Qual te, piangendo, in dormitorio aspetta. MADONNA ad Eufrasia dice: Che hai tu, del mio cor dolcezza e pace, Che tu sospiri, e fai si gran lamento? Risponde EUFRASIA : Piango che morte a me stata è fallace, MADONNA confortandola dice: Pensa, figliuola, che piacendo a Dio EUFRASIA Cominciando a malare dice: Omè ch'i' sento afflitto il corpo mio! MADONNA dice alle suore: Presto in su❜letto riposar si vuole EUFRASIA in su' letto dice: Madonna mia diletta, e dolce suore, Ogni cosa mortal discacci via, Sempre pensando che morir conviene ; MADONNA abbracciandola dice: Tanto ti benedica il sommo Dio GIULIANA abbracciandola dice: Omè, dolcezza e parte del cor mio, Un'altra MONACA dice: Albergo di bontà clemente e pio, Un'altra MONACA dice: Dolce riposo, o refrigerio immenso, EUFRASIA morendo dice: Or su restate, chè 'l dolor m'incende; MADONNA dice: Se il nimico crudel forte t' offende, EUFRASIA passando dice: Jesù, l'ancilla tua l'alma ti rende; Eufrasia muore, e vien fuora l'anima; e dua ANGELI ven- Che ogni santo in ciel t'aspetta. Iubilando di dolcezza Oggi sei del ciel capace; Chi il piacer mondano sprezza Tu lassasti in prima el mondo E lo sposo temporale, Sempre avesti in odio el male; RAPPRESENTAZIONE DI SANTA TEODORA. 323 L'ediz. prima registrata dal BATINES, Bibl., p. 62, ma che forse non è la più antica, è quella cosi intitolata : - La Rapresentatione di S. Theodora: Vergine et Martire, di nuovo mandata in Luce. In Firenze l'Anno M. D. LIIII del mese d' Aprile. In-4° di 8 c., con 9 fig. Abbiamo di preferenza consultato questa stampa, ma sia colpa dell'autore o del tipografo, essa è scorretta assai: vi sono alcuni luoghi poco intelligibili, e parecchi versi erronei, che abbiam però cercato raddrizzare quando si trattava soltanto di qualche sillaba di più o di meno. Le altre edizioni sono le seguenti: In Firenze l' Anno M. D. LXX. Ad instanza di Carlino Saltamacchie. Appresso le Schalere di Badia. In-4° di 8 c. con 9 fig. - Stampata in Firenze appresso Giovanni Baleni l'Anno MDLXXXV. In-40 di 6 c. con fig. Senza nota (sec. XVI). In-4 di 8 c. con 3 fig. Senza nota (sec. XVI). Ediz. simile alla precedente, ma non eguale. - In Firenze, alle scale di Badia. S. a. In-4. di 8 c. col frontespizio istoriato e 2 piccole fig. -Stampata in Firenze. Alle Scale di Badia. S. a. In-4. di 6 c. con 2 piccole fig. logo. - In Siena. S. a. In-4. Ediz. simile alla precedente, ma senza Pro - Di nuovo corretta e ristampata. In Siena, alla Loggia del Papa 1614. In-4. di 6 c. con fig. Senza il Prologo. - In Firenze, alle Scale di Badia 1617. In-4. di 8 c. col frontespi zio istoriato e 3 fig. ·In Firenze et in Pistoia per Pier Antonio Fortunati. S. a. Ia-4. di 4 c. con 3 piccole fig. Si citano anche le due seguenti ediz. in-4. Firenze, 1590 (PINELLI, n. 2577). Siena, alla Loggia del Papa s. a. (Cat. Corsiniano.) Questa Rappresentazione, che chi la scrisse intitolò commedia o trage dia, fu evidentemente recitata da donne, forse dalle giovani educande di un convento. Il solo Prologo è stato ristampato da F. PALERMO nei Manoscritti Palat., II. 396. Un dialogo di monache destinato a far anch'esso da Prologo ad una Rappresentazione da recitarsi in convento, fu stampato dal Razzolini nell' Etruria, II, 173. Non so precisamente da qual Leggendario sia tratta la Rappresentazione; ma nei Bollandisti al 21 Aprile si possono trovar gli Atti di questa santa e del compagno suo Didimo, che qui è chiamato Eurialo. Notisi che il contrasto fra Teodora ed Eurialo per conseguire la palma del martirio. potrebbe aver dato al Tasso l'idea dell'episodio di Olinto e Sofronia. Incomincia la commedia o vero tragedia di SANTA TEODORA Vergine e Martire, e prima vengono fuori dua monache Suor ANGELA e Suor IPPOLITA. Suor ANGELA dice: Suor IPPOLITA: Suor ANGELA: In fine gli è pur vero Che una presuntuosa Sempre ottiene ogni cosa, Come ha fatto costei. Deh, sta pur a vedere, Io ho si la mia mente Che forza è ch' io mi versi; Io vo' stracciare i versi, Chè non han discrezione. Tu ai mille ragione; Perchè noi siamo in tutto O ver sette o ver otto Quelle ch' abbiamo a dire, Se ne voglion vestire Sol tre o quattro bene, E tocca a te e mene A restare spogliate, E esser dileggiate Poi, da tutto il convento. |