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Fammi ferma e costante, salda e forte
A sopportar per te tormenti e morte.

El PREFETTO in sedia dice a Santa Margherita :
Dirȧmi el nome tuo apertamente,
El al mio dir darai responsïone,
E di che nazïon, popolo e gente
Sia nata, e qual sia tua religïone.

Santa MARGHERITA risponde:

Margherita son detta certamente,
Di nobil sangue, e con gran devozione
Seguo la vita santa de' cristiani,
Renunziando a'nostri idoli vani.

El PREFETTO risponde:

El nome è grazioso e'l sangue è degno,
Ma sola è vana la cristiana setta.

Se vuoi ricever luogo nel mio regno
Et esser cara sposa mia diletta,
Rifiuta Cristo con tutto il tuo ingegno,
E sarai sempre a' nostri Dei accetta;
La ignorante età tua e puerile

Di nobil, t' ha condotta ad esser vile.
Risponde Santa MARGHERITA al Prefetto e dice:

Se ti degni ascoltar la mia dottrina
Ti mostrerrò l'error del tuo concetto.
È un sol Dio, una virtù divina,

Una potenzia, un ben pieno e perfetto;
Quanto la mente a quel si abbassa e inchina,
Tanto ne prende più chiaro intelletto;

Ma tu che poni e credi esser più Dei,
In grande error e ignoranzia sei.

Già intese questo Socrate e Platone
Et Aristotil d'ingegno elevato;
Ciascun di loro uno Dio esser pone,
E per diversi modi l'han provato.
Adducono e' cristian le sue ragione
A provare un sol Dio esser beato;
Questo confessa la cristiana fede,
La qual fa degno ognun che la possiede.
Risponde il PREFETTO:

Non più parole: pensa a' casi tuoi

Mentre che in carcer tu starai rinchiusa;

E se al mio parer consentir vuoi
Non resterà tua mente più confusa.

E voltandosi il PREFETTO a' ministri dice:

Andate insieme tutti quanti voi

Senza porre altra esamina e accusa,

E quella rinchiudete giù in prigione,
Acciò si muti di sua opinione.

E' ministri la mettono in prigione, e il PREFETTO dice:
Tempo è ormai andare al sacrifizio
De' nostri sacri Dei alti e beati;
Voi, sacerdoti, direte l'ofizio,
E noi staremo in terra ginochiati:
Impetrerrem di certo benefizio,
E sopra ogni altro saremo esaltati;
Prendi lo incenso quel che ha il pivïale,
Chè 'l fumo più di ogni altra cosa vale.

Vanno al tempio, e il SACERDOTE col terribulo incensa gl'idoli e dice:

Fumus incensi sursum elevatur

Ad nares magnas omnium Deorum,
Turribulum dum manu conquassatur
Thura transmictit ad celestem chorum;
Chatenulis pendentibus ligatur

Ut videatur pulchrum et decorum ;
Ita recipiantur nostre preces,

Ut in latrinis reponuntur feces.

Seguita il SACERDOTE, e dice al ministro quale èpien di sonagli:
Soffia, Giovȧn, chè 'l fumo vadi in alto,

E metti su lo incenso ancor di nuovo;
Dipoi farai presso all' altare un salto,
Mentre che qui sto saldo e non mi muovo.
E lassati cascare in sullo smalto

Infin che giù da basso io ti rimuovo;
Ancora atorno atorno non t'incresca

Saltar co' tuo sonagli alla moresca.

Fa la moresca; dipoi el PREFETTO torna in sedia e dice al cavaliere:

Va': cavalieri, e nanzi al mio cospetto

Conduci Margherita con prestezza.

El CAVALIERE risponde:

Fatto sarà, magnifico Prefetto,

Tutto quel che comandi con destrezza.

El CAVALIERE va alla prigione, e dice a santa Margherita: Vien fuor, chè grande onor io ti prometto,

Se del cor muterai la tua durezza.

El CAVALIERE mena Santa Margherita al Prefetto, e dice: Eccola qui condotta alla presenzia,

Come mi comandò Vostra Eccellenzia.

El PREFETTO dice:

Sei tu ancor mutata di pensiero,
E vuoi al mio volere acconsentire?

Risponde Santa MARGHERITA:

Signor no, ch'io adoro uno Dio vero,
E Cristo, qual per me volle morire.

El PREFETTO risponde:

Io ti farò straziar con vitupero:

Vuo' tu però per le mie man perire?

Risponde Santa MARGHERITA:

Non creder per tuo dir ch' io mi spaventi;
Morte non temo, nè pene e tormenti.

El PREFETTO dice a' ministri, e loro fanno quello che lui dice:

Acciò che al mio voler quella s'arrenda
Traetegli di dosso le sue spoglie,

Et alla corda vo' che si sospenda,

Con verghe sia percossa in pene e doglie;
Chi, pe' tormenti, del mal non si emenda
E' frutti lassa, e sol prende le foglie.

Risponde Santa MARGHERITA:

Allora io prenderò suave frutto,

Quando il mio corpo fia infranto e destrutto.

Essendo Santa MARGHERITA legata alla fune e percossa con le

verghe, lei dice:

O Iesù dolce, o puro e mondo agnello,
Qual fusti alla colonna flagellato,
Fa' che il mio cor da te non sia ribello,
Benchè sia il corpo afflitto e macerato:
Fammi patir con gaudio tal flagello
Acciò che io mi conduca al vero stato
Della felice tua beatitudine,

Dove è dolcezza senza amaritudine.
VOL. II.

12

Dice il PREFETTO:

Ragguarda, Margherita, tua bellezza,
E di quella abbi ormai compassïone.
Santa MARGHERITA risponde al prefetto:

Beltà di mortal corpo non apprezza
Quel che vive con fede e con ragione,
Ma sol quella dell' alma, con certezza,
Quale è capace di salvazione.

Al mio sposo offerisco il corpo e l'alma
Dal quale aspetto la celeste palma.

Risponde il PREFETTO:

Ancor la tua dureza non s'è mossa,
E par che non estimi queste pene.
Più aspramente vo' che sia percussa,
E'l sangue verserà fuor delle vene.

E voltandosi il PREFETTO a' ministri, seguita dicendo:
Con uncini e con graffi infino all' ossa,
Fendete il petto, e le sue spalle e rene;

Non vo' che mai si dica per novella

Che io sia vinto da vil femminella.

E' ministri fanno quello che dice il Prefetto, e LEI dice a

Dio:

O redentor del mondo, Iesù pio,

Qual per me in croce il sangue tuo versasti,

Tu sei quel vero e immortale Dio

Che alla imagin tua già mi creasti;
Per tuo amore effundo il sangue mio,
Et amo te qual me tu sempre amasti;
Ricevi il sangue di tanto supplizio,
Qual t' offerisco in vero sacrifizio.

Dice il PREFETTO:

Può esser che tu sia di cuor si dura
Che non ti muova a tanti aspri tormenti?
Destrutta è tua bellezza e tua figura,
E con parole ancor non ti lamenti.
Servar ti vo' nella prigione oscura,
Acciò che io veda ancor se tu ti penti.

E voltandosi a'ministri seguita:

Fate che la sia adesso incarcerata,

E da nessun sie vista e visitata.

E' ministri menano Santa Margherita in prigione, e par

tonsi, e uno ANGELO con una falcola accesa giugne in
carcere e dice:

Quello eterno splendor che'l ben produce,
Quale è della tua alma caro sposo,

Mi manda a te, con la sua chiara luce
In questo oscuro carcer tenebroso,
Per dimostrarti quello esser tuo duce,
Nel qual debbe esser sempre tuo riposo:
Con la sua grazia sarai preparata,

Però che dal Demon sarai tentata.

L'angelo si parte e apresi la prigione, e santa MARGHERITA escie fuora, e vede venire uno dracone inverso sè, e dice:

Io vedo qua venire un gran dracone
Qual cerca di volermi devorare;
Nel corpo sento gran tentazione

E non vorrei in voluntà cascare;

Questo è il demonio che si contrappone
A chi vuole in virtù perseverare.

El dracone s'appressa, e santa MARGHERITA cava fuora una croce, e dice:

Per la virtù di questa santa croce

Parti di qua,

bestia cruda e feroce.

El dracone si parte, e santa MARGHERITA seguita dicendo:

Laudato sia lo sposo mio diletto

Che m' ha per sua bontà lo aiuto pôrto;
Sentomi drento al core un tal diletto
Qual mai gustai con tanto gran conforto.
Frigido resta il corpo e mondo il petto,
Come se fussi al tutto spento e morto.
Questa gran tentazione è superata,

Del che ne sarò sempre al mio Dio grata.

Viene il demonio in forma d'uno uomo con le corna in capo, e santa MARGHERITA dice:

Ecco venir il nuovo Satanasso,

Qual porta contra me veleno e tosco.

Quando el diavol giugne, santa MARGHERITA lo piglia pel collo e gittalo in terra: pongli il piè sopra del collo e dice:

Sopra del collo tuo estendo il passo

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