Rivista musicale italiana, Volumen 10

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Fratelli Bocca., 1903
 

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Página 74 - L' anima mia, che, con la sua persona Venendo qui, è affannata tanto. Amar che netta mente mi ragiona, Cominciò egli allor sì dolcemente, Che la dolcezza ancor dentro mi suona. Lo mio Maestro, ed io, e quella gente Ch' eran con lui, parevan sì contenti, Come a nessun toccasse altro la mente.
Página 692 - Allora mi parea che lo cuore, ove era tanto amore, mi dicesse : "Vero è che morta giace la nostra donna". E per questo mi parea andare per vedere lo corpo...
Página 708 - Ma la natura e le cose inanimate sono sempre le stesse. Non parlano all'uomo come prima: la scienza e l'esperienza coprono la loro voce: ma pur nella solitudine, in mezzo alle delizie della campagna, l'uomo stanco del mondo, dopo un certo tempo, può tornare in relazione con loro, benché assai meno stretta e costante e sicura; può tornare in qualche modo fanciullo, e rientrare in amicizia con esseri che non l'hanno offeso, che non hanno altra colpa se non di essere stati esaminati, e sviscerati...
Página 708 - Virgilio volle qui esprimere (fine e profondo sentimento e degno di un uomo conoscitore de' cuori ed esperto delle passioni e delle sventure, come lui) quel piacere che l'animo prova nel considerare e rappresentarsi, non solo vivamente ma minutamente, intimamente e pienamente la sua disgrazia, i suoi mali...
Página 720 - Le altre arti imitano ed esprimono la natura da cui si trae il sentimento, ma la musica non imita e non esprime che lo stesso sentimento in persona, ch'ella trae da se stessa e non dalla natura, e così l'uditore.
Página 692 - ... errare che fece la mia fantasia, apparvero a me certi visi di donne scapigliate, che mi diceano: <Tu pur morrai>; e poi, dopo queste donne, m'apparvero certi visi diversi e orribili a vedere, li quali mi diceano: <Tu se
Página 74 - Alle sue note: ed ecco il veglio onesto, Gridando: Che è ciò, spiriti lenti? Qual negligenza, quale stare è questo ? «» Correte al monte a spogliarvi lo scoglio, Ch'esser non lascia a voi Dio manifesto.
Página 626 - ... is dear, whose heavenly touch Upon the lute doth ravish human sense ; Spenser to me, whose deep conceit is such As, passing all conceit, needs no defence. Thou lov'st to hear the sweet melodious sound That Phoebus...
Página 73 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l'aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle, Facevano un tumulto, il qual s' aggira Sempre in quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando a turbo spira.
Página 692 - ... cominciai a piangere fra me stesso di tanta miseria. Onde sospirando forte, fra me medesimo dicea : Di necessità conviene, che la gentilissima Beatrice alcuna volta si muoia.

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