Facezie e motti dei secoli XV e XVI: codice inedito Magliabechiano

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G. Romagnoli, 1874 - 151 páginas
 

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Página vi - Storia del pubblico Studio e delle società scientifiche e letterarie di Firenze, II, Firenze, appresso Carli, 1810, pp. 22-23; T. BOZZA, Scrittori politici italiani dal 1550 al 1650, Roma, Ed. di « Storia e Letteratura », 1949, p.
Página vii - Catalogo dei testi a penna dei secoli XIII, XIV e XV, che si conservano nella pubbl.
Página 87 - De remin memorandarum, ediz. cit. p. 427. Dante desinando con uno suo amico, il quale era riscaldato facilmente dal vino et dal parlare, che tutto sudava ; et dicendo questo tale : Chi dice il vero non si af faticha ; sobgiunse : Io mi maraviglio bene del tuo suddare . Facezie e motti dei «ecoli XVe XVI. Codice inedito magliabechiauo. Bologna, Komagnoli, 1874, u. 140, p. 91. Dante disse un garbetto nell' udire un oratore che faceva una dicerìa al S.
Página 107 - Merlino con buona provisione, il cui uflcio era scrivere le simplicità che si facevono nella sua corte. Occorse che havendo il re a mandare a Roma lettere in frecta, non si trovò (salvo uno Bichino) corriere, che gli bastassi l'animo d'andarvi nel tempo che '1 re voleva, quale era brevissimo. Rispecto alla distantia, fecegli il re dare mille ducati et spacciollo. Scripse questa cosa messer Merlino al libro : il re , saputolo , lo dimandò perché l
Página 86 - Martegli, el quale, a quell' ora tornava a desinare (che costumava levarsi la mattina a buon' ora) ; et riprehendendo decto Lorenzo, che si levava troppo tardi, Lorenzo gli domandò quello che egli haveva facto dappoi che s'era levato. Rispostogli Ugholino, che haveva [facte] certe sue gite per divotione, et udito la messa de...
Página 86 - Ugholino, che haveva [facte] certe sue gite per divotione, et udito la messa de' chantori in Sancto Giovanni; Lorenzo gli dixe, che valeva molto più quello haveva sognato in quello tempo, che ciò che lui havessi facto in tutta la mattina '.
Página viii - Cartesiano di Bald. Castiglione, benché sia a notarsi che le nostre sono scritte in antecedenza; altre finalmente fanno parte della raccolta di messer Lodovico Domenichi; e perché da lui riportate quasi che colle identiche parole, é lecito supporre, eh' egli abbia avuto alle mani il nostro codice.
Página 80 - Confessandosene poi, il prete le disse, che non era peccato, poi che lei era stata sforzata. La donna dixe : Lodato sia Iddio, che io me n' ò pure cavata la voglia uno tracto sanza peccato!
Página 62 - Tre cose nere, tre blanche, tre piccole, » tre lunghe e tre grosse conviene avère alla » donna a esser bella.
Página 123 - Romn, si trovò a cena col cardinale di Pavia, chiamato messer lacopo da Lucca, il quale già era stato in Firenze come povero cappellano, et, tra li altri, maestro in casa Lorenzo di Piero Francesco de