Entrar con noi che siam rigidi e feri, A sostener continue percosse ?
Risponde ANTONIO allo spirito e dice:
I' mi parti' dal secol volentieri Perchè l'amor di Dio molto mi mosse, Essendo ricco, e d' età d'anni venti, E morti tutti a dua e' mia parenti.
Risponde lo SPIRITO ad Antonio:
Dunque eri tu per avventura solo, S'i' ho raccolto ben la tua favella?
Parlando, padre, il ver sanza alcun dolo, E' mi rimase pure una sorella.
Or mi rispondi, caro mio figliuolo, Quando venisti, che ne fu di quella?
'N un munister di donne la lasciai, E con buone ragion la confortai.
I't' imprometto che quando t'ascolto Per la paura tu mi fai smarrire, E ho l'animo mio tutto rivolto Che non è stato bene il tuo venire, Anzi ai preso partito strano e stolto, Volendo a questo modo a Dio servire ; Perchè dovevi prima maritare La tua sorella, e poi il mondo lasciare. Non pensi tu che se le rincrescesse Lo star rinchiusa, per la sua sciagura, E, ritornando al secolo, si desse Al viver disonesto e con sozura, Tu saresti cagion ch'ella perdesse L'anima sua, con fama trista e scura? Si che, parlando teco il vero scorto, Che lasci questi panni i' ti conforto.
La tua conclusion m' ha dato a intendere Che tu se' certo el diavol maladetto, E se' venuto credendomi prendere Con l'abito divoto e dolce aspetto; Non ti bisogna più parole spendere,
Perchè è scoperto il tuo sottil difetto. Vanne in malora, non mi dare impaccio: Vedi ch'i' ho spezato ogni tuo laccio.
Lo spirito dell' accidia si parte e riscontrasi con lo spirito della gola, e lo SPIRITO DELLA GOLA dice a quello dell'accidia:
D'onde ne vieni, o caro mio compagno, Che par cosi turbato e pien di doglia?
Risponde lo SPIRITO DELL' ACCIDIA:
Non ti maravigliar se io mi lagno, Che ho fatto cosa che d'onor mi spoglia. Credendomi io fare un gran guadagno Andai ad assalir di buona voglia Anton romito, e quando mi stimai Averlo vinto, mi cacciò con guai.
Risponde lo SPIRITO DELLA GOLA:
I' ho deliberato di far pruova Se questo Anton potrà vincer ogniuno. E se la mia malizia niente giova1 A far che lasci il suo stretto digiuno.
Risponde lo SPIRITO DELL' ACCIDIA :
Se tu lo inganni con qualche arte nuova, Dirò che sia più saggio che nessuno. Pur non dimen non credo che ti vaglia Cosa che facci, quanto un fil di paglia.
Va lo SPIRITO DELLA GOLA, e truova Antonio e dice a modo di romito:
Figliuol mio caro, il ben trovato sia : Or dimmi un po' come ti pare stare? Per venirti a parlar mi messi in via E con amor ti vengo a visitare.
Risponde ANTONIO allo spirito:
Or sia laudato il figliuol di Maria Che non vuol i suo servi abandonare ; Sedete meco, come vostro figlio, Piacciavi darmi qualche buon consiglio.
Le antiche ediz. E se la giustizia mia ec. Ma nè il verso nè il senso tornano bene: e abbiam eercato di rimediare arbitrariamente. L'ediz. di Siena : E vo' veder con mie arti se giova.
Risponde lo SPIRITO DELLA GOLA ad Antonio:
Sappi che la virtù della prudenza Ogni altra virtù passi, tien per fermo; E que' che han fatto dal mondo partenza Bisogna averla, e più chi sta nell' ermo. Molte volte el far troppa penitenza Fa l'anima tediare e 'l corpo infermo, Che po' ne segue la desperazione: Però bisogna la discrezione.
Tu mi par diventato tanto magro Che tu ha la buccia secca sopra l'ossa : Erbe crude e ber acqua è un cibo agro : Sanza pan, penso durar non si possa. E non può aver di là el regno sagro Chi cerca innanzi al tempo ire alla fossa; Tè questo pan che per amor ti reco, E vo' che in carità ne mangi meco.
Risponde ANTONIO allo spirito:
I' mi credetti come buon romito Mi venissi del bene a confortare; Or veggo certo tu mi se' apparito Come dimon per volermi tentare; Non ha' tu Idio nel suo Vangel sentito Che solo pan non può l' uom nutricare, Ma la parola di Dio benedetto? Però ti parti, spirto maladetto.
ANTONIO domanda licenzia d'andare al diserto e dice: O reverendo padre i' vo pensando Che noia assai mi da la moltitudine, E per tanto licenzia t' adimando Di poter ire e stare in solitudine, E quanto posso a te mi raccomando
Che per me prieghi con solecitudine El buon Iesù, che sempre sia mia guida, Acciò che mai da lui non mi divida.
Risponde il ROMITO ad Antonio e dice:
Carissimo figliuolo, i' ti confesso Che chi sta solo con la mente pura
La buecia, cioè la pelle. Dante: Non credo che così a buccia strema
Erisiton si fosse fatto secco Per digiunar.
All' angelico stato è molto presso, Perchè gli è sciolto da ogni altra cura : Ma rare volte a' monaci è concesso Perchè quest' altra via è più sicura : Pur non dimeno a te questo non niego, Ma che stia sempre con timor ti priego.
ANTONIO va al diserto auta la licenzia, e a lui vengono dua pagani, e UNO INTERPRETE dice ad Antonio:
O reverendo padre e buon pastore, Questi duo savi sono a te venuti, Correndo drieto al tuo soave odore, Perchè di tua dottrina sien pasciuti : Onde hanno dimostrato grande amore E certo son molto ferventi suti, Di che veduto abbiam un magno saggio Avendo fatto si lungo viaggio.
Però che son venuti d' Etiopia Con gran disagio e con molto periglio, Avendo della vostra lingua inopia: Ma son dotati di magno consiglio, E hanno di scïenzia molta copia; Ond' io ti priego, come caro figlio, Che debbi aver di lor compassïone, Veduta la lor buona intenzione. ANTONIO risponde allo interprete e dice:
Rispondi per mia parte a questi savi Che certamente io ho gran maraviglia Che avendo loro nelle man le chiavi Della filosofia che assottiglia L'umano ingegno, e fa gli uomini savi, Che sien venuti più di cento miglia Con tal disagio, com' io ho raccolto Da te, sol per vedere un uomo stolto.
E' pagani dicono allo interprete dua stanze in greco, e lo IN- TERPRETE dice ad Antonio:
Padre, costor mi dicon ch'i' risponda Che si son mossi dalle lor contrade Sappiendo certo che tu ha' profonda Intelligenza, nella qual non cade Error non che stoltizia, anzi si monda Che li dimora tutta la biltade;
Favella, dunche, e fa' lor questa grazia, E fia l'anima lor contenta e sazia. Risponde ANTONIO allo interprete:
Non venendo costoro in gran palazzo Ma in questo stretto e piccol romitorio, Me riputando poco savio o pazzo, Maggior pazzia sare' stata la loro, E certo sare' stato stran sollazzo: Ma credendo che in me sia tal tesoro Di sapïenzia, come tu m' ha' detto, Seguir dovrieno il mio stato perfetto.
Che s'i' fussi ito a lor si lunga via Con tanta noia e si grieve periglio, E' mi parrebbe far gran villania Quand' io non seguitassi il lor consiglio. E similmente alla dottrina mia Dovrien sanza dubio dar di piglio, E con amor ricevere il battesimo, Rinunzïando il falso paganesimo.
Risponde lo INTERPRETE, ma prima parla in greco con coloro, dipoi dice ad Antonio:
E' dicon, padre, che essendo allevati
Nella lor fede insin da puerizia,
Non credon a gniun modo esser dannati, Vivendo sempre al mondo con giustizia. Si che non voglion esser battezzati, Ma voglion mantener teco amicizia Pel tuo dolce parlare et efficace ;
Voglion partirsi, onde rimani in pace.
Partonsi; dipoi viene lo SPIRITO DELL' AVARIZIA, e pone uno piattello d'ariento dove ha a passare Antonio, e dice: Po' che i compagni mia non hanno offeso L'anima tua con tutte le lor arti,
E se per tua virtù ti se' difeso, A questo, spero, converrà piegarti, Perchè ogni savio a tal lacciuol è preso, E questo fia buon mezo a separarti Dalla tua via, che c' è tanto in dispetto. Or m' avedrò se se' così perfetto.
ANTONIO va pel diserto, e trova il bacino e dice così:
O cacciato dal cielo, i' ti conosco!
« PrécédentContinuer » |