El maestro di casa va a Barbara, e piglia la lettera, al fante qual va via; e BARBARA dice:
In questi fabbricati idoli vani Io sputo spargo, per derisïone.
Sputa loro nella faccia, e seguita:
E più non vo' che stieno in nostre mani, Chè ce ne seguire' confusïone;
Gettali in luoghi e immondi e profani, E vedrai non faran defensïone.
Risponde il MAESTRO di casa:
Sendo pien di bugie e di menzogne, Gli getterò nelle latrine e fogne.
Getta via gl' idoli, et ORIGENE già ricevuta la lettera e rescritta la risposta, dice a Valentino prete:
Vorrei, o Valentin, che oggi andassi Nella città di Nicomedia, e presto, E questa mia risposta presentassi A Barbara, ch'è posta in luogo onesto, E, quella instrutta, poi la battezzassi; Benchè 'l cammino alquanto sia molesto, L'opera è degna, e molto a Cristo piace, E appartiene a carità verace.
Risp. il PRETE: Per carità, maestro, io son parato Far con letizia e gaudio tal cammino, E tutto quel che per voi son pregato Spero eseguir con l'aiuto divino: Da chi sarò io condotto e guidato?
Da questo fante, infino al suo confino.
Or oltre andiam, che Dio sia nostra guida, Però che e' salva ognun che in quel si fida.
Vedendo e'mie auditori essere attenti Ad ascoltar le divine scritture, E a' precetti del Signor ferventi E a' profeti e alle lor figure, Oggi dichiarerò e' comandamenti, Poi le sentenzie de' profeti oscure; Al popol congregato che m'aspetta Sarà questa dottrina molto accetta.
ORIGENE va in luogo eminente, e predica a parole, dicendo: Colui che degnamento il mondo regge
Per condur l' uomo a suo felice stato A quello ha dato la divina legge,
E vuol che tal decreto sia servato Da ciaschedun che può usar ragione, Con adiutorio a quel concesso e dato. Dieci precetti a nostra instruzïone In quella posti sono e collocati, E ciascheduno ha sua propria cagione. E' primi tre a Dio sono ordinati, E gli altri sette al prossimo reflessi, In duplicata carità fondati.
E sono insieme tanto ben commessi Che l'uno all'altro è forte unito e stretto; Chi quelli intender vuol, questi son dessi. Adora un solo e vero Dio perfetto,
E non voler suo nome violare: Santifica la festa con diletto.
Tuo padre e madre ancor debbi onorare, E non esser del prossimo omicida,
E carnalmente non voler peccare.
Furto non far qual a mal fin ti guida,
E falso testimonio non dirai,
Chè bene è stolto chi in bugia si fida. La donna d'altri non appetirai, E non desiderar cosa alïena, E così questa leggie osserverai.
Allor tua mente resterà serena, Della divina grazia avendo il pegno, E di letizia e gaudio fia ripiena.
E però con tue forze e con ingegno Questa divina legge sempre osserva, E di beata gloria sarai degno.
Questo premio celeste Dio reserva A' veri osservator de' suo precetti,
E nel ben, con sua grazia, gli conserva, Avendo quelli a tanta gloria eletti.
El prete e il fante giungono a Barbara, e il PRETE dice:
Barbara, a te mi manda quel dottore
A cui scrivesti, e la risposta aspetti ;
Eccola qui, leggerai il suo tenore : Dipoi monda sarai da' tuo defetti.
BARBARA presa la lettera, dice:
La lettera m' è grata e 'l suo latore, Onde mi fieno esposti e' mie concetti; Alla presenzia vostra io la vo'leggere, Chè, errando, mi possiate voi correggere.
Leggie la lettera, dicendo a parole:
Barbara, per le tue domandi e chiedi Se son più Dei o uno io ti rescriva. El vero Dio è uno, e in quel credi, Dal quale ogni creato ben deriva. In quel son tre persone, attendi e vedi, Chè sol l'intende chi ha fede viva: Padre e Spirito santo col Figliuolo Non son tre Dei, ma è uno Dio solo.
Per noi ha preso il figlio carne umana, Dal padre eterno in terra a noi mandato, Acciò che nostra colpa fussi sana, La qual procede e nasce dal peccato Che 'l primo uom fece con suo mente vana, E in ciascun uom da quello è derivato; Da questa colpa, quale è tanto prava, L'acqua del suo battesmo monda e lava.
Per tanto io t' ho mandato el sacerdote Dal qual riceva tanto sacramento, Acciò da te tue colpe sien remote E l'alma tua conduca a salvamento. E se 'l demon la mente tua percuote Sue tentazion non ti dieno spavento, Per Cristo sia parata a patir morte, Se vuoi salire alla celeste corte.
El PRETE dice: Tu hai per questa lettera compreso Quel che tu debbi interamente credere.
Io ho, padre mio caro, a pieno inteso
Quel che m'è scritto el mio ingegno eccedere: Ma sol per fede il cor mio resta preso E vo' col mio intelletto a tutto cedere. Mondatemi, or che l'acqua è qui presente.
Rispondi prima al mio dir fedelmente.
Or su, prendi el battesimo.
Dice il PRETE: El PRETE spargendo l'acqua, dice:
Io ti battezzo, senza alcuno errore, Nel nome dello immenso Padre eterno E del Figlio e del Spirto Santo amore, Unico Dio, che di tutto ha governo.
Ora è l'alma tua piena di splendore, E chiusa t'è la porta dello inferno. Oggi per te aperto è il paradiso Con gran letizia, festa e canto e riso.
BARBARA dice: Con somme laude el Signor mio ringrazio Del ricevuto tanto eccelso dono:
Mio cor laudarlo non sarà mai sazio, Vedendo quanto gli è clemente e buono.
Sua legge ama più ch'oro e che topazio, E se l'offendi chiedi a quel perdono, Però che tanto è grande sua clemenzia Che 'l peccator riceve a penitenzia.
SANTA BARBARA truova el maestro da murare, e dice: Maestro architettor dello edifizio,
Essendo quel già presso al fin construtto, Vorrei che nella torre in gran servizio Non due, ma tre fenestre, sieno in tutto.
LO ARCHITETTORE risponde:
Dal padre vostro arei grave supplizio E di mia arte io ne sarei destrutto; Far due fenestre ho sol commissione, Acciò che sia più forte il torrïone.
Risponde SANTA BARBARA :
Fa' quel ch'i' dico: io ti farò sicuro Dal padre mio, e di quel non temere.
Giunge il MAESTRO di casa e dice:
Adempi el suo comando e rompi el muro E non ti contraporre al suo volere ; Architettore, io ti prometto e giuro Che fatto e' ti sarà sempre il dovere : Lassa col padre a me solver tal nodo.
Risponde lo ARCHITETTORE:
Or oltre, su, facciamo a vostro modo. L'ARCHITETTORE fa la terza finestra, e SANTA BARBARA dice al maestro di casa:
Mentre che oggi siate stato assente M'è stata la risposta presentata Del dottor Origen tanto eccellente, E son dal suo mandato battezzata ; Ancora esorto voi sinceramente Vogliate che tal grazia vi sia data.
Risponde il MAESTRO di casa:
Del tuo parlar io son contento e lieto, E battezzar farommi poi in secreto.
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