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Sia teco, e sempre ti facci felice
Quel che Giovanni ha predicato tanto.
Tien fermo il dubitar; se a te non lice,
Io verrò a te: conforta e' tua novizii

Che seguin la virtù fuggendo e' vizii.

In questo giugne in Antiochia dove è Santo Ignazio, un
CORRIERE e dice al Pretore:

Buone novelle a tutti quanti reco:
Traiano è presso a poche leghe a voi
Sur un trionfo, e tanta gente à seco
La terra triema e 'l ciel de' fatti suoi.
Dice che vien per riposarsi teco;
Provedi a pane e vin più che tu puoi.
Grida, rumore e strepito si sente,

E va sosopra tutto l' orïente.

El PRETORE udito el corriere, dice al suo scalco e cavaliere Su, scalco, a te s' appartien questa cura:

così:

A carne, strame e vino e pan provedi.

Lo SCALCO risponde al pretore :

Fia fatto, sta' sicur, senza paura,
Chè più robba ci fia che tu non credi.

El PRETORE a'sua servi e baron dice:

Andiȧngli incontro noi fuor de le mura,
E in ginocchion ce gli gittiamo a' piedi.
Presto su, caminiam, mettiamci in via,
Chè noi siam servi alla sua signoria.

Vanno incontro a Traiano, e giunti, il PRETORE in ginocchioni dice a Traiano:

Giove e Saturno con Bellona e Marte
Ti faccia vincitor d'ogni battaglia.

TRAIANO risponde al pretore:

Ho soggiogato il mondo in ogni parte,
Perchè l' imperio in fama e 'n gloria saglia.

El PRETOR a Traiano risponde:

In te è forza, ingegno, astuzia et arte:
Fortuna co' tua par non si travaglia.
Tu vinci lei ch' ogni vincitor vince,

E sei signor de le mondan province.

Giunti al luogo del Pretore, Traiano smonta del carro e

Cosi insegnando, imparar a sapere,
Le sue cose tacer, le altrui lodare,
E sempre mai cercar di far piacere:
Però fermate le paterne voce,

Chè 'l silenzio ci giova, e 'l parlar nuoce.

Santo IGNAZIO chiama un suo discepolo e dice:

Vanne in Ierusalem, truova Maria
E questo breve in le sua man darai;
Saluta tutti lor da parte mia,
E fa' tanto di ben quanto tu sai.
Se tu trovassi Ilario per la via
Al romitorio suo ti poserai,

Ma perchè c'è un po' lungo il cammino,
Porta del pane, e un barletto di vino.

El DISCEPOLO tolte le cose dice:

Datemi, padre, la benedizione,

Ch'io son parato a far ciò che m'ai imposto;
Mi raccomando a le vostre orazione:
Pregate Dio per me che torni tosto.

Santo IGNAZIO risponde al discepolo:

Abbi sempre Giesù per devozione;

Cosi verso di lui sta' ben disposto :
Va' poi sicuramente, e non temere.

El DISCEPOLO risponde:

Fie fatto, Ignazio, ciò che v'è in piacere.

Va el DISCEPOLO a la Vergine Maria e giunto a lei dice, essendo lei con San Giovanni Evangelista:

Salve, dolce Maria, pietosa e santa,
Ave, madre di Dio, di grazia piena,

Regina celi, immaculata pianta,

Oggi ti veggo posta in tanta pena

Che 'l cor nel mezzo el petto mi si schianta:
Giovanni, Marta e Maria Maddalena,
Ignazio a tutti una epistola manda,
E mille volte a voi si raccomanda.

La VERGINE risponde al discepolo:

Quanto la tua venuta mi sia grata,
Sallo Colui che sa tutte le cose.

El DISCEPOLO dice a la Vergine Maria:

Non istar, madre, tanto adolorata,

E voltasi al Cavalier e dice:

Fa', cavalier, che costui sia legato,

Ch'io vo'ch'e' tristi un di sien conosciuti.
Mettetelo in prigion, guardatel bene,

E poi lassatel castigar a mene.

Ora mettono in prigion Santo Ignazio, e TRAIANO dice:
Io son costretto a Roma far ritorno,

E quivi vo' lo esercito fermare;

E poi mi poserò per qualche giorno:
Mandami Ignazio e fallo ben guardare.

El PRETOR risponde a Traiano:

So che gli arà tanta gente d'intorno
Che se volessi, e' non potrà rastiare. 1

TRAIANO al pretor dice:

Vo' che sia pasto di selvaggie fiere,
E dargli morte, sol per mio piacere.
TRAIANO ammonisce il pretore e dice:

2

Tien la terra abondante e con dovizia,
E sia severo; e nel parlar, d'un pezzo.
Cinque cose corrompon la giustizia:
Amore, odio, timor, preghiere e prezzo.
Da' premio a' buon, punisci ogni tristizia,
E regnerai in questo luogo un pezzo:

Non far quel che non vuoi che 'l popol faccia,
Chè quel che piace a noi, par ch'a lor piaccia.
Bisogna prima sè ch' altri correggere,
E insegnar prima a sè, ch' altri insegnare,
E quel che vuoi per te per altri eleggere,
Chè 'l vizio non può il vizio biasimare.
Vuolsi con la ragion giustizia reggere,
Pietà sempre con essa mescolare;
Dolce in aspetto e in giudicar severo,
E buon cognoscitor dal falso al vero.
TRAIANO dice al capitan delle gente d'arme:
Invitto capitan, fa' metter bando
Come doman di qui mi partirò,
E vien tutta la gente rassettando.

1 Rastiare o Raschiare per Scappar via, Svignarsela è registrato con es. del Firenzuola. Ved. anche vol. I, 18.

2 Esser d'un pezzo, come ha anche l' Ambra, o tutto d'un pezzo, come più comunemente si dice, vale essere intero, schietto, leale.

Venirmi per dolor la vita meno.

El DISCEPOLO a la Vergine Maria dice:

Io piango il pianto del tuo giusto lamento, 1
E son d'ogni mestizia e doglia pieno.
La VERGINE MARIA a San Giovanni dice:

Giovanni, figliuol mio, dè, sia contento
Legger il breve, e risposta fareno;
Vedi quel che la epistola contiene.

San GIOVANNI risponde:

Madre, lassate questa briga a mene.
San GIOVANNI legge la epistola e dice:

Christifere Marie suus Ignatio:
Nuovo alla fè, discepol di Giovanni,
D'udir del tuo Iesù non fui mai sazio:
Tu fusti a lui familiare tanti anni:
Scrivimi el suo flagel, torment' e strazio,
Chè l' inganno d'altrui me non inganni:
Confermati da te, per te, in te

Sieno e' novizii mia nella tua fè.

La VERGINE MARIA a San Giovanni:

Giovanni, la risposta gli farai:
Digli che presto lo visitereno:
Che creda tanto quanto detto gli hai,
E alle persecuzion constanti stièno.

San GIOVANNI a la Vergine Maria dice:

Seguirò tanto quanto imposto m' hai,
E per parte di noi gli narrereno

Che 'l voto osservi e 'l santo cristianesimo,
Fuggendo e' falsi dei del paganesimo.

Dipoi scrive la epistola; e il DISCEPOLO mentre si scrive, dice a la Vergine Maria:

Quanto a me paia el lassarvi fatica
Voi dovete stimar, chè assai mi duole.

La VERGINE MARIA al discepolo dice:

Noi el conosciamo senza che tu 'l dica:
Vuolsi sempre voler quel che Dio vuole.
San GIOVANNI dà la epistola al discepolo:

Tien qui, fratel, che Dio ti benedica :
Tra noi non ispendiam troppe parole.

La VERGINE MARIA al discepolo:

Saluta Ignazio e' discepoli suoi.

1 Così hanno tutte due le stampe più antiche.

El DISCEPOLO a la Vergine Maria dice:

Sarà fatto, Maria, ciò che tu vuoi.

El Discepolo caminando, dua assassini l'assaltano, e uno detto el TINCA, dice:

Sta' forte, compagnon, da' qua il mantello : Vego sei lasso, stracco e faticato.

El DISCEPOLO al malandrino dice:

Caro diletto e dolce mio fratello,

Stu fai quest' arte, tu sarai impiccato.

El MOSCA, secondo assassino gli dice:

Spogliati presto infin al giuberello,
E dàcci, se tu hai, danari allato.

Io giuro a' santi Dei che se tu nicchi
Prima impiccherem te, ch' altri noi impicchi.

Spogliato che l'hanno, el TINCA dice:

Vanne, tristo ribaldo, al tuo cammino:

Io ti vo' rivestir di bastonate. 1

Dannogli de le bastonate, e lui fugge; et il Mosca al suo compagno dice: Egli è più scusso e netto che un bacino,

Fornito a panni, e in punto per la state. 2

El TINCA risponde:

Guarda se gli è in quel barlotto, vino:
Poi dividiam queste cose rubate :
Cercheremo ogni cosa, chè e'lor pari
Porton nascoso adosso assai danari.
El MOSCA piglia il barlotto e bee, e dice al Tinca:
Calcagno di monel, questo è buon gesso,
Ma parmi ben che la botte sia al basso.

El TINCA risponde:

Cotesta gola tua mi par un cesso,

E vego che 'l cervel t'ha andar a spasso.

Risponde el TINCA:

Io pur m'azzuffo volentier con esso.

El TINCA dice:

Anch' io ne voglio, stolto babbuasso.

1 Frase da registrarsi nei vocabolarj.

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2 Netto come un bacino, o un bacin da barbiere ha es. del Casa e del Lasca. Le parole del secondo verso: fornito a panni ec. sono ironiche, come ognuno facilmente comprenderà.

8 Calcagno in lingua furbesca vale appunto monello, ond'è come se dicesse, con modo comune al discorso familiare: monello d'un monello. E pure in lingua furbesca, gesso vuol dir vino.

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