QUINTIANO : Come dicesti, per torgli la vita; Che di' tu, Teodora, che si stolta Santa TEODORA: QUINTIANO : Consolo, alquanto mie parole ascolta: Eurialo, di' le ragion tue E contra lei difendi la tuo parte: EURIALO: I' debbo morir, io che mostrai l'arte QUINTIANO : EURIALO: Di fuggir di quel loco: il primo fue, Se voi volete adorar lo dio Giove Se macular volessi il corpo mio Nè cavata del luogo iniquo e rio, Tu sai ch' io non vo'teco pace o tregua, QUINTIANO : E più di questo non ne star in forse; O sangue maladetto e ostinato, Andate presto a far quel che v'ho detto. Legati Santa TEODORA e EURIALO dicono cantando mentre vanno insieme: Benedetto sie tu, Jesù clemente; Riguarda e' servi tua ch'a morir vanno Pel santo nome tuo, poi che vinto hanno Rott' hanno il laccio dell' eterno danno. E ne' martiri e ne' dolor amari Godiam, di speme il nostro cuor pascendo. E l'uno e l'altro ha vinto il fier giudizio: Vanno dentro e sono ammazzati, e doppo gettati sul fuoco; e poi vien fuora COLUI che fece l'argomento e dice: Glorïose, felice e beat' alme, Che col sangue versato al ciel portate Non furno per la morte spaventate, Anzi pareva facessino a gara Chi avessi in pria le spade insanguinate. Che non gli è per Jesù la vita cara : Poi salutollo con pietosa grazia, E inginocchiata pose il collo abbasso E fe' la terra del suo sangue sazia. Are' mosso a pietà un duro sasso Vedendo la beltà sua cader morta; Movette allora il giovane il suo passo E disse: aspetta me, dolce mie scorta, Chè come insieme vinto abbiam la guerra, Cosi insieme entrïam del ciel la porta. E poste poi le suo ginocchia in terra, Cerchiamo adunque noi questo ben solo 348 RAPPRESENTAZIONE DEI SETTE DORMIENTI. La più antica edizione è cosi registrata dal BATINES, Bibl., pag. 61: La Rapresentatione de sette Dormienti; Di nuouo mandata in Luce. In Firenze l'Anno MDLIII del mese di maggio. In-4o di 12 c. con 14 fig. Indi son notate le due seguenti: 16 fig. In Fiorenza a stanza di Jacopo Chiti, 1571. In-4° di 12 c. con In Pistoia, per il Fortunati, s. a. In-4°. Catal. Pinelli, no 2577. Questa Rappresentazione si trova anche nella Appendice alla Storia del Teatro italiano di P. EMILIANI GIUDICI, pag. 419, Milano, Guigoni, 1860: e noi pure abbiamo stimato bene di riprodurla, sebbene le edizioni di cui dobbiam necessariamente valerci sieno assai scorrette; al che abbiamo qualche volta rimediato ritoccando i versi troppo lunghi o troppo corti, dove ciò poteva farsi senza soverchio arbitrio. La leggenda dei Sette Dormienti viene dall' Oriente; e la più antica menzione se ne trova in una Omelia di Giovanni arcivescovo di Sarug in Mesopotamia nel VI sec. (ASSEMANNI, Bibl. orient., I, 283). Di poi si trova anche in altri autori orientali, siriaci o greci e Dionigi di Antiochia la scrisse in siriaco innanzi il IX sec., e in cotesto secolo la scrissero in greco Fozio e Metafraste: nel X, Eutichio la inseri nei suoi Annali: ed è contenuta anche nei libri dei Maroniti e in quelli dei cristiani di Etiopia (DOUHET. Dict. des légendes, col. 1140). La leggenda fu ed è tuttavia notissima per tutto l'Oriente (cf. HERBELOT, Bibl. orient., 139) specialmente per la menzione che se ne fa nel cap. XVIII del Corano, intitolato appunto la Spelonca. Ivi la leggenda vien raccontata come fatto storico, e al miracolo principale altri se ne aggiungono di minor conto: che, cioè, il sole quando si levava passava alla dritta dell'entrata della caverna, e quando tramontava, a sinistra, perchè i suoi raggi non vi penetrassero che Dio spesso voltava i corpi dei Dormienti su un lato e sull'altro, affinchè non si corrompessero. Ai Sette Dormienti, Maometto dà per compagno un cane che stava sdraiato, colle zampe stese al limitare della caverna. » Alcuni commentatori sostengono che a questo cane spetti il nome di Al-Rakim che trovasi nel verso 8° di questo capitolo: ma il PIHAN (Étud. sur la lég. des sept Dorm., 1857) dice che i Musulmani danno a questo cane il nome di Qit'myr, Ketmir o Qot'mour. Secondo il Corano i Sette Dormienti stettero nella caverna 509 anni, mentre il VARAGINE, rifiutata l'opinione che li farebbe dormire 372 anni, afferma che il vero computo è di 196 anni. I Persiani, osserva il REINAUD (Monum. du cabinet du Duc de Blacas, I, 184; II, 59), celebrano tutti gli anni la festa dei Sette Dormienti, e i loro nomi sono divenuti possenti talismani, con i quali si crede potersi difendere dai colpi della fortuna. Neanch'essi hanno dimenticato il cane, e per ricompensarne lo zelo, gli è stato confidato, insieme con Khe'der e Ali, la cura delle lettere missive e delle corrispondenze; gli è stata pur anco concessa l'entrata in Paradiso insieme col montone sacrificato da Abramo in luogo del figlio, con l'asina di Balaam, con quella su cui Gesù entrò in Gerusalemme la domenica delle palme, nonchè colla giumenta sulla quale Maometto sali miracolosamente al cielo. Il PIHAN aggiunge che gli Arabi, i Persiani e i Turchi scrivono ordinariamente il nome di Qit'myr presso il sigillo delle loro lettere, affine di porle sotto la protezione di un si fedel guardiano. Il cane dei Sette Dormienti è rammentato anche dal persiano Gulistan nel Giardino delle Rose (vedi in Mille et un jours, ed. Aimé-Martin, Paris, 1840. pag. 587; e trad. Defrémery, Paris, Didot, 1858, pag. 34), e gli uomini della caverna sono ricordati dall'arabo MASUDI (Les prairies d'or, trad. par Barbier, etc., II, 325). Nel Journal Asiatique del febbraio 1841, si illustra una iscrizione araba relativa ai Sette Dormienti che trovavasi nella gran Moschea d'Algeri. È da osservare poi come altre consimili narrazioni favolose si trovino nei libri o nelle tradizioni dell' Oriente. Nel Corano, Il, 261, è parlato di un uomo, nel quale i commentatori riconoscono Ezra, che Dio fece dormire 100 anni e che allo svegliarsi credeva di aver dormito un giorno. Notisi che dormire e morire, risvegliarsi e resuscitare si esprimono in arabo collo stesso vocabolo; onde le diverse interpretazioni e traduzioni di questo passo. Aggiungasi la tradizione sul profeta Salih che dormi 20 anni in una spelonca. (WEIL, Bibl. legend. des Musulm., 54.) Anche nella tradizione ebraica si trova fatto cenno di questi sonni meravigliosi. Vedi nel Talmud gerosolimitano, tratt. Taânit., c. 3 e nel Babilonese, Taânit, 23, il racconto di Choni Hamma'agel che dormi 70 anni in una spelonca, durante gli anni della distruzione del tempio. Questa leggenda, alquanto amplificata, si trova in LEVI, Parabole, leggende e pensieri raccolti da' libri talmudici, Firenze, pag. 270; e nei Sippurim di WIENER, Praga, 1848, pag. 145. VOL. II. 30 |