Dice SANTO SILVESTRO: Se dalla lebbra tu vuo' esser mondo Risponde CONSTANTINO: Al diavol e sue pompe io abrenunzio, E la cristiana fè vera pronunzio. SANTO SILVESTRO pone Constantino nella fonte e dice battez- E del Spirito Santo vero amore, Viene uno splendor da cielo e CONSTANTINO dice: Che nel mio core il santo amor produce. CONSTANTINO esce dalla fonte sanato e mondo, e dice: Or mondo son del corpo e della mente, SANTO SILVESTRO lo veste di bianco e dice: Ricevi in dosso questo bianco amanto, CONSTANTINO monta in sedia e dice: Alla mia madre, posta in orïente, Tal grazia a quella il sommo Dio conceda Oggi si facci da ciascun gran festa E della terra sia levato via; Nessuno sforza nostra legge onesta El GIOVANE con la citara licenzia il popolo : SECONDA PARTE DELLA RAPPRESENTAZIONE CHE SI RECITA IL DI SEGUENTE. Uno GIOVANE con la citara in mano dice: El magno Constantino a Dio converso Vinse contra giudei el gran conflitto Constrinse ancor Silvestro il gran dracone El nome di Jesú fu dilatato. A recitar questo oggi sol ci resta Un CAVALLARE vien sonando el corno e giugne a Constantino Porge le lettere, e CONSTANTINO lette quelle dice: Vo' che si sappi tutto quel che scrive. Porge le lettere al cancellieri e dice: Leggi qui, cancellier, mio servitore, El CANCELLIERE legge la lettera: Al suo augusto figlio Constantino Per tue lettere intendo el tuo destino Ma sol ti veggo incorso in uno errore: La vera fede è quella degli ebrei, Dice CONSTANTINO al cancellieri: Rescrivi indrieto, Cristo essere Dio El cancellieri scrive e spaccia el cavallare, e CONSTANTINO dice a' sua cosi: El mio palazzo a Dio vo' dedicare E detto sarà il tempio Laterano; Per questo apertamente vo' mostrare Che 'l vero Dio ciascun debbi adorare, E di mia man vo' porre il fondamento, CONSTANTINO discende di sedia e piglia una marra e disegna il fondamento e dice: Per questo verso cavate la fossa, Parando el fondamento allo edifizio. Cominciano a cavare, e CONSTANTINO segue: Piglia in sulla spalla un cofano dorato pien di pietre, e segue: El peso vo' portar giusta mia possa, Per acquistar da Dio suo benefizio. Dà la volta al cofano e vota e sassi, e segue: Mentre che edificano, giugne il CAVALLARE ad Elena imperatrice e dice: Da Roma insino a quì son già tornato E ho portato lettere di nuovo; Per camminar son tanto affaticato Che per lo affanno a pena ch'i' mi muovo. ELENA gli dà un fazzoletto pien di denari e dice: Risponde il CAVALLARE: Or ben dico io che contento mi truovo. Risponde ELENA: Non è guadagno che sia tanto lecito Legge ELENA la lettera e dice a' dottori degli ebrei : Dal mio figliuol augusto ho ricevuta A dimostrar la vostra mente acuta; A Roma meco, a far una dispùta, Risponde il PRIMO DOTTORE: Non dubitar, o sacra imperatrice, Dice il SECONDO DOTTORE: Certo sarà come il dottor vi dice, Risponde ELENA: Dapoi che congregati molti sete, A Roma meco tutti ne verrete. Vanno a Roma, e quando CONSTANTINO vede la madre si leva Risponde ELENA: Caro figliuol, el ben trovato sia; Risponde CONSTANTINO. Tu hai condotto una gran compagnia. Risponde ELENA : Da quella spero sarò mantenuta Nel creder mio, con vera sapïenzia, Come ti mostreranno alla presenzia. Constantino e Elena si pongono a sedere allato, e CONSTAN- Silvestro, chiama ancor e' tuo dottori Risponde SANTO SILVESTRO: Io spero in Cristo Signor de' signori, Dice CONSTANTINO: Giudici sien Zenofilo e Cratone Nessun di lor potrà esser sospetto |