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Questi son de' tuo inganni e tuo lacciuoli!
Tu mi vorresti far uscir del bosco,
Chè ha' per mal che gli uomini stien soli.
El tuo cibo par dolce, et è pur tosco,
E' tuo diletti son poi pene e duoli.
Questo non è caduto a uom mortale,
Ma è caduto dal regno infernale.

LO SPIRITO veggendo che non lo toglie, vi mette uno monte d'oro,
e dice cosi: Se tu non hai a questo acconsentito
Forse è rimasto perchè ti par poco,

Ma metterotti innanzi un tal partito
Che certamente tu muterai gioco;
E se di ciò io rimarrò schernito,
Mai più vo' ritornare in questo loco,
Perchè dell' oro suol vincere il suono

Ogniuno, e sia qual vuol, cattivo o buono.

ANTONIO va pel diserto e truova il monte dell' oro, e dice:

O mala bestia, ancor non se' tu lasso
Di farmi insidie, pur al modo usato?
Già è gran tempo non son ito un passo
Che tu non m' abbi sempre codïato:
Ma oggimai tu puoi andare a spasso,
Da poi che ti se' invano affaticato;
Ben se' da poco, e parti essere astuto:
Credendo guadagnar, tu hai perduto.

Dua malandrini si riscontrano insieme, e l'uno si chiama Scaramuccia e l'altro Tagliagambe, e SCARAMUCCIA dice: O Tagliagambe, che va' tu facendo,

E d'onde vieni? ha' tu buone novelle?

Risponde TAGLIAGAMBE e dice:

I'ti vo' dire il vero, io non t' intendo,

Ma ben so ch' i' non l' ho nè buon nè belle;

E son condotto in modo ch'i' m' arrendo,

E

per danar tornere' dalle stelle,

Nè darmi pace in nessun modo posso,

Perchè non m'è rimasto in borsa un grosso.

Risponde lo SCARAMUCCIA e dice :

Or ti dich' io, no' siam ben apaiati,

E possiam dire: el me' ricolga il peggio, 1

4 Vedi vol. I, pag. 224.

Però che a me sono stati rubbati
Tanti danari alla fiera di Reggio,
Che fa la somma di mille ducati;
Per tanto d'una grazia ti richieggio,
Che tutta dua diventiam malandrini
Se racquistar vogliam nostri fiorini.
Risponde il TAGLIAGAMBE e dice:

Tu hai ben detto, e io ne son contento;
E infin da ora i' ti prometto e giuro
Che se mai feci bene, i' me ne pento;
E ho un cuor che è fatto tanto duro
Chè s'i' vedessi aver di vita spento
Quel che m' ingenerò, non me ne curo,
E non è mal verun ch' i' non facessi,
Pur che danari e robba aver potessi.

Risponde lo SCARAMUCCIA e dice:

Cotesto non bisogna ragionare,

E muoia qual di noi prima si pente.
Diam pur principio a quel che dobbiam fare,
Chè 'l tempo passa e non facciam nïente;
Ecco di qua venire un mio compare
Che apunto sarà buon, se vi consente',
Che noi il pigliamo in nostra compagnia,
Che è animoso e pien di gagliardia.

Ben venga il compar mio Carapello!
Vedi se la ventura t' ha guidato
In grembo a noi! se tu arai cervello,
Tu non potresti esser me' capitato.

Risponde CARAPELLO e dice:

1

S'i' fussi trapassato d' un coltello
Sare' dicerto allor bene arrivato,
E questa mi sarebbe nuova mancia:
Ogni altra cosa mi pare' una ciancia.

Risponde lo SCARAMUCCIA e dice:

A dirti il ver, compar, noi siam disposti

Che chi che sia ristori i nostri danni;
Ond' io ti priego che con noi t' accosti,
Che ti faremo uscir di tanti affanni.

Scherza equivocando sulla parola arrivare, che si usa anche parlando di percosse o ferite; ed è modo del parlar comune, registrato dal solo Manuzzi con es. del Dati.

Risponde CARAPELLO e dice:

Compar, di certo voi vi siate aposti,
Chè peggio non istetti è già dieci anni:
Onde questa mi par si gran novella
Ch'ogni dolor e pena mi cancella.

Risponde il TAGLIAGAMBE e dice:

Ella va ben, poi che no' siam d'accordo
A far ogniun il peggio che possiamo:
Ma voglio darvi in prima un buon ricordo,
Se lungo tempo insieme esser vogliamo;
Al qual parlar nessun di voi sie sordo:
Che giustamente le prede partiamo:
Chè qual di noi facessi agli altri truffa,
Subitamente verremo alla zuffa.

Risponde CARAPELLO:

O Scaramuccia mio, che stiam noi a fare?
Oggi è un di che è buon ire alla strada,
La fiera d'Alessandria ha cominciare,
E qualcun troverrem per la contrada.
Panni e danar bisogna guadagnare :
Toi la tua lancia e tu torrà' la spada,
E tutti a tre n' andiamo in compagnia,
E ciò che si guadagna, a mezo sia.

E' mi dice oggi il cuor, compagni miei,
Che noi farem qualche gran guadagnata.
Noi troverem mercatanti e romei
Che vanno d' Alessandria a Damïata.
Che maladetto sia quaderno e sei,
Però che m' hanno la borsa votata.

1'

Io non potrei un cieco far cantare;
Ma il primo ch' i' trüovo gli ha a pagare.

Vanno tutti a tre alla strada, e dipoi SATANASSO dice a' diaI'vi comando pel fuoco d'abisso,

voli:

Che andiate a quello Anton dell' ermo abate,
Che per crescer la fè del Crocifisso

Ha fatto convertir tante brigate,
Testè ch' egli è nell' orazion più fisso,
E tutto il corpo suo gli bastonate.
Po' che non ha giovato alcuno inganno,
Vedrem se le fatiche il moveranno.

Cioè il giuoco dei dadi.

Vanno i demoni a mazicare Antonio, e quando l'hanno mazicato se ne vanno, e ANTONIO dice vedendo Jesù apparire. O buon Jesù, or dove se' tu stato

In questo tempo della pena mia?

Vedi e' dimon come e' m' hanno straziato!
Come consenti tu che questo sia?

Risponde JESU ad Antonio e dice:

Non dubitar, Anton, chè in ogni stato
La grazia mia con teco sempre fia.
Io ho voluto provar tua costanza;
Va' segui il tuo ben far con isperanza.

Abbi per fede, Anton, mio servo buono,
Ch' i' sono e sarò teco sempre mai,
Che nessun mio fedel non abandono,
E per la mia potenzia tu 'l vedrai.
Per tutto il mondo ti farò tal dono
Che nominato da ciascun sarai.
Come buon cavalier, combatti forte,

Chè eterno premio arai doppo la morte.

Antonio è sanato e va pel diserto: e riscontra e' malandrini e dice loro: Fuggite, frate' miei, fuggite forte,

Tornate a drieto pel vostro migliore,

Non andate in costà che v'è la morte,
La qual v' ucciderà con gran dolore.
Non vi varrà le membra e l' arme accorte,
Nè vostre gagliardie nè gran valore;
E se il consiglio mio non seguirete,
Andando più costà presto morrete..

Risponde il TAGLIAGAMBE e dice :

Costui debbe esser fuor del sentimento
E per la fame della cella uscito ;
Questi romiti fanno molto stento,
Han poco da mangiare e mal vestito;
Badar con lui è un parlare a vento;
Però pigliam prestamente partito,
E andiam questa morte a ritrovare',
Chè sarà gente ch' e' vorrà campare.

Vanno più là, e truovano il monte dell' oro, e il TAGLIAGAMBE dice:

Guardate, frate' mia, quanta pazia

Regna in quel pazerel, vecchio eremita,
Dicendo che era qua la morte ria!
E' chiama morte quello che è vita.
Se noi non venavam per questa via,
Nostra ventura era per noi fallita.
Questo fia meglio che un prigion da taglia,
E non arem a fare altra battaglia.

Compagni, i' ho pensato, se vi pare,
Che un di voi vada insino a Damasco,
E rechi qualche cosa da mangiare,
E facci anco d' aver qualche buon fiasco.
E ingegnisi chi va, presto tornare,
Perch' io di fame e di sete mi casco;
Rechi confetti, pane, carne e vino,
Se ben dovessi spendere un fiorino.

Facciamo alle buschette chi debba ire,'
E chi va porti seco un pezo d'oro :
A qualche banco lo potrà finire, '
E facciasi moneta dar da loro.

Risponde CARAPELLO e dice:

2

Questo mi piace, e debbasi seguire;
E' non si vuol or mai far più dimoro.
Fa', Scaramuccia, e ordina le sorte,
E chi ha la minor, calcagni forte. 3

Risponde il TAGLIAGAMBE e dice:

Va' presto, Scaramuccia, e non ti scordi
Di trovare il Cibaca o qualche cuoco,
E compera un cappon, pippioni e tordi,
To' duo fiaschi di vin, chè un sare' poco.
Se gniun ti chiama, tien gli orecchi sordi,
Ma guarda a non fermarti a qualche giuoco;
Reca un par di bilance da pesare,

Chè poi quest' oro si vuole sterzare.

4

Le buschette sono un giuoco che si fa togliendo da un mazzo di fuscelli non eguali, alcune pagliuzze, sicchè chi prende la minore debba fare o non fare ciò che si è pattuito.

2 Finire, parlandosi di denari, ha un senso speciale, registrato nei vocab. con es. del Morelli, ed è spiegato far fine, far quietanza. Ma nel nostro caso si potrebbe spiegare per barattare, cambiare o fors' anco per saggiare.

3 Ha es. anche del Berni per significar fuggire, battere il tacco, le

calcagna ec.

4 Dividere in tre: ed è registrato senza esempi.

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