Images de page
PDF
ePub

E' birri vanno alla prigione e cavonlo fuora; et il CAVALIERE dice a Ignazio:

O indemoniato, o ribaldo, o ghiottone,
De' tua peccati punito sarai.

Legatel bene e state proveduti

Che 'l trentamila diavol non l'aiuti. 1

1

El cavalier lo mena al pretore, et il PRETORE dice a Santo Ignazio: Che vuo' tu far?

Santo IGNAZIO risponde:

El PRETORE dice:

Che vuol?

El PRETORE dice:

Farò quel che Dio vuole.

Santo IGNAZIO risponde: Ch' io creda in Lui.

Vuo' tu pentirti?

Santo IGNAZIO risponde:

El PRETORE dice:

Bugiardo tristo,

No.

Poi che non vuole,

Vada in malora, alla morte per Cristo.
Di questo sciocco pazzo assai mi duole,

E volentier non lo vorre' aver visto.
Su, cavalier, con molta gente assai

A Roma, al mio signor, lo assegnerai.

El CAVALIERE si parte con Santo Ignazio e per la via gli dice:
Tu m' hai dato a diletto questa noia:

Va' pur, potevi el tuo Dio rinnegare.
Un birro chiamato el Gatta, dice al cavaliere:
Costui cerca di dar guadagno al boia:
Vuolsi alle forche, alle forche impiccare.
Un altro birro chiamato el NESPOLA dice:
Lo Imperator gli acconcerà le cuoia:
Non vi bisogna tanto predicare.

Santo IGNAZIO risponde:

A morir per Giesù son ben disposto,
E più caro l' arò, quanto più tosto.

Giunti a Roma el CAVALIERE dice allo Imperatore:
Salute: tu ci desti commessione

Che a Roma a te fussi menato Ignazio:
Eccolo or qui.

TRAIANO risponde:

Mettetelo in prigione,

1 Il trentamila diavoli è anche nell' Esopo volg. E nel Morgante il Trentamila senz'altro. Forse perchè il demonio è chiamato nelle sacre carte legione.

Ch' io vo' del corpo suo fare ogni strazio.
Perchè l' ira non vinca la ragione,
Abbi otto giorni a convertirsi spazio.
Di' solo a Giove, Iddio de' nostri Dei:
Signor, peccavi, miserere mei.

El CAVALIERE di Traiano dice ad Ignazio:

Poche parole a salvar ti bisogna,
E anche buon per te se tu il farai.

Santo IGNAZIO risponde al cavaliere et a l'Imperatore:
E' non s' acquista il ciel senza vergogna:
Farami presto el peggio che potrai.

LO IMPERADORE dice a Santo Ignazio :

zio dice:

Tanto un dì ti farò grattar la rogna
Che forse forse tu ti pentirai.
Menatelo pur via, legatel bene
Con funi, ceppi, manette e catene.

Ora lo mettono in prigione, et il primo DISCEPOLO a Santo Igna-
Caro maestro, assai mi duole e 'ncrescie
Vederti preso, e senza alcun soccorso:
Chi entra vivo qui, spesso morto escie;
Da Siria a Roma ho mezo il camin corso.

Santo IGNAZIO risponde al discepolo e dice:

Sempre ho pensato, e il pensier mi riescie,
D'esser, com' io sarò, da fiere morso.
Parmi mill' anni; e quanto più vi penso
Combatte drento la ragion e 'l senso.

Ora alzando gli occhi al ciel dice:

Giesù, tu ci dài l' alma e tu la togli :
Fammi morir nella tua fè cristiana.

Ora si volge al discepolo e dice:

Dammi la penna e 'l calamaio e' fogli,
Scrivere voglio alla Chiesa romana
Che s' io vò a morte, aiutar non mi vogli,
Chè ogni fatica lor sarebbe vana.
Preghiamo Dio che l'universo regge

Ch'io muoia osservator della sua legge.

Scritta la epistola, Santo IGNAZIO la dà al discepolo, e dice:

Tien qui, va' presto e più non far sogiorno,

Chè s'apropinqua el di ch'i' ho a morire.

El DISCEPOLO a Santo Ignazio risponde:

Io farò presto a te, padre, ritorno,

Chè al servo s' appartien sempre ubidire.

Santo IGNAZIO al discepolo risponde:

Rèstati pur con lor per qualche giorno,
E lassa il caso mio prima espedire :
Di poi partito fra te stesso piglia,
Secondo che Giesù si ti consiglia.

El DISCEPOLO si parte, e va alli sacerdoti della Chiesa Ro-
mana e dice: O venerandi padri, alme felice,
Ignazio a tutti questo breve ha scritto.

Un SACERDOTE legge la epistola e dice agli altri:
Costui per questa epistola ci dice

Che è incarcerato e da' dolori afflitto.
Giesù è la sua manna e coturnice

Che l'ha a cibare un di fuor de l'Egitto.
Pregaci e strigne che noi siam contenti
Non dar impedimento a' sua tormenti.

Ora TRAIANO imperador dice a' sua baroni:

Io sento drento al cor rodermi un vermo
Che mi perturba tutto lo intelletto,
Tal ch'io son stato e parmi esser infermo:
La morte bramo, e la vita ho in dispetto.

Un BARONE risponde e dice:

Tu vuoi civilità trovar nell' ermo,

E di pena e dolor trarne diletto:

Non può il contrario il suo contrario rendere,
E 'l vinto vince a chi non vuol offendere.
Tu hai tenuto Ignazio tanti giorni

E mai sopra di lui preso hai partito;
E scacci e sprezzi e vilipendi e scorni
E' nostri Dei per non l'aver punito.
Tu credi pur ch' alla tua fe' ritorni:
O Imperator, e'ti verrà fallito.
Sempre starà nel mal far ostinato;
Però fallo punir del suo peccato.
TRAIANO risponde al barone e dice:

Bene hai fatto la cosa a ricordarmi
Che uscito m' era già fuor de la mente,
E come e' pare a te anco a me parmi
Che pecchi quel ch' al peccato consente.

Ora si volge al cavaliere e dice:

VOL. II.

Fa' che la compagnia, cavalier, s' armi

2

E mena Ignazio qui subitamente.
El CAVALIERE risponde a l'imperatore e dice:
Noi siam parati a far ciò che bisogna;
Non dubitar, ch'io non arò vergogna.

El CAVALIERE apre la prigione e dice:

Esci qua fuora, e voi presto il legate;
Guardatel ben, che lui non se n' andassi;
Al nostro Imperator si lo menate,

E questi fien per lui gli ultimi passi.
Un BIRRO risponde al cavaliere, mentre che lo lega:
Lassate fare a noi, non dubitate;

Perchè e' non fugga ogni cosa farassi.

El CAVALIERE a Santo Ignazio dice:

Su presto andianne, e pensa a' fatti tuoi,
Perchè colui che può, vuol che tu muoi.

Giunto il CAVALIERE a l'imperatore dice:

Eccolo or qui, che vuo' tu ch'io ne faccia? L'IMPERATORE risponde al cavaliere:

Presto si ti dirà, se non si muta.

Ora si volge a Santo Ignazio:

Ignazio, io vo' che per mio amor ti piaccia
Lassar la nuova fè non conosciuta :
Gettati a' nostri Dei ne le lor braccia,
E non istiam a far troppa disputa :
Farotti el primo ne' sacrati templi,
Se tu col tuo voler mia voglia adempli.

Piglia a questa tua fè qualche riparo
Chè presto si vedrai l'infernal porte.
Sai che pel dolce conosciam l'amaro,
E per la vita conosciam la morte.
Cosi la scurità dimostra chiaro,
E la fiebilità la cosa forte:
Però pel mondo piangerai l'abisso,
Bestemmïando el tuo Dio crucifisso.

Or tu puoi e non puoi male e non male
Voler, chè 'l tuo voler fia la mia voglia.

Santo IGNAZIO risponde:

Io spero col morir farmi immortale,
E trar sommo piacer d'ogni mia doglia.

Lo IMPERATORE dice:

Cotesta oppinïon mi par bestiale,

Chè senza Giove non si volta foglia.
Dè, credi a lui.

Santo IGNAZIO risponde:

LO IMPERATORE irato dice:

Io non crederò mai.

Per forza o per amor tu lo farai.

Vego ch'io getto mie parole al vento,
Ch' io zappo l'acqua e semino alla rena,
Tu con la ostinazion, io col tormento;
Penam sitisti, e io ti darò pena.
Bisogna a questo mal mutar unguento,
Ribaldo, tristo, pazzo da catena;
Perchè da morte a vita è gran vantaggio,
Presto tu parlerai d' altro linguaggio.

Santo IGNAZIO risponde:

Di questo corpo mio fa' ciò che vuoi: Sazia la voglia tua cruda e villana; Nè tu nè tutti quanti gli Dei tuoi Mi potrien far lassar la fè cristiana. LO IMPERATORE a Santo Ignazio dice:

Istolto, pensa ben e' fatti tuoi ;

Tu hai la fantasia perversa e strana.
Adora e' nostri Dei, chè se tu 'l fai
Chiedi che vuoi, che da me tu l'arai.

Santo IGNAZIO risponde a l' imperatore:

Che cosa è potestà di signoria

Se non tempesta e rovina di mare?
Oggi è tua Roma, e doman poi non fia,
Perchè ogni cosa ti convien lasciare.
Dè, credi in Cristo figliuol di Maria
Che fa, morendo, alla vita tornare!
Tutto il resto son frasche e fumo e vento,
E fuor del ciel nessun non è contento.

LO IMPERATORE al cavaliere dice:

Fa', cavalier, che nudo sia legato,
E con verghe piombate ognun lo frusti,
E sia percosso tutto e flagellato,
Infin che morte per la pena gusti.
Poi con unghioni e graffi sia stracciato,
Chè l'ingiusto peccar vuol gli uman giusti;
Fa stropicciar poi le piaghe co' sassi.

El CAVALIERE risponde a l' imperatore:
E se peggio vorrai, peggio farassi.

« PrécédentContinuer »