Images de page
PDF
ePub

Suor IPPOLITA:

Suor ANGELA :

Suor IPPOLITA:

Suor ANGELA :

Suor IPPOLITA:

S'i' sto in sentimento

I' dileggerò loro,

E farò di coloro

Che staranno a vedere,
E darommi piacere

Col grifo a contraffarle;
Tutte vo' dileggiarle.

Io non son ben sicura;
E ho un po' paura,

Che 'l prior non s'adiri.
Angela, tu ti aggiri;

Io stimo questo, poco,
Perchè si starà al fuoco

Il nostro vecchierello,
E non porrà il cervello
Alle nostre parole.
Or sia come si vuole;

Noi siam deliberate 1
Non dir a questa festa,
Nè ci rompin la testa,
Chè 'l tempo perderanno;
E sol guadagneranno
Da noi qualche dispetto.
Ma vedo al dirimpetto
Venir la tua sorella.

Se la verrà, facci ella,
I' non son per mutarmi,
Nè mai per piegarmi.

Vien fuor suor DANIELLA e dice:

Suor ANGELA :

Suor DANIELLA:

Orbė, voi non venite?
E' parete smarrite:
Vedete che gli è notte,
E son tutte ridotte

Tutte le genti in sala.

Andate, e fate gala;

Noi non vogliam venire;

Non perder tempo a dire,

Chè tu potrai sonare.

O sorelle mie care,

vien

1 Con questo verso senza rispondenza, e così un'altra volta più sotto, turbato tutto l'ordine delle rime: ma noi lasciamo stare, seguendo le più antiche edizioni.

VOL. II.

28

Perchè fate voi questo?

E certo e' fie molesto
A tutte el vostro stare;
Non vogliate tardare
Di venirvi a vestire;

Acciò non s'abbia a dire

Che voi siate ostinate.

Le ci han ben trattate

Suor IPPOLITA:

Nel dividere e' panni!

Suor IPPOLITA:

Fatto ci han mille inganni,

Tolto hanno i me' per loro;
E le catene d'oro
Le collane e gli anelli

E' cuffioni e cappelli,
Ogni cosa s'han tolto;

A noi hanno rinvolto
'N un sacco certi stracci.
E' dicon che mi spacci
Di que' mettermi in dosso!
Io arei ben del grosso
S'a questo io obbedissi;
E se mai mi vestissi
Dite ch' io abbi errato.

E' par ci abbin trovato
Par nella spazzatura !

Di nessun ho paura,
E non son per vestirmi;
Tu ti affatichi a dirmi.

Suor DANIELLA: O pulitina mia,

Suor ANGELA:

Suor IPPOLITA:

Suor ANGELA :

E' non ci è carestia

Di veste e di collane.

Per vestir le befane
Si fanno cose tante;

E noi parrem le fante,
Voi parrete padrone;

Che diran le persone
Vedendoci si brutte?
Biasimeranno tutte

Le nostre maestre

Che non son state destre

A provederci.

I' son fornita a cenci

E ho certi rimbrenci: 1

Suor IPPOLITA:

O come parrò bella!
Infin, suor Danïella,
Noi non vogliam venire.

Vien fuora suor Gostanza:

Suor ANGELA :

Omè, che odo io dire:
Siete voi impazzate?
E già son ragunate

Tutte le gente in sala.
Mancava una cicala!

Venite, suor Costanza :
Egli è detto a bastanza:
Non ci far più sermoni
Ch' a noi non paion buoni,
Va, e fagli a te stessa;
Tu non sei la badessa,
Nè anche la priora.

Suor GOSTANZA: Orsù, sia in buon ora,

Suor MASSIMA :

Suor IPPOLITA:

Suor GOSTANZA:

Ditemi la cagione

Perchè siate adirate;

Voi sapete ch' amate
Vi ho sempre da sorelle.
Prego non siate quelle
Che la festa guastiate;
Non istate ostinate,
Chè incarico ne arete,

E so, se voi vorrete,
Ogni cosa andrà bene.

I' sento tante pene
Che mi si crepa il cuore:
E' son passate l' ore
E noi non siam vestite;

O che non ne venite!
Massima, non volere

Pregarci, e dispiacere

A noi dua a un tratto.
Costoro s' hanno fatto

1 Il Vocabolario registra Rimbrencioli e Rimbrencioloso: e coll' autorità del Redi che le indicò e di Pietro Aretino che le adoperò, le dice voci aretine ma d'uso in Firenze: nè su questa affermazione di un uso aretino usato in Firenze, mi fermerò a discutere, non potendo asserire che l'autore della Santa Teodora sia fiorentino, e anteriore a Messer Pietro. Rimbrenci vuol dire ciarpe, ritagli, stracci.

Suor MASSIMA :

Suor ANGELA :

Suor GOSTANZA:

Suor IPPOLITA :

Suor MASSIMA :

Nel cervel tal durezza,
E credon per certezza
Che sien divisi e' panni,
E piglian tanti affanni
Dicendo ch'e' migliori
E tutti e' bei colori
Abbian tolti per noi.

O quanto errate voi!
I'vo' che voi vegnate
E di tutti togliate
Quelli che più vi piace,

E perchè stiamo in pace
Di nulla ci curiamo,

Pur che presto ne andiamo
La festa a cominciare.
Se questo tu vuoi fare
Noi verrem com' un vento,
E certo ch'i' mi pento
Aver cosi parlato.

Egli è poco peccato;
Noi non direm nulla,

E direm che per burla
Fra noi scherzavamo;

Ma vi prego ch' andiamo
Che noi saremo a otta.

Arò io quella cotta?
Si, e un cuffiotto d'oro.

Ma i̇' vedo coloro

Che vestite escon fuora;

Camminate in buon'ora:

La sarà cominciata.

Vanno dentro a vestirsi, e viene fuora QUELLA che fa

mento, e dice:

Silenzio, udite, e fu già in Antiochia
Una vergin chiamata Teodora

Qual ebbe di bellezze tanta copia
Che il roman consol di lei s' innamora;
E d'ogni buon pensiero avendo inopia,
Procura di corromperla a ogn' ora:
Lei ch'altro sposo che Jesù non vuole,
Contradice con fatti e con parole.

[blocks in formation]

Arde il tiranno, e non punto si queta,
E spronalo ora l'ira e or l'amore;
La vergin Teodora stando cheta
Mostra vecchiezza nel giovenil fiore;
Preparata a morir contenta e lieta
Prima che mai offendere il Signore,
Menata al luogo delle meretrice
Casta n'usci, glorïosa e felice.

Il cristiano Eurialo vedendo
In man de' lupi star la pecorella,
Venne da lei in tal modo dicendo:
Muta meco le veste, o verginella,
E d'esto luoco ti parti fuggendo;
Ch'io vi starò rivestito di quella
Qual ȧi in dosso; non aver paura,
E tuo virginità starà sicura.

Tal cosa udendo il tartaro feroce
Manda alla morte il pïo giovinetto;
Teodora gridando ad alta voce:

I' son quell'io che senz' alcun rispetto
Vuol il vostro Signor sie posta in croce,
Non costui, che non ha fatto difetto:
Il giovan dice: lasciami morire
Non voler impedir il mio martire.

Sendo tra lor questa pietosa guerra
Fa l'una e l' altro il tiranno ammazzare;
Cosi vincendo qui l'un l'altro in terra
In cielo andarno insieme a trionfare.
Sapete che chi fa, qualche volt' erra:
Vi preghiam ci vogliate perdonare.
Se commettiamo error o inavertenzia,
Fanciulle siam, con poca esperïenzia.

Vengono fuora dua donne, Daria e Clarizia, e DARIA dice:
Clarizia mia, vorrei se ti piace

Ch' andassim' oggi a veder questa festa
Qual il consule fa, e non mi spiace
Che tutte dua abbiam si ricca vesta,

Perchè gli è segno che noi stiamo in pace
Con gli nostri mariti, e in gaudio e in festa.
Dicon nacque oggi il nostro imperatore;

Però noi siam tenute a fargli onore.

« PrécédentContinuer »