 pages

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Page 252 - 1 campo non abbi carestia ; Venga pan fatto ed ogni vettovaglia ; E Paul sarà teco in compagnia ; Fate far scale onde la gente saglia ; Quando della battaglia tempo fia, Ciascun sia pronto a far la sua faccenda; Sol Gallican tutte le cose intenda. Fate tutti i trombetti ragunare Subito; fate il consueto bando , Che la battaglia io vorrò presto dare : L' esercito sia in punto al mio comando.
Page 237 - A noi fatica, a voi il piacer resta: però non ci guastate questa festa. Santa Costanza, dalla lebbra monda, con devozion vedrete convertire; nella battaglia molto furibonda gente vedrete prendere * e morire; mutar lo imperio la volta seconda *; e di Giovanni e Paulo il martire; e poi morir l'apostata Giuliano per la vendetta del sangue cristiano.
Page 244 - Dimmi ch' è la cagion di questo tedio ; E s' io ci posso fare alcun rimedio. Dimmelo, o padre, sanza alcun riguardo; Io son tua figlia per darti dolceza ; E però dopo Dio a te sol guardo, Pur ch' io li possa dar qualche allegreza.
Page 267 - l savio son sopra le stelle; Onde io son fuor di questa vana legge : I buon punti, e le buone ore son quelle, Che l' uom felice da se stesso elegge. Fate avviar le forti gente e belle: Io seguirò pastor di questa gregge. O valenti soldati, o popol forte, Con voi sarò, alla vita, alla morte.
Page 257 - Non pensi a util proprio oa piacere, ma al bene universale di ciascuno: bisogna sempre gli occhi aperti avere (gli altri dormon con gli occhi di...
Page 257 - Però, s'io stessi in questa regal sede, saria disagio a me, al popol danno; l'età riposo, e "1 popol signor chiede: di me medesmo troppo non m'inganno. E chi sarà di voi del regno erede, sappi che "1 regno altro non è che affanno, fatica assai di corpo e di pensiero; né, come par di fuor, dolce è l
Page 265 - Non è signor chi le cure abbandona e dàssi a far tesoro o a' piaceri: di quel raguna, e le cure lasciate, e del suo ozio, tutto il popol paté.
Page 252 - Fate e' graticci, e' ripari ordinate Per le bombarde ; e' ponti sien ben forti; E'bombardier securi conservate, Chi'; dalle artiglierie non vi sien morti : E voi, o cavalieri, armati state A far la scorta vigilanti, accorti : Che '1 pensier venga agli assediati meno, E le bombarde inchiodate non sièno.
Page 260 - Co' vivi i vivi, e' morti sien co' morti. Io so che questa mia persecuzione Da un error ch' io fo , tutta procede ; Perch' io sopporto in mia iurisdizione Questa vil gente , quale a Cristo crede : Io vo' levar , se questa è , la cagione , Perseguitando questa vana fede ; Uccidere o pigliar sia chi si voglia.
Page 250 - Fortuna m' ha campato a torto, Acciocch' io vegga tanto mio dolore: Almanco fussi io morto questo giorno: Che non so come a Costantin ritorno. GIOVANNI. Quando Fortuna le cose attraversa, Si vuoi reputar sempre che sia bene: Se tu hai oggi la tua gente persa, Ringrazia Dio, che questo da lui viene. Non vincerà giammai la gente avversa Chi contro a sè vittoria non ottiene; Nè vincer altri ad alcuno è concesso, Se questo tal non sa vincer sè stesso.

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