Sacre rappresentazioni dei secoli XIV, XV e XVI, Volume 2 |
À l'intérieur du livre
Résultats 1-5 sur 8
Page 239
Constanza : Misera a me, che mi giova esser figlia Di chi reggie e governa il
mondo tutto ; ' Aver d' ancille e servi assai famiglia , Ricchezza e gioventù? non
mi fa frutto L' onor, l'essere amata a meraviglia, Se' l corpo giovenil di lebbra è
brutto ...
Constanza : Misera a me, che mi giova esser figlia Di chi reggie e governa il
mondo tutto ; ' Aver d' ancille e servi assai famiglia , Ricchezza e gioventù? non
mi fa frutto L' onor, l'essere amata a meraviglia, Se' l corpo giovenil di lebbra è
brutto ...
Page 240
Constanza : l' ho già fatte tante cose in vano, Che questi pochi passi ancor vo'
spendere ; Se '1 corpo mio debbe diventar sano, Questa è poca fatica ; io la vo'
prendere : E forse l' andar mio non sarà vano; Già sento in devozione il cuore ...
Constanza : l' ho già fatte tante cose in vano, Che questi pochi passi ancor vo'
spendere ; Se '1 corpo mio debbe diventar sano, Questa è poca fatica ; io la vo'
prendere : E forse l' andar mio non sarà vano; Già sento in devozione il cuore ...
Page 242
Risponde Constanza : Non m' ha di questa infermità guarita Medico alcun ; ma la
divina cura. Io me n' andai e devota e contrita D' Agnesa a quella santa sepoltura
; Feci orazion, la qual fu in cielo udita; Poi dormi' ; poi desta'mi netta e pura ...
Risponde Constanza : Non m' ha di questa infermità guarita Medico alcun ; ma la
divina cura. Io me n' andai e devota e contrita D' Agnesa a quella santa sepoltura
; Feci orazion, la qual fu in cielo udita; Poi dormi' ; poi desta'mi netta e pura ...
Page 244
Poiché è giunto a Constanza: Io ti vengo a veder, diletta figlia, Con gli ochi, come
ti vego col cuore. Constanza: 0 padre, io vego in mezo alle tue ciglia Un segno,
che mi dice che hai dolore, Che mi dà dispiacere e maraviglia : 0 padre dolce, ...
Poiché è giunto a Constanza: Io ti vengo a veder, diletta figlia, Con gli ochi, come
ti vego col cuore. Constanza: 0 padre, io vego in mezo alle tue ciglia Un segno,
che mi dice che hai dolore, Che mi dà dispiacere e maraviglia : 0 padre dolce, ...
Page 245
Et giunto a Gallicano : Io torno a te con più letizia indrieto , Ch'io non andai: e
Constanza consente Esser tua donna ; io son tanto più lieto, Quanto più dubbio
avevo nella mente. Pareva volta ad un viver quieto , Sanza marito o pratica di
gente ...
Et giunto a Gallicano : Io torno a te con più letizia indrieto , Ch'io non andai: e
Constanza consente Esser tua donna ; io son tanto più lieto, Quanto più dubbio
avevo nella mente. Pareva volta ad un viver quieto , Sanza marito o pratica di
gente ...
Avis des internautes - Rédiger un commentaire
Aucun commentaire n'a été trouvé aux emplacements habituels.
Autres éditions - Tout afficher
Sacre rappresentazioni dei secoli XIV, XV e XVI, Volume 1 Alessandro D'Ancona Affichage du livre entier - 1872 |
Expressions et termes fréquents
Acciò amore ancilla Antonio Barlaam battezzati Belzebù Buddha buon Carapello cavaliere Celerino ch'io Chè ciel colui compagnia conforto Constantino Constanza contento corpo crede cristian Cristo croce cuor degno demonio diavolo diletto Dioscoro dolce dolce Signor dolor dracone drento duole eterno Eufrasia dice Eurialo farò Fate fede figliuol fuggir fussi gente Giesù Giove gloria gran Grisante Iesù imperadore dice imperio Jesù Josafat Juda lasso laudato Madonna dice madre Malco manda meco monaca mondo morir morte nimico ognun Oimè Omè onore Orsola pace padre Panuzio peccato pene piace piangendo piglia prefetto presto priego prigione ragione regno Risponde Santo Silvestro s'io Santa Barbara Santa Elena Santa Margherita Santa Teodora Santo Ignazio Santo Onofrio sarà sarai segue sento servo sien Signor sposo Suor Suor Angela teco Teofilo terra tormento torna Traiano trovato truova vedi veggo venire vergine Maria virtù voglia vuoi vuol
Fréquemment cités
Page 252 - 1 campo non abbi carestia ; Venga pan fatto ed ogni vettovaglia ; E Paul sarà teco in compagnia ; Fate far scale onde la gente saglia ; Quando della battaglia tempo fia, Ciascun sia pronto a far la sua faccenda; Sol Gallican tutte le cose intenda. Fate tutti i trombetti ragunare Subito; fate il consueto bando , Che la battaglia io vorrò presto dare : L' esercito sia in punto al mio comando.
Page 237 - A noi fatica, a voi il piacer resta: però non ci guastate questa festa. Santa Costanza, dalla lebbra monda, con devozion vedrete convertire; nella battaglia molto furibonda gente vedrete prendere * e morire; mutar lo imperio la volta seconda *; e di Giovanni e Paulo il martire; e poi morir l'apostata Giuliano per la vendetta del sangue cristiano.
Page 244 - Dimmi ch' è la cagion di questo tedio ; E s' io ci posso fare alcun rimedio. Dimmelo, o padre, sanza alcun riguardo; Io son tua figlia per darti dolceza ; E però dopo Dio a te sol guardo, Pur ch' io li possa dar qualche allegreza.
Page 267 - l savio son sopra le stelle; Onde io son fuor di questa vana legge : I buon punti, e le buone ore son quelle, Che l' uom felice da se stesso elegge. Fate avviar le forti gente e belle: Io seguirò pastor di questa gregge. O valenti soldati, o popol forte, Con voi sarò, alla vita, alla morte.
Page 257 - Non pensi a util proprio oa piacere, ma al bene universale di ciascuno: bisogna sempre gli occhi aperti avere (gli altri dormon con gli occhi di...
Page 257 - Però, s'io stessi in questa regal sede, saria disagio a me, al popol danno; l'età riposo, e "1 popol signor chiede: di me medesmo troppo non m'inganno. E chi sarà di voi del regno erede, sappi che "1 regno altro non è che affanno, fatica assai di corpo e di pensiero; né, come par di fuor, dolce è l
Page 265 - Non è signor chi le cure abbandona e dàssi a far tesoro o a' piaceri: di quel raguna, e le cure lasciate, e del suo ozio, tutto il popol paté.
Page 252 - Fate e' graticci, e' ripari ordinate Per le bombarde ; e' ponti sien ben forti; E'bombardier securi conservate, Chi'; dalle artiglierie non vi sien morti : E voi, o cavalieri, armati state A far la scorta vigilanti, accorti : Che '1 pensier venga agli assediati meno, E le bombarde inchiodate non sièno.
Page 260 - Co' vivi i vivi, e' morti sien co' morti. Io so che questa mia persecuzione Da un error ch' io fo , tutta procede ; Perch' io sopporto in mia iurisdizione Questa vil gente , quale a Cristo crede : Io vo' levar , se questa è , la cagione , Perseguitando questa vana fede ; Uccidere o pigliar sia chi si voglia.
Page 250 - Fortuna m' ha campato a torto, Acciocch' io vegga tanto mio dolore: Almanco fussi io morto questo giorno: Che non so come a Costantin ritorno. GIOVANNI. Quando Fortuna le cose attraversa, Si vuoi reputar sempre che sia bene: Se tu hai oggi la tua gente persa, Ringrazia Dio, che questo da lui viene. Non vincerà giammai la gente avversa Chi contro a sè vittoria non ottiene; Nè vincer altri ad alcuno è concesso, Se questo tal non sa vincer sè stesso.