E tu mel di' con fretta; Tu me l'aresti or detta. El FESTAIUOLO risponde a Benedetto e dice: 1 Tien lo ingegno e l'orecchio. E seguendo poi quel Il mondo pien d'inganni, Di Sarra, figliuol buono Come Dio liberale Sempre a chi l'ama porse. Ma Sarra se n' accorse, Con le sue proprie mane Ad Ismael si forte Per nol veder morire, La madre il menò allora Di quella strada fora In boschi e 'n selve ombrose, Qui e altrove, perchè il verso torni, si pronunzi alla fiorentina: Isacche. Sotto un ålbor lo pose E da lui si parti, E scostossi di li Quanto uno arco trarrebbe, In quel bosco, in quel monte D' un'acqua molto buona. Chi ben pregar lo vuole. Giunge un Gobbo, e BENEDETTO dice: Guarda chi s'aspettava! Io mi vo' innanzi fare. El GOBBO risponde a Benedetto: Anzi, per far più presto. El FESTAIUOLO dice: No, gl' intervien per questo Che a chi par ben cantare Sempre si fa aspettare; Non e' dicitor buoni.' El FESTAIUOLO segue voltandosi al Gobbo: Or cȧvati gli sproni, Et è il tuo luogo qui. E voltandosi el FESTAIUOLO al padre co' figliuoli dice: Et ognuno al suo loco; La festa starà poco A venire allò effetto. Ora il FESTAIUOLO si volta al popolo, e pregandolo dice cosi: E a te, popol diletto, 1 Allude alle convenienze teatrali; ma i veri dicitori buoni non fanno così. Le stampe più moderne hanno: Così i dicitor buoni: ma mi sembra che guastino il senso. Tutte le stampe hanno: No, gli intervien pur questo; per legare il verso coll' antecedente ho corretto: per questo. Noi ti vogliam pregare Sien per dire in Fiorenza, Bisogna mostrar l'arte, E gli esempli sien buoni. ' Ch'io conosco nel volto Ciascuno esser ben volto; State in silenzio, e per premio io prometto Finita l'annunziazione il festaiuolo va a sedere. Et Abraam sta a sedere in luogo un poco rilevato e Sarra appresso a lui et a' piedi loro da mano destra debbe stare Isac, e da mano sinistra un poco più discosto debbe stare Ismael con Agar sua madre; et alla fine del palco da man destra debbe essere un altare, dove Abraam va a fare orazione, et alla mano sinistra alla fine del palco ha a essere uno monte in sul quale sia uno bosco con uno arbore grande, dove arà apparire una fonte d' modo di pozo, quando sarà il tempo. ABRAAM dice a Sarra: Stu pensi, Sarra mia, con diligenza, Considerata la gran providenza Ch' ha auto sempre al ben nostro et onore Nella Caldea, e qui per la influenza Della gran fame, mi spirò il Signore Ire in Egitto, e tu meco venisti acqua a 1 Intendi: ci serva di scusa che siamo fuor di Firenze e che ammaestriamo nel ben dire questi giovanetti ec. VOL. 1. Segue ABRAAM: Dove per tua beltà fu' per morire; Ma per non tentar Dio e per men male, Sorella mia, cioè parente, dire SARRA risp.: Ti fe', si come è il vero e naturale; Allor d'aver figliuo' per tal cagione Ma tutto passa questa grazia santa Di me cento anni tu ben di novanta, Et io piangendo udito ho parlar te E, così vecchia, ogni pena a lattarlo Poi quando il volli dal latte levarlo, Ma dimmi, sposo mio, se gli è onesto, Risp. ABRAAM: La ragion vuol che a quel che più si doni SARRA risp.: Che han più spesso e' figlioi seco a parlare Che tu il conduca in ciel fra l' alte squadre, Di Canam m'ha promesso, e mai non erra. E non resterò mai in vita mia Di fargli il bene e le virtù fruire. El verbo eterno, el qual debe pigliare L'anime nostre dalla infernal guerra, E poi insegnare a qualunque uom che erra, 1 Intendi: la ragione vuole che quegli a cui più è donato, tanto più sia obbligato al datore. |