Ricoglitore italiano e straniero: ossia Rivista mensile europea di scienze, lettere, belle arti, bibliografia e varietaPresso Antonio Fortunato Stella e Figli, 1836 |
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Términos y frases comunes
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Pasajes populares
Página 145 - Sois-moi fidèle, ô pauvre habit que j'aime! Ensemble nous devenons vieux. Depuis dix ans je te brosse moi-même, Et Socrate n'eût pas fait mieux. Quand le sort à ta mince étoffe Livrerait de nouveaux combats, Imite-moi, résiste en philosophe: Mon vieil ami, ne nous séparons pas. Je me souviens, car j'ai bonne mémoire, Du premier jour où je te mis: C'était ma fête, et, pour comble de gloire, Tu fus chanté par mes amis. Ton indigence, qui m'honore, Ne m'a point banni de leurs bras; Tous...
Página 114 - In superbia il valor, la santi tate passò in ipocrisia, le gentilezze in cerimonie, e '1 senno in sottigliezze, l'amor in zelo, e 'n liscio la beltate, mercé vostra, poeti, che cantate finti eroi, infami ardor, bugie e sciocchezze, non le virtù, gli arcani e le grandezze di Dio, come facea la prisca etate. Son più stupende di Natura l'opre che '1 finger vostro, e più dolci a cantarsi, onde ogni inganno e verità si scuopre.
Página 354 - S'aduna voglioso, si sperde tremante ; Per torti sentieri, con passo vagante, Fra tema e desire, s'avanza e ristà ; E adocchia e rimira scorata e confusa Dei crudi signori la turba diffusa Che fugge dai brandi, che sosta non ha.
Página 207 - ... i guai della vita , sappiamo compiangerli e soccorrerli. Tu, o Compassione, sei la sola virtù! tutte le altre sono virtù usuraje.
Página 145 - C'est encore un doux souvenir. Feignant un soir de fuir la tendre Lise, Je sens sa main me retenir. On te déchire, et cet outrage Auprès d'elle enchaîne mes pas. Lisette a mis deux jours à tant d'ouvrage : Mon vieil ami, ne nous séparons pas. T'ai-je imprégné des flots de musc et d'ambre Qu'un fat exhale en se, mirant? M'at-on jamais vu dans une antichambre T'exposer au mépris d'un grand ? Pour des rubans la France...
Página 354 - Le note latebre del covo cercar; E quivi, deposta l'usata minaccia, Le donne superbe, con pallida faccia, I figli pensosi pensose guatar. E sopra i fuggenti, con avido brando, Quai cani disciolti, correndo, frugando, Da ritta, da manca, guerrieri venir: Li vede, e rapito d'ignoto contento, Con l'agile speme precorre l'evento, E sogna la fine del duro servir.
Página 574 - Erano sette in una schiera, e tutte volto di donne avean, pallide e smorte, per lunga fame attenuate e asciutte, orribili a veder più che la morte.
Página 574 - Ale hanno late, e colli e visi umani, Pie' con artigli, e pennuto '1 gran ventre. Fanno lamenti in su gli alberi strani. E '1 buon maestro: — Prima che più entre, Sappi che se' nel secondo girone, (Mi cominciò a dire): e sarai, mentre Che tu verrai nell'orribil sabbione.
Página 122 - Musa latina, vieni meco a canzone novella: te al novo onor chiama quinci la squilla mia, sperando imponer fine al miserabile verso, per te tornando al già lagrimato die. Al novo secolo lingua nova instrumento rinasca: può nova progenie il canto novello fare. Questi versi sono fatti con la misura latina elegantemente, cosa insolita in Italia. Notasi che bisogna accommodarsi al tempo, e che i Latini s'abbassino alla lingua introdotta da...
Página 120 - Né mi si potria dir mai ch'io fosse empio, se da te, che mi scacci in tanto scempio, a chi m'invita mi rivolgerei. Deh, Signor, io vaneggio; aita, aita! pria che del Senno il tempio divenga di stoltizia una meschita.