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Che nuove e' cieli, el sole e gli elementi,
Che, se di tale errore e' si rimuove
E lassi questi falsi ingannamenti,
Io ti farò veder cose alte e nuove,
Che tutt' a dua resterete contenti,
E farotti di lui sposa verace.

Risponde DARIA :

Or sù, pon, signor mio, tuo core in pace.

DARIA va a trovare Grisante e dice cosi:

Salviti, signor mio, Venere bella
Che m'ha di tue bellezze innamorata:
Abbi pietà di questa verginella
La qual per tua ancilla a te s'è data.
Se 'l Ciel vuol, signor mio, che io sia quella
Che sia da' tuo begli occhi tormentata,
Tu sai ch' errar non posson, signor mio,
Però che la natura è quel che dio.

1

Io ho disposto, o che mi dia la morte,
O che per tua ancilla oggi m' accetti:
Se tu mi serri di pietà le porte,
Io veggo e' sensi dalla morte stretti.
Sarai tu, signor mio, si crudo e forte
Che muover non ti possin mie diletti?
Tu se' la mia speranza e 'l mio conforto :
Soccorri, signor mio, non mi far torto.

GRISANTE maravigliandosi di tanta bellezza, dice a Daria:

Se per un matrimonio che è temporale
Tu mi prometti dar tanta bellezza,
Se col parlar che par proprio immortale
Tu cerchi tor da me tanta durezza,
Se per volermi far seguire il male
Tu usi nel parlar tanta dolcezza,

E sai ch' io son di terra e pien d'errore,
Pensa quel che faresti al mio Signore!

DARIA tutta commossa, scusandosi, dice:

O dolce signor mio, sappi che quando
Io venni innanzi al tuo gentile aspetto,
Mi mosse tanto il caso miserando

2

1 Le ediz. ricorrette: Sai ch' io non erro, signor mio grazioso; Colui tu

se' che mi può dar riposo.

2 Le ediz. ricorrette: Se per un sol diletto temporale.

Del tuo infelice padre poveretto,

Pel qual ti vengo, signor mio, pregando
Che tu lievi dal cuor si van concetto,
E pensa ch' egli è padre, e tu figliuolo,
E che dolore egli è trovarsi solo.

GRISANTE comincia a disputare con Daria e dice:
Dimmi che grazia a questi vostri Dei
Chieder si debbe, quando l' uomo adora ?

Risponde DARIA :

Sappi che tutti quanti e' pensier miei,
E di ciascun che i nostri Dei adora,
È di pregar che da' maligni e rei
Ci guardin d'ogni tempo, punto e ora.

GRISANTE a Daria:

Per certo ch' io non posso immaginare
Che un ch'è guardato mi possa guardare.

Chè, se non fussi il gran provvedimento,
Sarebbono ogni notte lacerati;
Perchè non caschin per acqua o per vento
Voi gli tenete col ferro legati.

Chi è quel cieco, fuor del sentimento,
Che non conosca che sono insensati?
Si che ritorna a Dio, padre clemente,
Che a tempo è chi col cor sempre si pente.

DARIA convertita, tutta lieta dice:

Sia ringraziato Dio, padre superno,
Che m'ha pel servo suo mostro la via,
E datomi tal lume e tal governo
Che ancor salvar potrò l' anima mia :
Chè, quanto più con la mente discerno,
Adorar questi Dei è gran pazzia :
Però dispongo al tutto battezzarmi,
E vo' di Cristo serva e ancilla farmi.

GRISANTE battezzandola dice:

Io ti battezzo, per virtù del Padre
Del Figliuol poi e lo Spirito Santo,
E priego te, sorella e santa madre,
Ch'ella ti vesta del suo sacro ammanto :
Se vuoi vestire di virtù leggiadre,
Volta sempre a Maria la voce e 'l canto,
Perch' ella è fonte e mar di ciascun bene,
Donde ogni grazia in questo mondo viene.

GRISANTE E DARIA vanno predicando, e dicono cosi:
O stolti e fuor del vero sentimento
Che siate tanto nello error protervi,
Come credete voi che uno elemento
Nello stato di grazia vi conservi?
Iddio ha fatto el ciel e 'l firmamento
Del qual e' vostri Dei son fatti servi:
Non crediate che 'l mondo stato sia :
Ciechi, tornate alla diritta via.

DARIA predicando dice:

Anzi vanno adorando una figura
La qual non parla, non ode e non vede :
Quel che ha fatto Dio e la natura
Nessun di noi in alcun modo el crede:
Quando verrà per voi la sepoltura,
Dove non speri alcun trovar merzede
Perchè e' convien che quel che nasce muoia,
L'alma all' inferno, alla terra le cuoia.

UNO ROMANO udendogli, dice:

Chi son costor che predicando vanno,
E hanno tanto popol convertito?

Risponde UNA DONNA :

E' son cristian che con malizia e 'nganno
Si m'hanno già levato el mio marito.

El ROMANO dice:

E' si vuol ire a riparare al danno,
Acciò che Claudio ci pigli partito ;
Però che in questo ogni virtù consiste :
Chi presto e bene al principio resiste.

El ROMANO trovando el prefetto dice:

E' son qua dua, magnifico prefetto,
Che hanno la fede messa in iscompiglio ;
E se non si ripara con effetto

E' potrien dare allo imperio di piglio.
Hanno di Cristo molte cose detto,
E molti hanno seguito el lor consiglio :
Si che ripara con prudenza e' ngegno,
Chè poca cosa fa voltare un regno.

El PREFETTO dice al cavaliere:

Va', cavaliere, intendi el caso a punto, E se fia il vero io gli farò dolenti.

El CAVALIERE dice a' birri:

Oltre su, presto, mettetevi in punto :
Io so pur che al mangiar non siate lenti.

Risponde UNO BIRRO per tutti:

Ognun di noi, o cavaliere, è smunto:
Di roba e di danari noi siam spenti:
Noi andiam tutto el di drïeto a un messo,
ristoro abbiam de' sassi spesso.

E

per

El CAVALIERE truova Grisante e dice:

Siate voi quei che i nostri Dei sprezzate,
Gente perversa,
maledetta e fella?

Risponde GRISANTE:

Noi predichiam di Dio la veritate,
Che incarnò di Maria vergine bella.
Poi, per salvar la nostra umanitate,
Morte sostenne per amor di quella.

Questo è quel che ciascun brama e desia.

El CAVALIER gli fa menar via!

Oltre, su presto, menategli via.

Giunti Grisante e Daria dinanzi al prefetto, el PREFETTO

dice:

Son questi que' cristiani scellerati

Che vanno el popol nostro sollevando ?

Risponde GRISANTE:

Noi siam servi di Dio e battezzati,

Ch' andiam pel mondo Iesù predicando.

El PREFETTO dice:

Del vostro error sarete castigati,

Chè, quando io vengo a costor ben pensando,
Costor con loro inganni e false vie

Tengono el mondo pien di ipocresie.

El PREFETTO gli manda ad adorare l' idolo e dice:

State su, cavalier possenti e franchi,

Io vo' che vo' intendiate il pensier mio :
Io ho disposto al tutto, e che non manchi,
Che qui Grisante adori el nostro Ďio ;
E, se non lo farà, nessun si stanchi

Di far che pianga el suo peccato rio.
Fate che a' nostri Dei facci orazione.

E comanda che Daria sia messa in prigione :
E Daria presto sia messa in prigione.

El CAVALIERE mena Grisante al tempio e dice:
E' ti bisogna qui disporti al tutto
Far sacrificio al nostro Ercole santo.

Risponde GRISANTE:

E' sarà il corpo mio prima destrutto
E prima finirò mia vita in pianto,
Ch' adorar voglia un legno senza frutto,
Lassando Dio che creò tutto quanto,
L'abisso, el cielo, el sole e gli elementi :
Più presto io vo' patir mille tormenti.

El CAVALIERE dice:

Io so che al fin tu muterai pensiero :
Dè, guarda pur che l' ira non trabocchi.
Risponde GRISANTE :

Fa' quel che vuoi, chè quello in cui spero
Mai tolto mi sarà davanti agli occhi.

El CAVALIERE legandolo dice:

Oltre, veggiam se costui è si fero :
Facciam che 'l corpo suo per forza scoppi:
Leghianlo stretto in tal modo, che 'l core
Lassi gli spirti, e muoia di dolore.

El CAVALIERE volendo legare Grisante e stringendolo, non potendo, dice:

Che vuol dir questo? io non lo posso
Questo mi pare un caso molto strano,
Che un sol da tanti si possa difendere :
Dunque il nostro poter sarà pur vano?

Un ALTRO cavaliere dice:

intendere:

Io veggo un nerbo a sua potenza arrendere :
Può far il ciel che stringer nol possiȧno?
Menianlo alla prigione strettamente,
Ch'io intendo che 'l prefetto sia presente.

Tornano al prefetto, e UN DI LORO dice:

VOL. II.

Noi siam davanti a tua magnificenza
Venuti tutti, come si richiede:
Tu sai che noi facemmo dipartenza
Per far Grisante tornare alla fede:

Ma tanto grande è stata sua potenza

Che senza mai mutar, non ch' altro, un piede,
Potuto ha più che tutti quanti noi:

Si che fa' or di lui quel che tu vuoi.

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