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Voltasi el CAVALIERE verso el popolo e dice:

Pel caso occorso di grande stupore,
Licenzia dà il prefetto a chi volessi
Rendere onore a Barbara eccellente
Senza timor, lo facci apertamente.

El PRETE che la battezzò e il MAESTRO di casa cantano dinanzi al corpo di Santa Barbara dicendo:

O anima beata, o corpo santo,

O vaso pien di vera sapïenzia,

Contener non possiam gli occhi dal pianto
Rendendo onore a te con reverenzia.
L'alma tua in ciel trionfa in festa e canto,
E il corpo è in terra alla nostra presenzia ;
Priega per noi il tuo sposo diletto

Che ci conduca al suo divin conspetto.

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Francescho di Giouanni Benuenuto sta dal canto de Biscari A di V di febrajo M. D. XVI. In-4 di 8 c.

Le altre ediz. notate dal BATINES, Bibl., p. 52, sono queste :

In Firenze MDLIX. In-4 di 8 c. con 5 fig.

Senza nota (s. XVI). In-4 di 8 c. col front. istoriato.

In Siena, alla loggia del Papa. S. A, In-4 di 8 c. con fig.

- Di nuouo riuista da Francesco d'Annibale da Ciuitella. In Siena

alla loggia del Papa, 1620, In-4 Ediz. simile alla preced.

Il soggetto della Rappresentazione è tolto dalla Leggenda aurea.

L'ANGELO annunzia:

Al nome sia della eternal clemenza
E della madre sua vergine e sposa :
Volendo dimostrar la gran potenza
Che Dio concede alla gente pietosa,
Vedrete di Grisante la scienza
E di Daria, clemente e degna rosa;
E se starete con devozione

Vedrete una mirabil passïone.

POLEMIO padre di Grisante dice di voler andare a Roma, e chiama e' servi dicendo:

State su, servi mia, mettete in punto

Ch'io vo' di Roma pigliare il viaggio :
E tu, Grisante, acciò che sappi a punto,
Io intendo far di te qualche buon saggio,
E vo' che alla virtù tu sia congiunto
E che tu sia l'onor del mio lignaggio,
Però che la dottrina è un tesoro

Che acquistar non si può per forza d'oro.
GRISANTE risponde al padre:

O caro padre mio, quanto è contenta
L'alma venire al mondo a tale stato!
Ogni mia forza alla virtù è intenta,
E spero che 'l tuo cuor sia consolato ;
Non si creda nessun senza sementa
Che 'l frutto della terra gli sia dato:
Disagi, affanni, vigilie e prestezza
Conducon l'uomo in ogni grande altezza.

POLEMIO dice a' servi di partire:

Or oltre, andianne tutti in compagnia,
Chè non è tempo più di dimorare.
Uno SERVO risponde al signore e dice:

Quando vi piace di pigliar la via
Potete a vostra posta camminare.

POLEMIO s' avvia dicendo:

Poi che gli è in punto, sare' gran pazzia
Volere il tempo indarno consumare,
Chè a' padri questo è dato per natura
Por sempre ne' figliuoli ogni lor cura.

POLEMIO cammina e giugne a Roma, e truova lo imperadore
Io son venuto, o magno imperadore,

e dice:

A visitar la tua sacra corona,

Qual è di tanta forza e tal valore
Che sopra al ciel la fama sua rintruona.
Giusta cosa è che 'l servo pel signore
Metta e' figliuol, l' avere e la persona
Non si curando nulla possedere
Sol per la patria il padre mantenere.

Però venuto sono in queste parte

1

Dove è lo specchio e 'l lume di scïenzia,

1 Cioè: sol per mantenere il padre (cioè, il Signore) per la patria. Ma le

edizioni posteriori: Per patria, padre e madre mantenere.

Dove son d'insegnare e' modi e l'arte,
La fonte di virtù e di eloquenzia:
Perchè chi el tempo con ragion comparte,
Reggendo la sua vita con prudenzia,
Colui acquista onor, tesoro e fama:

E questo è sol quel che mia voglia brama.

Lo IMPERADORE rallegrandosi della venuta di Polemio, dice:
Tu sia per mille volte il ben venuto:
Non dubitar ch' io ti farò contento.
Io vo' che 'l tuo figliuol sia provveduto
Di ciò che facci a tal provvedimento. 1
S' io ho l'aspetto suo ben conosciuto,
La effigie porta del suo padre drento.

Lo IMPERADORE dice a' servi suoi:

Menatel, servi mia, al cattedrato,
E fate che sia bene ammaestrato.

Uno SERVO mena Grisante a' dottori, e dice così:
Esimii dottor prudenti e degni,

A voi mi manda el nostro imperadore,
E priegavi, con tutti quelli ingegni
Che usar si può a chi ode un dottore,
Che a questo giovinetto ognuno insegni
Con fede e diligenzia e con amore.

Uno DOTTORE dice per tutti:

Non più; chè nostra fama all' arte estende
Quanto uom per noi più di scïenzia prende.

Uno DOTTORE comincia a insegnare a Grisante, e dice:
Si placet vobis legere, legatis
Utrum dignior sit philosophia.

Un ALTRO dottore dice:

Hunc librum primo illi ostendatis
Ubi docetur modus, ars et via.

L'ALTRO dottore dice:

Doctrina est, ut bene rem sciatis,
Primum exemplum in geometria,
Quando quis rem per causam ostendit,

Sicut bene philosophus comprendit.

GRISANTE studiando gli viene alle mani el libro de' Vangeli, e fra sè dice: O stolto fuor del vero sentimento

Le ediz. posteriori: Di ciò bisogna al suo provvedimento.

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