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E fortemente m'hanno acceso il core;
Per far l' opere mie a Dio accette
Il predicar seguir vo' con fervore:
Adesso per andar mi metto in via.

Risponde SANTO SILVESTRO:

Va', predica, e poi torna a casa mia.

TIMOTEO va, e predica dicendo a parole:

A Dio piacer non può l'uom senza fede:
E quando ella è di carità formata
Fa l'anima del ciel esser erede.

Dove manca ragion, la fede è grata;
Perchè la passa ogni creato ingegno,
E d'error non può esser maculata.

Chi vuol di bene eterno farsi degno
Creda vera esser la fede cristiana
Che l'uom conduce nel celeste regno.

Ogni altra setta è reprobata e vana,
Però che ciascheduna error contiene
Che la dimostra tal quale è, profana.
La nostra, vera sola si mantiene
Fondata in quel che è somma verità,
Nel qual si vede e truova ciascun bene.
Lasciate ormai la vostra falsità,

E confessate Cristo vero Dio
Che vi trarrà di vostra cecità.

Egli è clemente, giusto, santo e pio,
E daravvi de' vostri error perdono:
Però venite a lui con buon disio.

Da quel riceverete il suo gran dono
Che ciaschedun farà lieto e contento,
E proverrete quanto Dio è buono.

Patir per Cristo ogni crudo tormento
Sarete con dolcezza preparati,
E non abbiate di morte spavento.
Venite voi che siate affaticati,
E ne' peccati vostri tanto stanchi,
Se fatti esser volete al fin beati.

Le mie parol vi sieno sproni a' fianchi
A camminar inverso del Signore,
Venendo 'nanzi, che 'l tempo vi manchi.

Su presto tutti pronti e di buon core

Alla fede cattolica venite,

E al Signor servite con amore,

Tenendo a Cristo vostre mente unite.

Giugne il CAVALIERE co' sua fanti, e dice a Timoteo pigliandolo pel braccio:

Sta' forte, che tu sei nostro prigione

E al prefetto ti convien venire,

Però che alla tua falsa opinïone
El popol nostro cerchi pervertire.

Percuotelo col bastone e segue:

Prima tu proverrai questo bastone,
Chè di mia propria man ti vo' punire;
Dipoi maggior tormenti ti riservo
Se in tua opinïon starai protervo.

Mentre che lo conducono, dice TIMOTEO cosi:

Con gran letizia volentier ne vengo;
Fate di me tutto quel che vi pare:
Nella mia fede el cuor sempre mantengo
E mai da questa mi potrò mutare:
Lieto per quella ogni flagel sostengo,
Parato ancor la morte sopportare.

Risponde il CAVALIERE:

Orsu sta' cheto, non dir più parole,
Chè tu farai quel che 'l prefetto vuole.
Giunti, dice il CAVALIERE al prefetto così:

Eccelso e magno prefetto Quirino,
Noi t'abbiam qui condotto un seduttore,
Che predica qua in luogo a noi vicino,
Disseminando un vano e grave errore;
Però che rende falso onor divino
A Cristo, morto come malfattore;
Già quello ho messo in esecuzione
Di che mi desti la commessione.

El PREFETTO dice a Timoteo:

Dirȧmi di che gente e nazione
Tu sei, e di che luogo a noi qua vieni,
E dove è la tua propria abitazione,
E se hai possessïon di ben terreni;
Qual setta segui, e qual opinïone
Con tua disputa e predicar mantieni,
Però che intendo oggi da te sapere

Se star vuo' sottoposto al mio volere.

Risponde TIMOTEO:

Di nobil gente son, vero cristiano,
E d'Antiochia a Roma son venuto;
Abito appresso a Silvestro romano,
Che in sua abitazion m' ha ricevuto;
Appresso a me`ricchezze cerchi invano,
E se mi fussin date io le rifiuto;
Predico Cristo, e quel vo' mantenere,
Come pel mio parlar tu puo' vedere.

Se mi comandi quel che sia onesto
Parato son di volerti obbedire;

Ma contra Cristo non m' esser molesto,
Chè a sua fede non vo' contradire.

Se vuo' sapere, il mio pensier è questo:
Prima voler cruda morte patire

Che voler mai el mio Signor offendere.
Per quanto ho detto, già tu mi puo' intendere.

Risponde il PREFETTO:

Nel tuo parlar ti veggo molto ardito

E parmi che nel mal sia ostinato;
E però vo' che da me sia punito,
Protervamente avendo tu parlato.

Risponde TIMOTEO:

Fa' quel ti par, chè mai sarò partito
Dal mio Jesù che 'l cuor m' ha roborato.

Dice il PREFETTO a' ministri:

Per questa sua parola tanto sciocca
Rompete a quel con un sasso la bocca.

El cavaliere gli dà d'un sasso nella bocca, e TIMOTEO dice:
Non resterò per questo confessare

La verità della fede di Cristo:
Fammi quanto ti piace lacerare,
Chè questo mi farà del ciel acquisto.

Risponde il PREFETTO:

Ancor ardir di nuovo hai di parlare,
Pien di malignità, ribaldo e tristo?

Voltasi a' ministri e segue:

Dice TIMOTEO:

Fatelo batter con verghe ferrate,
E tutto 'l petto suo gli lacerate.

Non sarà già mai tratta del mio petto

Per pena alcuna la cristiana fede;
Però fa' quel ti par,

duro prefetto,

Chè 'l mio cuor sempre in Jesù Cristo crede.

Dice il PREFETTO a' ministri:

Parmi che del suo mal abbi diletto,
Poi che da me dolori e pene chiede;
Sopra 'l suo petto date tal percossa,
Ch'i' vegga denudate tutte l' ossa.
E' ministri lo percotono, e TIMOTEO dice orando:

Jesù, porgi il tuo aiuto al mio tormento,
Jesù, dammi soccorso con tua grazia,
Jesù, ascolta e intendi il mio lamento,
Jesù, mia voglia fa' sola in te sazia,
Jesu, dolori immensi per te sento
Jesù, mia alma sempre ti ringrazia,
Jesù, al mio martor dammi conforto,
Jesù, conduci la mia barca al porto.

Dice il PREFETTO:

Poi ch'i' ti veggo cosi ostinato
E che al tuo error non è rimedio,
Io ti condanno sia decapitato,
E trarrò me e te d' angustia e tedio.

Risponde TIMOTEO:

Per questo aspetto in cielo esser beato
E libero sarò di tanto assedio.

Risponde il PREFETTO:

Bene è tua mente pien d'errori e stolta,

Poi che vuo' che la vita ti sia tolta.

TIMOTEO 'nanzi sia decapitato, si inginocchia e dice orando:
Ora è venuto il mio ultimo punto :

Or chieggo a te, Signor, mi dia fortezza.
Fammi esser, Jesú mio, a te congiunto
Avendo della fede tua certezza.
Ricorro a te, col cor tutto compunto
E la mia volontà te solo apprezza.
Però con tua virtù, dammi vittoria,
Acciò ch'i' venga alla tua santa gloria.

El boia gli taglia la testa, e il CAVALIER dice al prefetto:

Questo cristian ch'abbiamo adesso morto
Stimo, signor, ch' avessi gran tesoro,

E però quanto io posso ti conforto
Che facci ricercar suo argento e oro.

Risponde il PREFETTO:

Farami presentar presto e di corto
Silvestro, appresso il qual fece dimoro:
Chè, come stimo e giudico di certo,

Tutto il suo patrimon gli arà offerto.

El CAVALIER va co' sua compagni e dice a Santo Silvestro:
Sollecita, Silvestro, e vienne presto,
Chè ti vogliam far buona compagnia.

Risponde SANTO SILVESTRO:

Per che conto e da chi son io richiesto?
Chè, s'i' lo so, mi metto adesso in via.

Risponde il CAVALIERE:

Al venir non ti sia grave e molesto,
Chè non ti sarà fatto villania;
A te siam dal prefetto qua mandati
Per conto di tesori a te donati.

Risponde SANTO SILVESTRO:

Ecco ch'i' vengo molto volentieri,
Chè di tesor alcun non ho notizia.

Risponde il CAVALIERE:

Se tu vorrai entrar per buon sentieri
Non aspettar ti sia fatto ingiustizia:
Benchè venuti siamo armati e fieri
(Cosi richiede la nostra milizia),

Ciascun di noi sarà tuo buon compagno,
Sperando teco far un buon guadagno.

Venuto Santo Silvestro con due compagni, dice il CAVALIERE

al prefetto:

Condotto abbiam Silvestro qui presente,
Come tua signoria ci ha comandato.

Dice il PREFETTO a Santo Silvestro:

Saper voglio un secreto apertamente:
Se Timoteo el suo tesor t' ha dato.

Risponde SANTO SILVESTRO:

Da viver non avendo quel nïente
Allo abitacol mio s'è presentato:
E come a mendicante e molto povero
Sotto al mio tetto gli ho dato ricovero.

Dice il PREFETTO:

Dimmi, Silvestro, come avesti ardire
Ricever un cristian qual è costui?

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