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Del tuo infelice padre poveretto,

Pel qual ti vengo, signor mio, pregando
Che tu lievi dal cuor si van concetto,
E pensa ch' egli è padre, e tu figliuolo,
E che dolore egli è trovarsi solo.

GRISANTE comincia a disputare con Daria e dice:
Dimmi che grazia a questi vostri Dei
Chieder si debbe, quando l' uomo adora ?

Risponde DARIA :

Sappi che tutti quanti e' pensier miei,
E di ciascun che i nostri Dei adora,
È di pregar che da' maligni e rei
Ci guardin d'ogni tempo, punto e ora.

GRISANTE a Daria:

Per certo ch' io non posso immaginare
Che un ch'è guardato mi possa guardare.

Chè, se non fussi il gran provvedimento,
Sarebbono ogni notte lacerati;
Perchè non caschin per acqua o per vento
Voi gli tenete col ferro legati.

Chi è quel cieco, fuor del sentimento,
Che non conosca che sono insensati?
Si che ritorna a Dio, padre clemente,
Che a tempo è chi col cor sempre si pente.

DARIA convertita, tutta lieta dice:

Sia ringraziato Dio, padre superno,
Che m'ha pel servo suo mostro la via,
E datomi tal lume e tal governo

Che ancor salvar potrò l' anima mia :
Chè, quanto più con la mente discerno,
Adorar questi Dei è gran pazzia :
Però dispongo al tutto battezzarmi,
E vo' di Cristo serva e ancilla farmi.
GRISANTE battezzandola dice:

Io ti battezzo, per virtù del Padre
Del Figliuol poi e lo Spirito Santo,
E priego te, sorella e santa madre,
Ch'ella ti vesta del suo sacro ammanto :
Se vuoi vestire di virtù leggiadre,
Volta sempre a Maria la voce e 'l canto,
Perch'ella è fonte e mar di ciascun bene,
Donde ogni grazia in questo mondo viene.

GRISANTE E DariA vanno predicando, e dicono cosi :
O stolti e fuor del vero sentimento
Che siate tanto nello error protervi,
Come credete voi che uno elemento
Nello stato di grazia vi conservi?
Iddio ha fatto el ciel e 'l firmamento
Del qual e' vostri Dei son fatti servi:
Non crediate che 'l mondo stato sia :
Ciechi, tornate alla diritta via.

DARIA predicando dice:

Anzi vanno adorando una figura
La qual non parla, non ode e non vede :
Quel che ha fatto Dio e la natura
Nessun di noi in alcun modo el crede :
Quando verrà per voi la sepoltura,
Dove non speri alcun trovar merzede
Perchè e' convien che quel che nasce muoia,
L'alma all' inferno, alla terra le cuoia.

UNO ROMANO udendogli, dice:

Chi son costor che predicando vanno,
E hanno tanto popol convertito?

Risponde UNA DONNA :

E' son cristian che con malizia e 'nganno
Si m'hanno già levato el mio marito.

El ROMANO dice:

E' si vuol ire a riparare al danno,
Acciò che Claudio ci pigli partito ;
Però che in questo ogni virtù consiste :
Chi presto e bene al principio resiste.

El ROMANO trovando el prefetto dice:

E' son qua dua, magnifico prefetto,
Che hanno la fede messa in iscompiglio ;
E se non si ripara con effetto

E' potrien dare allo imperio di piglio.
Hanno di Cristo molte cose detto,
E molti hanno seguito el lor consiglio :
Si che ripara con prudenza e' ngegno,
Chè poca cosa fa voltare un regno.

El PREFETTO dice al cavaliere :

Va', cavaliere, intendi el caso a punto, E se fia il vero io gli farò dolenti.

El CAVALIERE dice a' birri:

Oltre su, presto, mettetevi in punto :

Io so pur che al mangiar non siate lenti.

Risponde UNO BIRRO per

tutti:

Ognun di noi, o cavaliere, è smunto:
Di roba e di danari noi siam spenti:
Noi andiam tutto el di drïeto a un messo,
E per ristoro abbiam de' sassi spesso.

El CAVALIERE truova Grisante e dice:

Siate voi quei che i nostri Dei sprezzate,
Gente perversa,
maledetta e fella?

Risponde GRISANTE:

Noi predichiam di Dio la veritate,
Che incarnò di Maria vergine bella.
Poi, per salvar la nostra umanitate,
Morte sostenne per amor di quella.
Questo è quel che ciascun brama e desia.

El CAVALIER gli fa menar via!

Oltre, su presto, menategli via.

Giunti Grisante e Daria dinanzi al prefetto, el PREFETTO

dice:

Son questi que' cristiani scellerati

Che vanno el popol nostro sollevando ?

Risponde GRISANTE:

Noi siam servi di Dio e battezzati,

Ch' andiam pel mondo Iesù predicando.

El PREFETTO dice:

Del vostro error sarete castigati,

Chè, quando io vengo a costor ben pensando,
Costor con loro inganni e false vie

Tengono el mondo pien di ipocresie.

El PREFETTO gli manda ad adorare l' idolo e dice:

State su, cavalier possenti e franchi,
Io vo' che vo' intendiate il pensier mio
Io ho disposto al tutto, e che non manchi,
Che qui Grisante adori el nostro Dio;
E, se non lo farà, nessun si stanchi
Di far che pianga el suo peccato rio.
Fate che a' nostri Dei facci orazione.

E comanda che Daria sia messa in prigione :
E Daria presto sia messa in prigione.

El CAVALIERE mena Grisante al tempio e dice:
E' ti bisogna qui disporti al tutto
Far sacrificio al nostro Ercole santo.

Risponde GRISANTE:

E' sarà il corpo mio prima destrutto
E prima finirò mia vita in pianto,
Ch' adorar voglia un legno senza frutto,
Lassando Dio che creò tutto quanto,
L'abisso, el cielo, el sole e gli elementi :
Più presto io vo' patir mille tormenti.

El CAVALIERE dice:

Io so che al fin tu muterai pensiero :
Dè, guarda pur che l'ira non trabocchi.
Risponde GRISANTE :

Fa' quel che vuoi, chè quello in cui spero
Mai tolto mi sarà davanti agli occhi.

El CAVALIERE legandolo dice:

Oltre, veggiam se costui è sì fero:
Facciam che 'l corpo suo per forza scoppi:
Leghiȧnlo stretto in tal modo, che 'l core
Lassi gli spirti, e muoia di dolore.

El CAVALIERE volendo legare Grisante e stringendolo, non potendo, dice:

Che vuol dir questo? io non lo posso intendere:
Questo mi pare un caso molto strano,
Che un sol da tanti si possa difendere :
Dunque il nostro poter sarà pur vano?

Un ALTRO cavaliere dice:

Io veggo un nerbo a sua potenza arrendere :
Può far il ciel che stringer nol possiȧno?
Menianlo alla prigione strettamente,
Ch'io intendo che 'l prefetto sia presente.

Tornano al prefetto, e UN DI LORO dice:

Noi siam davanti a tua magnificenza
Venuti tutti, come si richiede:
Tu sai che noi facemmo dipartenza
Per far Grisante tornare alla fede:

Ma tanto grande è stata sua potenza

Che senza mai mutar, non ch' altro, un piede,
Potuto ha più che tutti quanti noi :

Si che fa' or di lui quel che tu vuoi.
VOL. II.

10

El PREFETTO va in persona a vedere, e dice:

Andiam, ma presto, ch'i' lo vo' vedere,
Ch'io spero al fin che le saran parole.
Altro rimedio converrà tenere,

Ch'io so a punto quel che costui vuole :
So che col fiasco non mi darà bere: 1
Io vo' provar come la carne duole.

Gettinsi in terra: el me' ricolga el peggio;
Tutti son d'una buccia, a quel ch'i' veggio.2
El PREFETTO vedendo uno lume nella prigione, dice:

Che vuol dir questo lume tanto grande ?
Vedesti voi già mai tanto splendore

Che fuori e drento in ogni luogo spande,
Che per dolcezza e' mi si strugge il core?

GRISANTE essendo in prigione dice:

Queste son di Iesù le sue vivande
Le quali a' servi suoi manda il Signore :
E son ripieni di tanta dolcezza,

Che, chi le gusta, ogni altra cosa sprezza.

El PREFETTO irato dice:

Tu mi fai di parole un gran garbuglio,
Ch'ella mi par la predica todesca:
Perchè fai di bugie un gran miscuglio
Non creder mai che del tuo mal m'incresca.

El PREFETTO si yolta al cavaliere e dice:

Prendete un legno a' piè d'un gran cespuglio,
Fate che d'ogni parte il sangue gli esca:
Oltre su presto, le catene a dosso,
Rompetegli la carne, e' nervi e l'osso.

GRISANTE orando dice:

Padre del cielo, apri le sante porte
Della immensa pietà al tuo suggetto,
E fammi nel martir constante e forte,
Ardi di carità la mente e 'l petto.

1 Questa frase, rammentando l'altra registrata nei vocabolari: A questo fiasco bisogna bere, parrebbe voler significare: So che non mi obbligherà a far quel ch' egli vuole: se pure, essendo affine anche all' altra frase: dar a bere per dare ad intendere, non volesse significare: non gli riuscirà di imbrogliarmi, di impastocchiarmi, perchè io so quel ch' egli vuole.

2 El me' ricolga il peggio, ved. vol. I, pag. 224. Tutti son d'una buccia, cioè son tutti della stessa risma, ha anche es. del Firenzuola.

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