Sarà morto e punito con supplizio.
Risponde SANTO SILVESTRO:
In ogni cosa Dio sia ringraziato Che tutto questo fa per nostro bene. Da poi ch'i' son pontefice creato Parato sono a patir crudel pene Acciò l'onor di Dio sia conservato In ciaschedun fedel, come conviene. Nessun debbe obbedir a tale editto, Però che questo sare' gran delitto.
Risponde il suo DIACONO:
Acciò non sian dissipati e disfatti Ascolta il mio consiglio, padre santo; Per fuggir el furor di stolti e matti Bene è uscir di Roma e star da canto; Abiteremo in sul monte Siratti, E quivi, contemplando, starem tanto Che fin si ponga a si duro flagello: Poi tornerem, passato che sia quello. Risponde SANTO SILVESTRO:
Tu hai parlato con buona prudenzia: Assai mi piace questa tua ragione; Qual è fondata sopra la sentenzia La qual nello Evangelio Cristo pone: Che non è atto contra conscienzia Fuggir tal volta la persecuzione, E dar luogo al tirannico furore, Servando con la gregge il suo pastore. Però tutti n' andremo in compagnia E starem là nel monte separati; Più non è già da star, mettiànci in via, 'Nanzi che siamo al principe accusati. El Signor nostro benedetto sia,
Che con sua grazia ci ha ben inspirati.
Da poi ch' abbiam questo partito preso, Insieme abiterem col core acceso.
Giunti al monte, dice SANTO SILVESTRO così:
Poi che noi siamo in questo luogo giunti, Insieme orazïon si vuol faccciamo.
Inginocchiati, segue SANTO SILVESTRO con li altri:
Signor, con umil cor tutti compunti Dinanzi a te la tua bontà preghiamo Che star ci facci in carità congiunti E nel servizio tuo perseveriamo: Leva da noi il flagel e la percossa,
Acciò chè la tua chiesa crescer possa.
Un SACERDOTE degli Idoli viene a Constantino e dice: El sommo sacerdote manda dire
Che 'l bagno in Campidoglio ha preparato, E per poter al vostro mal supplire Le donne co' figliuoli ha congregato: Dice che ora è tempo di venire,
E sol per questo mi v' ha qua mandato.
Parata or sia la trionfal carruca,
Acciò che in quella al tempio io mi conduca.
Monta in sul carro, e va con suoni, e vengongli incontro le donne scapigliate piangendo, e una per tutte dice: Bene è crudel e dura vostra corte
Inverso e' nostri miseri figliuoli,
Poichè terminato ha condurgli a morte Per dare a noi tormenti, affanni e duoli! Aprir, signor, di clemenzia le porte Chè sol ci puo' consolar, se tu vuoli; L'umanità rimuova la tua mano
Da sparger per tua vita el sangue umano.
CONSTANTINO lacrimando dice:
Mutato ho la speranza e 'l desiderio, Viste le madre afflitte alla presenzia; Però che il degno e gran romano imperio Nasce dal magno fonte di clemenzia. Non vo' dar al mio corpo refrigerio Con crudeltà d' infantil innocenzia, Ma, con pietà, il crudo e fiero editto Sia rimutato dal mio imperio invitto.
Meglio è ch'i' viva con dolor e stenti Che, senza quelli, aver nel cor el fiele; Meglio è morir per salvar gl' innocenti Che, per lor morte, aver vita crudele;
Al cor la crudeltà då gran tormenti, E la pietà gli è dolce più che mèle. Vinca per me clemenzia, vinca amore, Chè per bontà s' acquista vero onore. Porgete lor di molto argento e oro E pietre preziose e ricche veste, E' parvoletti ancor rendete loro Acciò possin andar in canti e feste.
Ricevuti e' presenti, la MADRE che parlò di sopra dice: Rendiȧnti grazia di tanto tesoro
Chè mai più non saremo afflitte e meste; Poi che converso in gaudio è il nostro pianto, Ci partirem da te con dolce canto.
Partonsi co' figliuoli in braccio, cantando: Cantando con diletto
Torniamo al nostro loco
Con festa, gaudio e giuoco Portando e' figli stretti al nostro petto. Converso è il pianto in riso,
E cruda morte in vita:
Non è da noi diviso
Il gaudio in questa gita,
Chè ciascuna è fornita
Di tutto quel ch' appetiva il suo affetto.
CONSTANTINO tornando al palazzo dice:
Con gran trionfo al mio palazzo torno, La crudeltà già vinta e superata; Ben degno è di memoria questo giorno Nel qual mia mente resta consolata; Mi par esser di gloria magna adorno, Per la misericordia che ò usata.
Giunto, discende del carro e dice:
Poi che dal sonno alquanto son costretto, Portatemi a posar sopra il mio letto.
Posato in su' letto, vengon San Piero e San Paulo, e SAN PIER
Perchè, signor, avesti in grande orrore
Spargere il sangue de' puri innocenti, Mandati siam da Cristo redentore
A liberar tuo corpo di tormenti
Per mezzo di Silvestro, buon pastore
Che ha fuggito e' tuo crudi spaventi, E ha seco cristïan condotti e tratti, E son nascosti nel monte Siratti.
La selva dove e' sono è qua vicina; Manda per quello e pe' sua buon compagni, E lui ti mostrerà una piscina
Che, se in quella il tuo corpo infermo bagni, Mondo sarà per la virtù divina,
Dotato di sublimi doni e magni.
Avuto che da quello arai il battesimo Fa' dilatar per tutto el cristianesimo.
Partonsi gli Apostoli, e CONSTANTINO svegliato dice a' sua mi- Ministri mia, udite il mio precetto:
Vostro cammino adesso piglierete Inverso il monte che Siratti è detto Dove Silvestro quivi troverete; Levategli dal cuore ogni sospetto, E da mia parte gli comanderete Che venga qui, dinanzi a mia presenzia, E non gli fate alcuna violenzia.
Vanno e' ministri, e SANTO SILVESTRO gli vede venire, e dice Verso di noi veggo venir soldati,
E quel che voglin non possiam sapere; Forse che noi saremo oggi citati A corte, come già mi par vedere. Siamo al martirio tutti preparati E a patir per Cristo abbiam piacere. E' me ne par veder espressi segni : Preghiamo Dio che ce ne facci degni.
Giunti e' soldati, dice il CENTURIONE:
Da parte dello eccelso imperadore Venga Silvestro e gli altri sua aderenti, Dinanzi a quel, che vi vuol far onore, E non temete che vi dia tormenti.
Risponde SANTO SILVESTRO:
Con gaudio ne vegnam senza timore, Perchè viviam sempre lieti e contenti.
Or su, mettianci tutti quanti in via; Da noi arete buona compagnia.
Giunti che sono, lo IMPERADORE inchinando il capo dice a Santo Silvestro :
Ben venga el mio Silvestro caro e degno, Che merita da me onor e gloria.
Risponde SANTO SILVESTRO:
Salute sia al tuo imperio e regno, E sopra quel da ciel venga vittoria.
Dormendo, ho visto uno stupendo segno Che sempre mi sarà nella memoria; Venuti sono a me duo magni Dei Che tuo nome m' han detto, e chi tu sei. Mondarrai dalla lebbra m' han promesso Se nella tua piscina io son lavato:
E tanto amor nel cuor e' m' hanno impresso Che tutto a Cristo mi son rimutato.
Per questo a mia presenzia t'ho intromesso Acciò che io sia da te ammaestrato. Dimmi, caro Silvestro, quel ti pare, Ch' ogni tuo buon consiglio vo' servare.
Risponde SANTO SILVESTRO:
Que' duo che tu vedesti in visïone Non sono dei, ma ben servi di Dio; Vere colonne di religïone,
Pietro con Pagol santo, giusto e pio: A que'tu porterai devozïone,
E rendi a lor onor con buon desio.
Se lor figure mostrar mi potessi Conoscerèle quando le vedessi.
SANTO SILVESTRO dice al suo diacono:
Ài tu portato teco quel quadretto Dove son le lor faccie figurate?
Io porto a Pietro e Paul tanto affetto Che meco lor figure ho qui portate.
Con desiderio di vederle aspetto Se le son del lor volto ben formate. El diacono le mostra, e CONSTANTINO segue: Simil son queste a quelle e molto eguale, E paion fatte proprio al naturale.
« PrécédentContinuer » |