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Acciò ch'i' possa aver qualche rimedio;
I' mi fe' frate con un gran fervore,
Ma or comincio a viver con gran tedio.
Per modo tal ch'i' sto sempre in timore
Come color a' quali è posto assedio,
E tutto triemo, come al vento foglia:
Pur nondimeno i' sto di buona voglia.
Risponde lo SPIRITO ad Antonio:

Or vedi, figliuol mio, s'i' fu' spirato
Di venirti a trovare in questo loco,
Acciò che presto fussi riparato
A questo periglioso e picciol foco,
Però che, se si fusse più indugiato,
Veniva sormontando a poco a poco,
Per modo tal che t' arebbe condotto
Dove per disperato aresti rotto.

Attentamente, adunque, ora m' ascolta
E intendi molto ben quel ch'i' ti dico:
Noi siam nel mondo come in selva folta
Dove è nascoso quel serpente antico
El qual non dorme e, con malizia molta
Si finge spesse fiate esserci amico,
E sotto spezie di volerci bene

Ci lega stretti con le sue catene.

Onde veggendo un tuo par ben disposto
Di viver con virtù, stando nel mondo,
Gli fa parer che sia molto discosto
Da quello stato superno e giocondo:
Spronalo sempre e dice: va' più tosto,
E fa' d' essere il primo e non secondo:
E questo fa perchè correndo caggia,
Provando questa via aspra e selvaggia.
Chè chi è uso insin da puerizia
A non toccare a pena acqua gelata,
E stare agiato e viver in delizia

E libertà più di venti anni ha usata,
Entrando in vita stretta, la tristizia
Sempre combatte, e sospirando guata
La penitenza, e il fare al modo altrui:
Vive con tedio, e non si può con lui.

Or dimmi, figliuol mio, quando tu eri
Al secol, come stavi? e che ti mosse

Entrar con noi che siam rigidi e feri,
A sostener continue percosse ?

Risponde ANTONIO allo spirito e dice:

I' mi parti' dal secol volentieri

Perchè l'amor di Dio molto mi mosse,
Essendo ricco, e d' età d'anni venti,
E morti tutti a dua e' mia parenti.

Risponde lo SPIRITO ad Antonio:

Dunque eri tu per avventura solo,
S'i' ho raccolto ben la tua favella?

Risponde ANTONIO:

Parlando, padre, il ver sanza alcun dolo,
E' mi rimase pure una sorella.

Risponde lo SPIRITO:

Or mi rispondi, caro mio figliuolo,
Quando venisti, che ne fu di quella?

Risponde ANTONIO:

'N un munister di donne la lasciai,
E con buone ragion la confortai.

Risponde lo SPIRITO:

I't' imprometto che quando t'ascolto
Per la paura tu mi fai smarrire,
E ho l'animo mio tutto rivolto
Che non è stato bene il tuo venire,
Anzi ȧi preso partito strano e stolto,
Volendo a questo modo a Dio servire;
Perchè dovevi prima maritare
La tua sorella, e poi il mondo lasciare.
Non pensi tu che se le rincrescesse
Lo star rinchiusa, per la sua sciagura,
E, ritornando al secolo, si desse
Al viver disonesto e con sozura,
Tu saresti cagion ch'ella perdesse
L'anima sua, con fama trista e scura ?
Si che, parlando teco il vero scorto,
Che lasci questi panni i' ti conforto.

Risponde ANTONIO:

La tua conclusion m' ha dato a intendere
Che tu se' certo el diavol maladetto,
E se' venuto credendomi prendere
Con l'abito divoto e dolce aspetto;
Non ti bisogna più parole spendere,

Perchè è scoperto il tuo sottil difetto.
Vanne in malora, non mi dare impaccio:
Vedi ch'i' ho spezato ogni tuo laccio.

Lo spirito dell' accidia si parte e riscontrasi con lo spirito della gola, e lo SPIRITO DELLA GOLA dice a quello dell'accidia:

D'onde ne vieni, o caro mio compagno,
Che par cosi turbato e pien di doglia?

Risponde lo SPIRITO DELL' ACCIDIA:

Non ti maravigliar se io mi lagno,
Che ho fatto cosa che d'onor mi spoglia.
Credendomi io fare un gran guadagno
Andai ad assalir di buona voglia
Anton romito, e quando mi stimai
Averlo vinto, mi cacciò con guai.

Risponde lo SPIRITO DELLA GOLA:

I' ho deliberato di far pruova
Se questo Anton potrà vincer ogniuno.
E se la mia malizia niente giova1
A far che lasci il suo stretto digiuno.

Risponde lo SPIRITO DELL' ACCIDIA :

Se tu lo inganni con qualche arte nuova,
Dirò che sia più saggio che nessuno.
Pur non dimen non credo che ti vaglia
Cosa che facci, quanto un fil di paglia.

Va lo SPIRITO DELLA GOLA, e truova Antonio e dice a modo di romito:

Figliuol mio caro, il ben trovato sia :
Or dimmi un po' come ti pare stare?
Per venirti a parlar mi messi in via
E con amor ti vengo a visitare.

Risponde ANTONIO allo spirito:

Or sia laudato il figliuol di Maria

Che non vuol i suo servi abandonare;

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1 Le antiche ediz. E se la giustizia mia ec. Ma nè il verso nè il senso tornano bene: e abbiam eercato di rimediare arbitrariamente. L'ediz. di Siena : E vo' veder con mie arti se giova.

Risponde lo SPIRITO DELLA GOLA ad Antonio:

Sappi che la virtù della prudenza
Ogni altra virtù passi, tien per fermo;
E que' che han fatto dal mondo partenza
Bisogna averla, e più chi sta nell' ermo.
Molte volte el far troppa penitenza
Fa l'anima tediare e 'l corpo infermo,
Che po' ne segue la desperazione:
Però bisogna la discrezione.

Tu mi par diventato tanto magro
Che tu ha la buccia secca sopra l'ossa:
Erbe crude e ber acqua è un cibo agro :
Sanza pan, penso durar non si possa.
E non può aver di là el regno sagro
Chi cerca innanzi al tempo ire alla fossa;
Tè questo pan che per amor ti reco,
E vo' che in carità ne mangi meco.

Risponde ANTONIO allo spirito:

I' mi credetti come buon romito
Mi venissi del bene a confortare;
Or veggo certo tu mi se' apparito
Come dimon per volermi tentare;
Non ha' tu Idio nel suo Vangel sentito
Che solo pan non può l' uom nutricare,
Ma la parola di Dio benedetto?
Però ti parti, spirto maladetto.

1

ANTONIO domanda licenzia d'andare al diserto e dice:
O reverendo padre i'vo pensando
Che noia assai mi da la moltitudine,
E per tanto licenzia t' adimando
Di poter ire e stare in solitudine,
E quanto posso a te mi raccomando

Che per me prieghi con solecitudine

El buon Iesù, che sempre sia mia guida,
Acciò che mai da lui non mi divida.

Risponde il ROMITO ad Antonio e dice:

Carissimo figliuolo, i' ti confesso
Che chi sta solo con la mente pura

La buccia, cioè la pelle. Dante: Non credo che così a buccia strema

Erisiton si fosse fatto secco Per digiunar.

All' angelico stato è molto presso,
Perchè gli è sciolto da ogni altra cura :
Ma rare volte a' monaci è concesso
Perchè quest' altra via è più sicura:
Pur non dimeno a te questo non niego,
Ma che stia sempre con timor ti priego.

ANTONIO va al diserto auta la licenzia, e a lui vengono dua pagani, e UNO INTERPRETE dice ad Antonio:

O reverendo padre e buon pastore,
Questi duo savi sono a te venuti,
Correndo drieto al tuo soave odore,
Perchè di tua dottrina sien pasciuti :
Onde hanno dimostrato grande amore
E certo son molto ferventi suti,
Di che veduto abbiam un magno saggio
Avendo fatto si lungo viaggio.

Però che son venuti d' Etiopia
Con gran disagio e con molto periglio,
Avendo della vostra lingua inopia :
Ma son dotati di magno consiglio,
E hanno di scienzia molta copia;
Ond' io ti priego, come caro figlio,
Che debbi aver di lor compassione,
Veduta la lor buona intenzione.
ANTONIO risponde allo interprete e dice:

Rispondi per mia parte a questi savi
Che certamente io ho gran maraviglia
Che avendo loro nelle man le chiavi
Della filosofia che assottiglia
L'umano ingegno, e fa gli uomini savi,
Che sien venuti più di cento miglia
Con tal disagio, com' io ho raccolto

Da te, sol per vedere un uomo stolto.

E' pagani dicono allo interprete dua stanze in greco, e lo INTERPRETE dice ad Antonio :

Padre, costor mi dicon ch'i' risponda

Che si son mossi dalle lor contrade
Sappiendo certo che tu ha' profonda
Intelligenza, nella qual non cade
Error non che stoltizia, anzi si monda
Che li dimora tutta la biltade;

VOL. II.

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