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E' si farebbe frate molta gente.

El SECONDO: Tu vuoi pur ch' io ti dica il pensier mio?
Non è un primo frate che si pente.

El PRIMO dice:

Se non fussi piacer servire a Dio
Ognun se n' uscirebbe prestamente.

El SECONDO risponde:

Sai tu perchè vi stanno e' nuovi pesci?
Per non esser chiamati fra' riesci. 1

El PRIMO dice:

Per certo tu hai il diavol nell' ampolla :
Cotesta ipocrisia troppo t'inganna.

El SECONDO risponde:

El PRIMO:

Tu credi per vedere una cocolla
O una capperuccia, aver la manna.
Guarda che gli hanno dal papa una bolla
Che guai a quello che lor vita danna.
El SECONDO: La verità, fratello, io non la celo:
A Roma per danar s' arebbe il cielo.
El PRIMO dice: Ài tu perduto e' sensi e la ragione,
Che tu non pensi, cieco, al tuo peccato?

El SECONDO risponde:

Peccato ho io quando scuffio un cappone
Con qualche gentil vino accompagnato?

El PRIMO dice:

El cervel ti va pure a processione :
E' sarà buono darti vinto il piato.

El SECONDO risponde:

Io son per dirne infino a domattina,
Chè io gli farei, potendo, in gelatina.

El PRIMO dice:

Volendo pur questa vita provare
Dove ti par la regola migliore?

1 Intendi, probabilmente per non esser chiamati frati sfratati: Fra' riesci. Scherza sulla parola riescire. Chi essendosi fatto frate ed entrato in convento non ne volesse poi saper più nulla e n' escisse o riescisse, potrebbe esser chiamato fraʼriesci. Questo è il senso più probabile e adattato a questo luogo: tuttavia è da ricordare un modo presente e vivo della voce riesci che potrebbe anche appropriarsi al caso nostro. Oggidì in Firenze, quando taluno si pone a fare una cosa che non sa come andrà a finire, se riescirà bene o no, si dice: è un riesci (o volgarmente: un riusci). Nel nostro passo si potrebbe intendere che taluni si fanno frati non per vocazione ma per speranza di trovarsi bene, e benchè poi non piaccia loro la vita monastica, e' vi stanno perchè non si dica che ci sono entrati alla cieca, senza riflessione, sperando che loro riescisse bene.

VOL. II.

33

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Torna la istoria a santo ONOFRIO che camminando pel diserto dice:

Io son, dolce Jesù, sì stanco e lasso
Che a gran fatica mi sostengo in piè;
Senza te non si muove in terra un passo:
Però, dolce Signor, soccorri me :

Vuole il servo di Dio sempre star basso:
Però la fede mia è tutta in te :

Guidami a porto, o benigno Signore,

Chè senza te ogni soccorso muore.

El DIAVOLO vestito da romito apparisce a santo Onofrio, e

dice cosi:

Dove vai tu, figliuol, così soletto?

Chi t'ha condotto in questo bosco scuro?
Ài tu perduto il don dell' intelletto?
Un lupo appena qui si tien sicuro.

Santo ONOFRIO risponde:

Benigno padre mio, io vi prometto
Che il camminare a piè m'è molto duro.

El DIAVOLO dice:

Io tel credo, figliuol, che la età verde
Il senso natural talvolta perde.

Posati meco qui, figliuolo, alquanto,
Non entrar dentro in questo folto bosco.

Santo ONOFRIO risponde:

Ubbidir voglio al tuo precetto santo:

Benchè arrogante sia, io mel conosco.

Erbolati da signore. L'erbolato è una specie di torta fatta con varie erbe. Quel da signore, val in questo caso quanto Eccellente, Squisito; si usa anc'oggi a denotar cosa ottima, perfetta, comoda; così: questo è uno stare, un mangiar da signore.

El DIAVOLO trovando da mangiare dice:

De' tuoi affanni e' mi rincresce tanto:
Però, figliuol, per carità ti posco
Che meco in pace riposar tu voglia,
Chè d'ogni uman piacer la fame spoglia.
Chi ti dette, figliuol, si stran consiglio
A venir qua tra' lupi ad abitare?
Tu non sai ben quanto affanno e periglio
Sente colui che vuol romito stare :
Ritorna indietro, omè, benigno figlio,
Non ti lassar dal demonio ingannare;
La sposa tua fu la religïone,

E or cerchi, figliuol, la dannazione.

Santo ONOFRIO risponde e dice così:

Che mi dite voi, padre ? io mi parti'
Per acquistar maggior tesoro in cielo :
Se Cristo in croce per mio amor mori,
Perchè debbo fuggire il caldo e 'l gielo?

El DIAVOLO risponde :

Oïmè, figliuol mio, non dir così:

Ciò ch' io ti parlo io tel dico per zelo :
Ricordati del voto che facesti,

Se vuoi che la sua grazia il ciel ti presti.

Santo ONOFRIO conoscendo che questo era il demonio dice :
Certamente tu sei il lupo rapace,

Demon perverso, maladetto e rio;
Questo disegno tuo sarà fallace,

La mia speranza è tutta ferma in Dio :
Non creder col tuo diaccio la mia brace
Spegner, nè violare il corpo mio:

Spegni, dolce Jesù, tanto furore,

Chè ogni servo ubbidisce al suo signore.

El demonio sparisce, e santo ONOFRIO si parte dicendo :
Dimmi, dolce Signor, non sei tu mio?

Io so pur che 'l mio cuore arde per tutto:
Omè cieco e infelice, che dico io?
Non fusti tu per mio amor destrutto ?
Quando io penso, Jesù, che tu sei Dio
Ogni mio gaudio si converte in lutto :
Perch'io non so qual don sia tanto grande
Che mezo sia a si dolce vivande.

Uno ANGELO apparisce a santo Onofrio, e confortalo dicendo:
Salute, fratel mio; Dio ti dia pace:
Idio mi manda a te per tuo conforto :
Uno amor cordïal troppo a Dio piace,
Però chè per amor volle esser morto.
Tu hai fuggito le pompe fallace
Per giugner con salute al divin porto.
Non dubitar, cammina con disio,
Chè nulla può temer chi serve Dio.

L'angelo si parte, e santo ONOFRIO dice:

Omè, quanta dolcezza il mio cor sente!
Nulla non truova chi da Dio si parte:
Oh quanto gaudio ha l' uom che ben si pente
E segue Dio con ogni industria e arte!
Destati adunque, o sorda e rozza mente,
Spezza del mondo le vele e le sarte:
Se Dio è teco, e che più dolce stato
Che servire al Signor che t' ha creato?

Santo ONOFRIÓ giugne al luogo dove lui si vuole posare, e
dice così: Quanti cerri, ginepri, abeti e faggi
Surgono al cielo in questa valle ombrosa!
Non può qui el sol co' sua cocenti raggi
La terra offender mai, tanto è nascosa!
E' verdi bronchi e gli animal selvaggi:
Ride fra' folti prun la bella rosa:
Questo fia el luogo e la capanna mia;
Soccorri il servo tuo, dolce Maria.

Torna la istoria a certi malandrini che vogliono ire alla strada, e UNO di loro dice:

Branca, che fai?

El BRANCA risp. a Carpigna:

Dè, non mi tôr la testa,
Che io roderei s' io potessi la croce.
E tu, Carpigna, che fai monnaonesta?
E' par che tu non abbi lingua o voce.

CARPIGNA risponde:

Quando la borsa mia non mi fa festa
E' non è turco di me più feroce;
Ma ecco il Cuccodrilla e Bertuccione:
El diavol vorrà ire a processione. 1

1 El diavol vorrà ire a processione, Vuole avvenire qualcosa di di straordinario.

grosso,

E' MALANDRINI vengono cantando questa canzona:
Piglia il tempo come va:

Vita lieta e buona cera:
Questa gente poltroniera
Si vuol farne proprio dadi,
E vedrem quel che sarà.

Danar venga, e sia che vuole :
Frati, preti, ognuno al fondo:
Buona vita e star giocondo,
Zara a tutti e sia che debbe,

Chè ogni cosa al fin morrà.

Rompi, straccia, e taglia, e spezza

Carne, nervi, polpe e ossa:

Suona, tocca, odi la grossa?

Pissi pissi, e bolli bolli:
Forse un tratto finirà.

E' malandrini si scontrano in certi loro compagni, e il CAR

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Accorto convien far quest' arte e destro,
Chè l' uom si scontra spesso in un capestro.

El CUCCUDRILLA dice:

Tutti alla macchia, compagnon da verno:
Carpigna intorno velettando ❞ vada.

5

4

1 È difficile l'assegnar certo senso a quest'ultima strofa; ma pare che si alluda dai malandrini alla loro fine probabile, cioè all' impiccatura, preceduta dall'attanagliamento e accompagnata dal suono della campana e dal mormorare agitarsi della popolazione curiosa.

e

2 Io n'ho una dozzina alla cintura, forse tanto quanto dicesse: Io ne ho all'anima una dozzina.

3 Tutti mando all' erbetta e' mia briganti, forse si deve intendere Quelli in cui mi abbatto io gli uccido tutti, gli mando alla terra, alla fossa.

4 Compagnon da verno, Compagni forti, veri, compagni della cattiva ventura, e non solo della prospera e buona.

5 Velettare, stare alle vedette, o velette.

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