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ORIGENE va in luogo eminente, e predica a parole, dicendo:
Colui che degnamento il mondo regge

Per condur l' uomo a suo felice stato
A quello ha dato la divina legge,

E vuol che tal decreto sia servato
Da ciaschedun che può usar ragione,
Con adiutorio a quel concesso e dato.
Dieci precetti a nostra instruzione
In quella posti sono e collocati,
E ciascheduno ha sua propria cagione.
E' primi tre a Dio sono ordinati,
E gli altri sette al prossimo reflessi,
In duplicata carità fondati.

E sono insieme tanto ben commessi
Che l'uno all'altro è forte unito e stretto;
Chi quelli intender vuol, questi son dessi.
Adora un solo e vero Dio perfetto,

E non voler suo nome violare:
Santifica la festa con diletto.

Tuo padre e madre ancor debbi onorare,
E non esser del prossimo omicida,

E carnalmente non voler peccare.

Furto non far qual a mal fin ti guida,

E falso testimonio non dirai,

Chè bene è stolto chi in bugia si fida.
La donna d'altri non appetirai,

E non desiderar cosa alïena,
E così questa leggie osserverai.

Allor tua mente resterà serena,
Della divina grazia avendo il pegno,
E di letizia e gaudio fia ripiena.

E però con tue forze e con ingegno
Questa divina legge sempre osserva,
E di beata gloria sarai degno.

Questo premio celeste Dio reserva
A' veri osservator de' suo precetti,

E nel ben, con sua grazia, gli conserva,
Avendo quelli a tanta gloria eletti.

El prete e il fante giungono a Barbara, e il PRETE dice:

Barbara, a te mi manda quel dottore

A cui scrivesti, e la risposta aspetti;

Eccola qui, leggerai il suo tenore :
Dipoi monda sarai da' tuo defetti.

BARBARA presa la lettera, dice:

La lettera m' è grata e 'l suo latore,
Onde mi fieno esposti e' mie concetti;
Alla presenzia vostra io la vo'leggere,
Chè, errando, mi possiate voi correggere.

Leggie la lettera, dicendo a parole :

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Barbara, per le tue domandi e chiedi
Se son più Dei o uno io ti rescriva.
El vero Dio è uno, e in quel credi,
Dal quale ogni creato ben deriva.
In quel son tre persone, attendi e vedi,
Chè sol l'intende chi ha fede viva :
Padre e Spirito santo col Figliuolo
Non son tre Dei, ma è uno Dio solo.

Per noi ha preso il figlio carne umana,
Dal padre eterno in terra a noi mandato,
Acciò che nostra colpa fussi sana,
La qual procede e nasce dal peccato
Che 'l primo uom fece con suo mente vana,
E in ciascun uom da quello è derivato;
Da questa colpa, quale è tanto prava,
L'acqua del suo battesmo monda e lava.

Per tanto io t' ho mandato el sacerdote
Dal qual riceva tanto sacramento,
Acciò da te tue colpe sien remote
E l'alma tua conduca a salvamento.
E se'l demon la mente tua percuote
Sue tentazion non ti dieno spavento,
Per Cristo sia parata a patir morte,

Se vuoi salire alla celeste corte.

El PRETE dice: Tu hai per questa lettera compreso
Quel che tu debbi interamente credere.

Risponde BARBARA :

Io ho, padre mio caro, a pieno inteso
Quel che m'è scritto el mio ingegno eccedere:
Ma sol per fede il cor mio resta preso
E vo' col mio intelletto a tutto cedere.

Mondatemi, or che l'acqua è qui presente.

Risponde il PRETE:

Rispondi prima al mio dir fedelmente.

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Or su, prendi el battesimo.

Dice il PRETE:
El PRETE spargendo l'acqua, dice:

Io ti battezzo, senza alcuno errore,
Nel nome dello immenso Padre eterno
E del Figlio e del Spirto Santo amore,
Unico Dio, che di tutto ha governo.

Segue, e dice a Barbara:

Ora è l'alma tua piena di splendore,
E chiusa t' è la porta dello inferno.
Oggi per te aperto è il paradiso
Con gran letizia, festa e canto e riso.

BARBARA dice: Con somme laude el Signor mio ringrazio
Del ricevuto tanto eccelso dono:

Mio cor laudarlo non sarà mai sazio,
Vedendo quanto gli è clemente e buono.

El PRETE dice:

Sua legge ama più ch'oro e che topazio,
E se l'offendi chiedi a quel perdono,
Però che tanto è grande sua clemenzia
Che'l peccator riceve a penitenzia.

SANTA BARBARA truova el maestro da murare, e dice:
Maestro architettor dello edifizio,

Essendo quel già presso al fin construtto,
Vorrei che nella torre in gran servizio
Non due, ma tre fenestre, sieno in tutto.

LO ARCHITETTORE risponde:

Dal padre vostro arei grave supplizio
E di mia arte io ne sarei destrutto;
Far due fenestre ho sol commissïone,
Acciò che sia più forte il torrïone.

Risponde SANTA Barbara :

Fa' quel ch'i' dico: io ti farò sicuro
Dal padre mio, e di quel non temere.
Giunge il MAESTRO di casa e dice:

Adempi el suo comando e rompi el muro
E non ti contraporre al suo volere ;
Architettore, io ti prometto e giuro
Che fatto e' ti sarà sempre il dovere :
Lassa col padre a me solver tal nodo.

Risponde lo ARCHITETTORE:

Or oltre, su, facciamo a vostro modo. L'ARCHITETTORE fa la terza finestra, e SANTA BARBARA dice al maestro di casa:

Mentre che oggi siate stato assente
M'è stata la risposta presentata
Del dottor Origen tanto eccellente,
E son dal suo mandato battezzata ;
Ancora esorto voi sinceramente
Vogliate che tal grazia vi sia data.

Risponde il MAESTRO di casa:

Del tuo parlar io son contento e lieto,
E battezzar farommi poi in secreto.

DIOSCORO torna, e dice a santa Barbara:

La ben trovata sia; porgi tua destra. SANTA BARBARA risponde porgendo la mano:

Si ben, voi siate, padre, il ben tornato.

Risponde DiosCORO:

Di gentilezza tu mi par maestra.

SANTA BARBARA risponde:

Tanto dimostro quanto io ho imparato.
DIOSCORO alza gli occhi alla torre e dice:

Chi ha qua fatto una terza fenestra,
Che di due sole io avevo ordinato?

SANTA BARBARA risponde:

Sono stata io per mia consolazione,
Di che ve ne dirò or la cagione.

Per tre fenestre mi si rappresenta
Tre persone divine in una essenzia:
In quelle contemplar resto contenta,
Seguendo la cristiana sapïenzia.

Risponde DIOSCORO:

Che mi di' tu? fa' che più non ti senta
Dir tal parole piene di demenzia.

SANTA BARBARA risponde:

In questa fede son constante e forte.

DIOSCORO alza la spada e dice:

Aspetta, or di mia man ti do la morte.

Santa Barbara si fugge e nascondesi, e DIOSCORO dice a' servi:
Portatela per forza a me di peso

Con onta e vilipendio e con dispetto,
Sendo da lei così vilmente offeso

Condur la voglio in persona al prefetto.

E' servi vanno per pigliarla, e lei viene incontro al padre

e dice:

El cor mi s'è d'amor divino acceso

Qual ha spento il timor drento al mio petto;
Non fuggo più, ma vengo volentieri.

Risponde DiosCORO :

Andiamo, entra qua in mezzo a' mia scudieri.

Giunti dinanzi al prefetto, DIOSCORO dice:

VOL. II.

Signor prefetto, per servar giustizia,
Condotto ho la mia figlia qua presente;
Contro alli Dei ha fatto inimicizia

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