Opere di Giosuè Carducci ...

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Ditta N. Zanichelli, 1884

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Page 32 - CASCIA l' isola tua tanto diletta, Lascia il tuo regno delicato e bello, Ciprigna dea, e vien sopra il ruscello, Che bagna la minuta e verde erbetta. Vieni a quest' ombra, ed alla dolce auretta, Che fa mormoreggiar ogni arboscello, A' canti dolci d' amoroso augello: Questa da te per patria sia eletta.
Page 285 - In vii difesa, ma dei Galli a danno. Al forte fianco sproni ardenti dui, Lor virtù prisca ed i miei carmi, avranno: Onde, in membrar ch'essi già fur, ch'io fui, D'irresistibil fiamma avvamperanno. E armati allor di quel furor celeste Spirato in me dall'opre dei lor avi, Faran mie rime a Gallia esser funeste.
Page 354 - Romanzi, i Giornali, e altre cose di questa fatta che affaticano i torchi, io le conosco di nome ma non di vista ; e scroccando le nuove politiche e quelle del caos letterato qua e là per le conversazioni, a casa mia per mio cibo quotidiano adopero certi libri, che se i nostri prosatori di versi e verseggiatori di rime gli vedessero, si farebbero il segno della santa Croce.
Page 240 - Cui simul infula virgineos circumdata comptus ex utraque pari malarum parte profusast, et maestum simul ante aras adstare parentem sensit et hunc propter ferrum celare ministros aspectuque suo lacrimas effundere civis, muta metu terram genibus summissa petebat. Nec miserae prodesse in tali tempore quibat quod patrio princeps donarat nomine regem.
Page 252 - Tito Lucrezio Caro Della natura delle cose libri sei Tradotti da Alessandro Marchetti.
Page 285 - D'irresistibil fiamma avvamperanno. E armati allor di quel furor celeste Spirato in me dall'opre dei lor Avi, Faran mie rime a Gallia esser funeste. Gli odo già dirmi : O Vate nostro, in pravi Secoli nato, eppur create hai queste Sublimi età, che profetando andavi.
Page 120 - Già l'uscio aperto avea de l'oriente la puttanella del canuto amante e 'n camicia correa bella e ridente a lavarsi nel mar l'eburnee piante; spargeasi in onde d'oro il crin lucente, parca l'ignudo sen latte tremante ea lo specchio di Teti il bianco viso tingea di minio tolto in paradiso; 16 quando a la mostra uscì tutta schierata la gente.
Page 142 - ... del ridicolo del Tassoni. È un sorriso aristofaneo, pieno, largo, soavemente diffuso in tutto il pensiero e in tutta la forma; sorriso spensierato, se vuoi, e talora plebeo; ma dopo il quale non sogghigni né fremi con amarezza.
Page 285 - Ricreare letteratura degna alla nazione e la nazione a quella ritemperare, fu a Vittorio Alfieri termine fisso di tutte le facoltà, opera continua di tutta la vita. A questo indirizzò gli affetti che ebbe da natura sùbiti e veementi, educò la fantasia che volle mostrare virilmente severa, ordinò i pensieri che nutrì generosi nella splendida ira; e degli affetti, della fantasia, de'pensieri fe' tale contemperamento, che ne riuscì uomo, scrittore, pensatore novo ed eguale.
Page 32 - Cerchi chi vuoi le pompe e gli alti onori, le piazze, i templi e gli edifizi magni, le delizie e il tesor, quale accompagni mille duri pensier, mille dolori. Un verde praticel pien di be...

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