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E di ciò ch' io gli feci ho gran dolore.
El DIAVOLO cioè MALATACCA, dice a Teofilo:

Omè, che mi di' tu? se' tu impazzato?
Motteggi tu, o sei del senno fore?
Fuggir non puoi, tu t'avviluppi invano
Chè sai che gli ha la scritta di tua mano.

TEOFILO risponde:

Cristo Jesù qual io rinnegai a torto Mi camperà d'ogni vostro dolore.

El DIAVOLO a Teofilo dice:

Or su non pianger più, datti conforto,
Ch'io ti farò nel mondo un gran signore.

TEOFILO caccia el diavolo e dice:

O perfido demon per sempre morto,
Partiti, e rendi el loco al Salvatore;
Torna all' inferno a stare in pene e guai.

El DIAVOLO si parte dicendo:

Io me n'andrò, ma tu non camperai.

MALATACCA torna e dice a Lucifero:

O magno Satanasso, io son tornato
Che andai il vicar Teofilo a tentare;
Gli ha fermo il pensier crudo ostinato,
E crede in Dio che gli abbi a perdonare.
Io l'ho in più modi e in varie vie tentato
E non l'ho mai potuto rivoltare,

E nella fin col segno della croce
Mi cacciò via: che sai quanto mi cuoce.
LUCIFERO risponde a Malatacca:

Va' dunque presto a Manovello ebreo
E di' che vada lui presto a voltarlo;
Quanto che no, un giunto tanto reo
Lui che 'l menò glielo farò scontarlo.

MALATACCA dice:

Egli e' par esser proprio un semideo;
Ecco ch'io vo d'ogni cosa avisarlo.

LUCIFERO dice a Malatacca:

Di' che se non ripara a tal partito
Che mi terrò da lui giunto e tradito.

MALATACCA va allo ebreo e dice:

Manovel, Belzebù a te mi manda

Che Teofil vicar s'è rivoltato;

Però t' impone espresso e ti comanda
Che lo facci tornar nel primo stato ;
Quanto che no, perchè l'è tua vivanda,
La pena porterai del suo peccato.

Lo EBREO risponde al diavolo:

Vatti con Dio e nulla non temere,

Ch'io vo' a fargli fare il mio volere.

El diavolo si torna al luogo suo, e lo EBREO va a Teofilo e

dice:

Tu sia, Teofil mio, il ben trovato;
Che fai tu qui si solo in tal dolore?
Io sono a te da Lucifer mandato

A dir che ti vuol fare un gran signore.

TEOFILO risponde:

Vatti con Dio, giudeo, tu sei ispacciato,
E si piango qui il mio commisso errore,
E ho in Maria e Cristo tanta fede
Che, dimandando, io troverrò merzede.

Lo EBREO dice a Teofilo:

Come credi tu mai aver perdono
Che hai Cristo e la madre rinnegato,
E del corpo e dell'alma fatto dono,
E sètti a Belzebù per servo dato?
E io di questo testimon ne sono
Che viddi lo strumento suggellato?
Però cerca d' avere un tratto bene,
Non sempre male, e doppo morte, pene.

Risponde TEOFILO allo ebreo:

Se mille volte un peccatore errassi
E poi si penta al fin, vuole il Signore,
Cosi disse a san Pier, che l'accettassi,
Pur che del suo fallire abbi dolore.

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Tu puoi del mondo ogni piacer pigliare,
E poi alfin sempre a tempo sarai.

TEOFILO risponde allo ebreo:

Non lo vo' far, non me ne ragionare;

Di quel che ho fatto io me ne pento assai.
Se non ti parti, arai qui mortal pene.

Lo EBREO si parte e dice:

Tuo danno: io tel dicevo per tuo bene.
La VERGINE MARIA torna a Teofilo e dice:

O tu che a penitenzia sei tornato
E tanto hai combattuto per la fede,
Tu hai nella battaglia meritato

Che Dio del tuo peccato abbia merzede.
El mio figliuol t'ha liber perdonato,
È átti fatto al fin del cielo erede:
La penitenzia tua sia di star forte,
Unito, saldo e fermo insino a morte.

TEOFILO dice alla vergine Maria:

Ringraziato sia tu, Signore umano,
Che mi perdoni gl' infernal tormenti.
O madre santa, el c'è un caso strano:
Che quando dètti al diavol mie contenti
Io gliene feci carta di mia mano:

Temo al giudicio e' non me la presenti.
Fammela render, madre, come l'ebbe,
Perchè al giudicio e' me la mostrerebbe.

La VERGINE MARIA dice all' angelo:

Giù nell' inferno a Satanasso andrai
Che l'anime dannate impera e regna,
E da mia parte gli comanderai
Che senza indugio alcun a me qui vegna;
Tolghi la scritta, per sua pene e guai,
Che Teofilo fè: che non la tegna.

L'ANGELO alla vergine Maria dice:

O regina del ciel, madre pietosa,
Or vò per lui, e dirogli ogni cosa.

L'ANGELO va a Lucifero e dice:

O tu che reggi l' anime perdute,
Alla madre di Dio presto verrai :
Per dimostrar tua ragione e virtude,
La scritta di Teofil porterai,

Ch'ella gli vuole al tutto dar salute,
E là con lei tu la disputerai.

El DIAVOLO dice all' angelo:

dice:

Or oltre andiam, bench' io conosca scorto
Ch'ella gli ha a perdonare, e fammi torto.

L'angelo e'l diavolo vengono alla vergine Maria, e l'ANGELO
O madre del Signore, ecco il ribello
Del tuo figliuol, e la scritta ha portata.

La VERGINE MARIA dice al diavolo:

O tu che reggi lo infernal drappello,
Dammi la carta che costui t'ha data.

El DIAVOLO risponde:

Fa' un po' pian, ch' all' infernal flagello
Debbe venir sua alma scellerata,

Chè, senza ch'i''l chiamassi, venne a mene
E fecesi mio servo, e negò tene.

La VERGINE dice al diavolo:

Tu sai pur chiaro, misero dolente,
Che Dio con la sua bocca ha già parlato:
Che qualunque ora il peccator si pente
Gli è rimesso ogni ingiuria e perdonato;
E Teofilo ha pianto amaramente

Il gran fallire e il suo crudel peccato;
Però dammi la carta ch' e' ti dette,

Chè 'l mio figliuol in ciel fra' buoni il mette.

El DIAVOLO risponde alla vergine Maria e dice:

I' ho costui d'un gran piacer servito
Che mi richiese: i' non ne lo pregai.
Di che son io da lui restituito
Della fatica che per lui durai ?
Non mi far torto: i' ho preso partito

Tener la carta e non la render mai,
Chè gli è mio uom, secondo che mi disse
Con la sua bocca, e di sua man la scrisse.

La VERGINE MARIA dice al diavolo:

Tu hai costui con trappole ingannato ;
Da' qua la carta, tu non la terrai.

El DIAVOLO risponde:

El mi s'è in corpo et in anima dato,
Tu sarai tu che invano la vorrai.

La VERGINE MARIA al diavolo dice:

Io ti comando per Jesù beato

Che tu la ponga giù con pene e guai,
E tòrnati allo inferno con tua setta.

El DIAVOL dà la carta e fuggendo dice:

Ecco la carta, io ne farò vendetta.

La VERGINE MARIA a Teofilo dice:

Ecco la carta del tuo pianto e duolo
Che tu facesti come cosa stolta,
E dinegasti me col mio figliuolo,
Et io gliel ho con gran fatica tolta.
Tu hai fuggito l' infernale stuolo,
Però fa' che sia savio un' altra volta:
Non voler più tornare in contumace
Col mio figliuolo: e resteratti in pace.

La vergine Maria sparisce, e TEOFILO ringrazia Dio e dice:
O signor mio, sempre sia tu laudato
Che m' hai cavato fuor di contumace,
E 'l mio crudel peccato perdonato
E dispostomi a far quel che ti piace.
Colui è pigro, folle stolto e 'ngrato
Che cerca fuor di te riposo o pace;

Si come al mal demon tolto hai il potere,
Donami grazia fare il tuo volere.

TEOFILO si rizza e va al vescovado e dice:

O glorioso Dio, lieto e giocondo
Che hai contento oggi e sazio il cor mio,
Ch' ero dannato all' intimo e profondo
E son tornato in gran grazia di Dio,
Oggi è mio il ciel e tutto quanto il mondo,
Oggi m'è sottoposto el dimon rio,
Oggi è quel dì ch'i' son come rinato,
Ch' ero perduto, e son fatto beato.

TEOFILO va a Monsignore e dice:

O monsignore, el di ch'io fu' privato
Senza cagione, io me ne disperai:
Lucifer per aiuto ebbi chiamato,
E fui restituito, come sai:

Poi mi ravvidi, e piansi el mio peccato
Tanto che perdonanza meritai;
La carta ch' io gli fe' con le man mia
Renduta m' ha la vergine Maria.

Però l' uffizio mio verrò lassando

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