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El popol si solleva a mano a mano ;
Però farai cavar di molta terra
E vivi in una fossa gli sotterra.
Risponde CELERINO allo imperadore:

Questo mi pare un consiglio perfetto.
Io intendo comandarlo al cavaliere,
E farò fargli quanto tu m' hai detto
Chè non è tempo di star a vedere.

CELERINO dice al cavaliere:

Presto su, cavalier, farai concetto
Ch'io intendo la giustizia mantenere.
Fa' che tu facci terra assai cavare
E vivi gli farai poi sotterrare.

El CAVALIERE dice a' marraiuoli:

Venite, marraiuol, ch' io vi protesto
Che mai facesti la miglior giornata.
Colui che l'opra sua farà più presto,
Io gli farò toccare una schiacciata.

Uno MARRAIUOLO dice:

Costui ci va pascendo pur d' agresto
O di bel dir di farci una insalata, 1
E non ci porta pure un po' di pane :
Andianne, che gli venga il vermocane.

GRISANTE e DARIA orando tutti a dua insieme dicono:
Ricevi, padre, e'tuoi servi diletti

E aprici del ciel le sante porte.

E in questo punto in noi tal grazia metti
Che superar possiam si aspra morte :

Fa' che noi siamo in ciel fra gli altri eletti
A trionfar nella superna corte,

Dove cantando l'angelica voce

Contempla quel signor che mori in croce.

Mentre che sono sotterrati, cantano Laudate dominum omnes gentes e qui finisce la loro passione.

L'ANGELO licenzia el popolo :

Avete udito, o auditor presenti,

Come s' acquista in ciel corona e palma :

1 Pascer d'agresto o di bel dir (di belle parole) di fare un insalata non sono registrati nel Vocab. che registra altri modi consimili. Il Poliz.: Tu lo pasci di frasche e di parole Di risi e cenni e di vesciche e vento.

VOL. II.

11

Solo a quel sommo ben drizzar le menti,
E levar via dal cuor la grave salma.
E nessun sia ch' al demon rio consenti,
Chi brama al buon Iesù locar sua alma.
Quello è bene che mai nessuno stanca:
Ogni altra cosa in brieve tempo manca.

Vegga ciascuno il tempo quanto varia:
La vita nostra è fragile e mortale ;
Questo oggi ha fatto che Grisante e Daria
Ha combattuto e vinto il mondo frale;
La cui speranza forte ci è contraria,
Nè su nel ciel con quella al fin si sale.
Però lo esemplo loro oggi c' invita

Cercar d'aver quella gloria infinita.

1 Così stanno questi versi nelle stampe originali : e il senso alla meglio si raccapezza, ma l'angelo veramente potrebbe spiegarsi meglio.

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Riproduciamo la più antica edizione che trovasi in Palatina, e che è

così descritta dal BATINES, Bibliogr., p. 53.

Festa di Santa Margherita.

Fece stapare Maestro Francesco di Giouàni Benuenuto: sta dal canto de Bischari. In 40 di 6 c., con 6 fig. S. a. ma dei principj del Sec. XVI. Ve ne ha pure un'altra edizione Stampata ad istanza di M. Francesco di Giovanni Benvenuto nel 1546, e di cui si trova un esempl. nella Corsiniana.

Le altre edizioni, col titolo di Rappresentazione e Festa, sono le segg.: (Firenze) MDLIIII del mese di gennaio. In 40 di 6 c. con 11 fig. In Fiorenza l'anno MDLVII. del mese di marzo.

con 11 fig.

In Fiorenza l'anno MDLXX. In 4o di 6 c. con 9 fig.

In 4o di 6 c.

In Fiorenza a stanza di Jacopo Chiti. MDLXXI. In 4o, di 8 c.

con 14 fig.

S. n. (sec. XVI) In 4o, di 6 c. con 8 fig.

In Siena alla loggia del Papa. S. A. In 4° di 6 c. con 5 fig.

In Siena s. a. In 4o, di 6 c.con 4 fig.

Si citano ancora le seguenti ediz. in 4o: Firenze 1551 (Hibbert. no 6469), Firenze, 1584 e Siena, 1610 (Pinelli, 2576-8); -e Venezia, Aless. de' Vecchi, 1606, in 8°

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- Venezia, Domenico Lovisa, s, a. in 8°.

La Rappresentazione è tolta dalla Legenda aurea del Varagine: vedi

DOHUET Dict. des Legend. p. 824-56; e pei Misteri per tal soggetto, ivi pag. 836, e DоHURT Dict. des myst. 501.

Una leggenda italiana in prosa su Santa Margherita trovasi nel vol. 3° delle Vite de' Santi, ediz. Manni: ed un' altra ne fu testè stampata in Venezia dal Prof. Ferrato.

L'ANGELO annunzia:

Quel vero e magno Dio qual mai non erra
E è bontà immensa e infinita,

Mirabil si dimostra in cielo e in terra
Ne' giusti e santi quali al bene invita,
Si come per quel vinse l'aspra guerra
De' tre crudel nimici, Margherita;
La cui vittoria, esemplo a noi viventi,
Reciteremo a tutti voi presenti.

Uno PRETE cristiano dice in presenzia di Santa Margherita:
Chi vuol salute eterna possedere

Convien che in sè ritenga fede viva,
Però che non può l' uomo a Dio piacere
Se di tal fede la sua mente è priva ;
Con ragion vera ancor si può vedere
Come da quella ogni bontà deriva:
Questo è quel fermo e stabil fondamento
Qual non teme acqua o impeto di vento.
Di molte varie sètte ho letto e visto
Le loro opinion vane e fallace,

E certo vedo la fede di Cristo

Sola fra tutte l' altre esser verace;
Per quella alfin si fa del cielo acquisto,
Ove riceve l'uomo eterna pace:

A questa santa fede ognuno invito,
Come a regale e splendido convito.

Dice Santa MARGHERITA :

Benchè io sia constituta in età tenera,
Il mal dal ben discerno vedo e intendo;
Già nel mio cor pel tuo parlar si genera

Tal fede, quale io vera esser comprendo.
La mente mia sol Cristo onora e venera,
E come vinta, al suo imperio m'arrendo:
Quel debbo or far vorrei che m'insegnassi,
Acciò per ignoranzia non errassi.

El PRETE risponde:

Dimmi el nome e l'origin di tua vita, E poi t'insegnerò tuo ben felice.

Risponde Santa MARGHERITA :

Son detta e nominata Margherita,
Di nobil padre e degna genitrice;
Da me quella per morte s'è partita
E resto in cura della mia nutrice;
Mio padre Teodosio è ancor vivente
In Antiochia, e è ricco e potente.

El PRETE dice:

Acciò sia Margherita preziosa
Prima convien che riceva il battesimo;
Di Cristo sarai casta e vera sposa,
Renunzïando in tutto al paganesimo;
Vita cristiana non ti sia gravosa,

Si come io vedo e provo in me medesimo,
Però se credi al mio buon documento,
Contenta sia pigliar tal sacramento.

Risponde Santa MARGHERITA :

Io me ne strugo, e parmi già mille anni; Non differir, concedimi tal dono.

El PRETE dice:

Acciò che non incorra eterni danni

A battezarti già parato sono.

Per fuggir del demonio e' falsi inganni
Renunzia a quello, e chiedi a Dio perdono
E credi in Iesù Cristo di buon core,
Quale è delle nostre alme redentore.

Risponde Santa MARGHERITA :

Renunzio interamente a Satanasso,
E al mio Dio perdon domando e chiedo:
A quel per umiltà mio core abbasso,
E veramente in Cristo spero e credo:
Quel sia mio sposo, mio diletto e spasso,
Perchè gli è mia salute, come vedo:
Mosso mi sento il core ad amar quello,

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