Teofilo va a casa, e BELZEBÙ dice a un diavolo chiamato Farfalletto:
Va' presto, Farfalletto, al vescovado; Correndo a Monsignor, lo fa' dormire. Di', da parte di Dio, che nel suo grado Teofil presto de' restituire,
E vituperi e cacci quel Currado
Che a torto l'accusò senza fallire.
FARFALLETTO risponde a Belzebù:
Lassa far me, chè s'io lo giungo in sogno, Io farò che 'l farà tutto il bisogno.
FARFALLETTO dice al Vescovo che dorme:
O tu che sei dello gregge il pastore E dei le pecorelle conservare, Dice Dio che a Teofil facci onore, Currado mentitor vituperare,
Però che gli è contrito e di buon core E facea l'arte ben del dispensare,
E mai non fece in vita alcun difetto: Fatti con Dio, e fa' quel ch'i' t'ho detto. El diavolo sparisce, e 'l VESCOvo si desta e dice:
Presto, levate su, chi m'è da lato? Ch'i' ho sentito uno angiol parlare. Disse che tu, Currado, m' hai ingannato E fatto a torto Teofil privare, Ch'è stato a tutta dua un gran peccato; Oltre, va' via, Teofilo a chiamare.
Uno CHERICO risponde al Vescovo:
O monsignor mio car di buon talento, Tosto sia fatto il tuo comandamento.
El CHERICO va a Teofilo e dice:
Messer Teofil mio, padre gradito, Venite prestamente a Monsignore Che nello offizio v' à restituito, E ha che ve lo tolse gran dolore.
Messer TEOFILO risponde al cherico:
Chi piglia troppo in fretta un suo partito Si truova spesse volte in grande errore; Io non cercavo aver più vicariato : Pur quel che n'è cagion ne sia laudato,
Messer Teofilo e il cherico vanno al Vescovo, e giunti dice il VESCOVO: Messer Teofil mio, la mia ignoranza
Fu troppa, a prestar fede alle parole Di chi mal dice, e feci gran fallanza, E però molto me ne incresce e duole, E chiegotene espressa perdonanza, E far l'offizio usato ancor si vuole; Dispon di me come t' è proprio a grado, L'avere, el reggimento, e 'l Vescovado.
Messer TEOFILO risponde al Vescovo :
Di quel che tu facesti non mi doglio, Anzi, lieto e contento, assai mi piace. Da' l' offizio a chi vuol, ch'i' non lo voglio, Chè volentier mi sto nella mia pace. Non cerco pompe o borie o più rigoglio, Chè la superbia molto a Dio dispiace: Però ti priego, o caro Monsignore, Che tu facci ad un altro questo onore.
El VESCOVO risponde a Teofilo:
Stanotte un angel venne in mia presenza E disse ch'i' ridessi el vicariato;
Io tel comando per obbedienza, Chè così m'è da l'angiol comandato.
Messer TEOFILO risponde al Vescovo:
Per ubbidire, io porto in pazïenza E son contento fare il tuo mandato, E fa' del tuo voler la voglia mia, Poiche è voler di Dio che così sia.
El Vescovo gli mette l'anello, e CURRADO vecchio vicario s'inginocchia e dice:
O Teofilo mio, io fu' ingannato
E dissi mal di te, come tu vedi;
Ma se non mi perdoni il mio peccato, I' non mi leverò mai da' tuo piedi.
TEOFILO dice a Currado e rizzalo:
Sta su, Currado mio, tu sei salvato, Poi che ti penti e perdonanza chiedi; Non cerca Dio da noi oro o argento, Ma solo contrizione e pentimento.
Lo EBREO viene a Teofilo e dice:
Or che tu se' in signoria tornato
E hai la pompa e la dominazione, Si vuol de' benefici esserne grato, E ringraziar colui che n' è cagione, E chiedergli ricchezza e grande stato, E che ti dia maggior reputazione; Chè se stai fermo a lui co' tuo pensieri, Egli è cortese e fallo volentieri.
TEOFILO risponde allo ebreo :
Se per caso nessun ti vien veduto, O caro Manovel, tu gli dirai
Ch' io gli son più ch' a mio padre tenuto, E del servizio lo ringrazio assai.
Io non vo' che tu sia qui conosciuto : E però, Manovel, ti partirai,
Chè ognun mormorerebbe, a dirti il vero.
Lo EBREO si parte e dice:
Fatti con Dio, e tien fermo il pensiero.
TEOFILO pensa alquanto e poi dice da sè:
O misero dolente e sventurato,
Che ho commesso al mondo tanto errore! Ch'i' ho Cristo e la madre rinnegato, E son fatto del diavol servitore ! Dove vo, dove sto? io son dannato ! Chi dà aiuto o consiglio al mio dolore? Al die giudicio i' non arò riparo
Però che di mia man l'ho scritto chiaro.
TEOFILO ravvedutosi dice:
I'ho pensato un modo e una via Da poter riparare al mio dolore. Andar con pianto a' piedi di Maria;. Ella è sempre avvocata al peccatore. Et è, per perdonare, umile e pia, E pregherrà il figliuolo e mio signore Che mi perdoni il commesso peccato, Mostrando chiar che'l diavol m' ha ingannato.
TEOFILO va alla chiesa e dice:
Madre de' peccator Vergine pia, Colonna delli afflitti e sconsolati, Dè non guardare alla mia gran follia Ma prendati pietà de' mie peccati: Dè non acconsentir che l' alma mia VOL. II.
Ne vada nell' inferno fra' dannati; Risguarda me, chè 'l diavol m'ha ingannato Chè ho te col padre e il tuo figliuol negato. Misericordia, non mi abbandonare; Soccorso, aiuto, miserere mei;
Non mi lassar col mal demonio andare Che m'ha condotto a questi casi rei. Tu suoi esser parata a perdonare A chi s'ammenda: questo sol vorrei: Dè non guardare alla mia gran nequizia. Ma fa' misericordia e non iustizia.
La VERGINE MARIA appare a Teofilo e dice:
O folle peccator misero e 'ngrato,
Che vuoi, che cerchi, o che chiedi, o dimandi, Ch' ai el mio figlio a torto e me negato,
E ora indarno si la voce spandi ?
El fallir meco io te l'ho perdonato,
Ma que' del mio figliuol son troppo grandi Che mori in croce sol pel tuo peccato: E tu l'ai oggi tradito e ingannato.
Voltati a lui co' tuo prieghi a chiamallo, E piangi con la mente il tuo fallire.
TEOFILO dice alla vergine Maria:
I' ho commesso e fatto si gran fallo Che alzando gli occhi ognor mi par morire, E non saprei in qual forma pregallo, Considerando al mio crudel fallire. Ma tu, che è tuo figliuol, lo pregherrai, Chè tragga me di sempiterni guai.
La VERGINE MARIA dice a Teofilo:
Io non posso far cosa che tu vogli, Chè tu ai fatto troppo gran fallanza.
Madre, è necessità che tu mi sciogli, Se non che il mal nimico ha in me possanza ; Pier lo negò tre volte, e perdonogli, Paul pentito acquistò perdonanza; Cosi, sendo pentito dello errore, Arai grazia per me dal Salvatore.
La VERGINE MARIA dice a Teofilo:
Credi che sia di vergine incarnato, E che morissi per ricomperarti?
E credi il terzo di resucitato,
E credi fermo che sol può salvarti ? Credi che sia col padre in ciel montato, E credi il suo tornare a giudicarti? Credi e confessa che gli è sol Signore, Et io lo pregherrò pel tuo dolore. TEOFILO disteso in terra piangendo dice:
Credo e confesso te, madre di Dio Perfetto unito e vero in tre persone: E piango quanto posso il fallir mio, E chiamo Cristo in mia difensione, E cosi priego te, con buon desio, Presenti al tuo figliuol la mia intenzione.
La VERGINE MARIA dice a Teofilo :
Poi che pentito cerchi andar tra' buoni, I' voglio ire a pregar che ti perdoni.
La VERGINE MARIA sparisce, e Lucifero dice a Malatacca: Su, Malatacca, e' ti conviene andare
A Teofil vicario che è voltato.
Prometti ciò che vuol, ch'i' gliel vo' dare, Chè si ravvede e già piange il peccato. Cristo è pietoso e vogli perdonare:
Va' via, di' ch'i' gli ho a dare un principato.
MALATACCA dice a Lucifero:
Lassa far me, ch'io terrò modo e via Che tornerà nella tua signoria.
MALATACCA va a Teofilo e dice:
Teofil, Belzebù a te mi manda E dice ch' io ti venga ad ubbidire: Mancati nulla? or su, presto, comanda, Ch'io son forzato il tuo detto seguire. Tu sai che ciò che a lui si domanda Egli è desideroso di servire, Massimamente te che t' ama assai, E nel suo regno un principe sarai.
TEOFILO risponde al diavolo:
Va' torna a Belzebù che t'ha mandato E di' ch'io non son più suo servidore, E ch'i' ho pianto e piango il mio peccato,
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