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RITRATTO XXIII.

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APPENDIX II.

COUNTESS ALBRIZZI'S CHARACTER OF BYRON. (See p. 14, note 1.)

1. Ritratti Scritti da Isabella Teotochi Albrizzi (Quarta Edizione, Pisa, 1826, pp. 93–103).

"RITRATTO XXIII.

"Toi, dont le monde encore ignore le vrai nom,
Esprit mistérieux, mortel, ange, ou démon,
Qui que tu sois, Byron, bon, ou fatal génie,
J'aime de tes concerts la sauvage harmonie,
Comme j'aime le bruit de la foudre, et des vents,
Se mêlant dans l'orage à la voix des torrents.'

LAMARTINE.

"Poco sarebbe dire del volto qual raggio di bellezza vi rilucesse, dacchè tanta vi si ammirava espressione di un animo straordinario; quale serenità sulla fronte, cui adornavano finissimi capelli color del castagno; leggerissimi, ricciutelli, con quell' arte accomodati, che l'arte nasconde imitando un' aggradevole natura! Che volger d'occhi erano essi del colore azzurro del Cielo donde sembrano trarre l'origine. I denti e nella forma, e nel colore, e nella lucentezza s'agguagliavano alle perle ma le guancie troppo sfumatamente tingevansi nel colore di pallida rosa. Il collo, che egli avea l'abitudine di tenere scoperto quanto la decenza permettevalo, sembrava fatto al torno, ed era bianchissimo. Belle quanto l'arte può farle erano le sue mani. La fisonomla ti comparíva tranquilla come l'onda in un bel mattino di primavera: ma come quella ad un tratto mutavasi in tempestosa e terribile, se una passione (che dico una passione?) un pensiero, un detto a commovere veniva l'animo suo. I suoi occhi allora perdevano ogni dolcezza, e scintillavano così, che malagevole riuscito sarebbe il fissarli. Non avresti creduto possibile un cangiamento sì rapido, ma ti conveniva pur confessare che lo stato naturale dell' animo suo, quello era della tempesta. La sua statura nulla lasciava a desiderare particolarmente a quelli, che trovavano piuttosto un vezzo che un difetto in certo leggero e lento dondolare della persona allorchè entrava in una stanza, del

quale però non ti sentivi punto tentato di ricercare la causa. Già difficilmente l'avresti riconosciuta, portando egli il vestito si lungo da farne invidia all' augel di Giunone. Per le vie di Venezia non fu mai veduto a camminare, nè lungo le amene sponde del Brenta, ove pure passava alcune settimane della state: e v'ha perfino chi asserisce non avere egli mai veduto, che dalle finestre, quella meraviglia della Piazza di San-Marco: tanto poteva in lui la brama di non mostrarsi viziato in parte alcuna della persona! Io però sono di avviso che ammirata l'abbia anzi più volte, ma in ora tarda e solitaria, e allorquando i meravigliosi edifizi che la circondano illuminati dalla dolce e favorevole luce della Luna, appariscono mille volte più belli. Ciò, che un giorno grandemente piacevagli, l'indomani lo annojava: e quantunque apparisse costante nel seguire alcune abitudini, da non altro ciò provenira, che dalla profonda indifferenza, anzi dal disprezzo in cui tutte tenevale : quali esse si fossero non meritavano la pena ch' egli se ne occupasse. Il suo cuore era sommamente sensitivo, e lasciavasi oltre modo governare dalla simpatia : ma la sua immaginazione lo trasportava e guastava tutto. Credeva ai presentimenti, e compiacevasi ricordare chi aveva questa credenza comune con Napoleone. Sembra che quanto fu coltivata la sua educazione intellettuale, altrettanto sia stata negletta la sua educazione morale, e che non se gli abbia mai lasciato conoscere e sequire altra volontà che la sua propria. Nulladimeno, chi potrebbe persuadersi ch' egli avesse una timidezza costante e quasi infantile, della quale si manifesti segni apparivano da rendere certo il fatto, malgrado la ripugnanza che provavasi in conciliare con Lord Byron un sentimento, che avesse l'apparenza della modestia. Conscio, siccome egli era, che, ovunque si presentasse tutti gli occhi si rivolgessero a lui, e tutte le labbra, quelle delle donne particolarmente, si schiudessero per dire 'eccolo, ecco Lord Byron,' egli naturalmente trovarsi doveva come un personaggio di teatro obbligato di rappresentare, e di rendere conto, non dirò agli altri, che di ciò poco curavasi, ma a se stesso, d'ogni suo movimento, d'ogni suo detto. Ciò gli cagionava un sentimento d'inquietudine, del quale ognuno chiaramente avvedevasi. Diceva egli ad un certo proposito (che nel mille ottocento quattordici era nella bocca di tutti), che il mondo non valeva nè la pena di conquistarlo, nè il rammarico di perderlo: il qual detto (se mai si potesse il valore di un' espressione equiparare a quello di molti e grandi fatti), mostrerebbe quasi più gigantesco e smisurato il pensare e il sentire di Byron, che quello di lui onde avea tema il discorso. Nulla dirò del suo valore poetico, di cui non credo ottimi giudici che i suoi concittadini. Essi asseriscono, ch' ei lasciò un vuoto immenso nella letteratura Britanna, che ne' suoi componimenti trattò tutti i soggetti, e toccò tutte le corde dell' arpa divina, traendone ora i più dolci, ed ora i più vibrati suoni, che udir si potessero. Poetando amava di venire ispirato, per così dire, dall' aria stessa dei luoghi ove occorsero o le vicende che voleva descrivere, o le situazioni che voleva dipingere; benchè avesse fedelissima la memoria e l'immaginazione pronta e ferace. Lo udii paragonare a Shakespeare e mettere come Garrik fra la Musa del riso e del pianto: benchè assai più di sovente e con maggiore

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RITRATTO XXIII.

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spontaneità e buon successo a quest' ultima si accostasse. I versi, ch' egli spesso dettava a corso di penna, erano altrettante lettere di cambio pagate a vista dal suo stampatore; ed è certo che quando usciva una sua opera, per quanto copiosa ne fosse l'edizione, era smaltita tutta nel giorno stesso. Fu tacciato di dipingere soventi volte, forse senza avvedersene, se stesso nei suoi personaggi: taccia da cui piuttosto cercò, che non riuscisse, difendersi. Nell' età di diciannove anni dicono che la sua riputazione letteraria fosse già colossale. Il secolo investillo e coperselo della sua nube tempestosa. La mania delle così dette opinioni liberali (parola che ognuno interpreta a sua fantasia, ciò che solo ne forma tutto l'incanto) non gettò in alcuna mente più profonde radici che nella sua. Basti dire, che essendo Lord e Pari della liberissima Inghilterra, riputavasi schiavo. Avrebbe voluto vivere in un governo ideale, poetico, scordandosi che Platone, comecchè per avventura il maggior poeta egli medesimo che vanti la politica, gli esclude tutti dalla sua Repubblica. I suoi esercizj ginnastici erano ora violenti, ed ora presso che nulli. Il suo corpo, siccome il suo spirito sapevano volonterosi piegarsi ad ogni sua volontà. Passò tutto un inverno uscendo di casa la mattina solo per condursi all' isoletta degli Armeni (una isoletta collocata nel mezzo della tranquilla laguna, e da Venezia non discosta che una mezza lega) per trattenersi in compagnia di quei dotti ed ospitali monaci onde apprendere la loro difficilissima lingua, e la sera di nuovo entrando nella sua bruna gondoletta, andava, ma solo per un pajo d'ore, in società. Un secondo inverno comunque le acque della laguna fossero fortemente agitate, vedevasi attraversarla, approdare nella più vicina terraferma, e stancare almeno due cavalli alla corsa. Non fu mai udito dire una parola Francese benchè perfettamente quell' idioma conoscesse. Ôdiava la nazione, e la moderna sua letteratura: siccome l'Italiana moderna letteratura disprezzava, la quale, ei diceva, vivente non possedere che un solo uomo; restrizione, non so se io dica più risibile, che falsa ed ingiuriosa. La sua voce era dolce e flessibile assai. Parlava con molta soavità se non era contradetto, ma più volontieri al suo vicino indirizzavasi che al crocchio intero. Scarsissimo bastavagli il cibo, e preferiva il pesce alle carni, per la singolare ragione che queste ultime, diceva egli, rendevanlo feroce. Non amava di vedere a cibarsi le donne, e conviene investigare la causa di questo suo stranissimo ribrezzo, nel timore in cui era sempre, che gli venisse perturbata quella immagine della loro perfezione, anzi natura quasi divina, che di esse compiacevasi nutrire. Essendo stato da esse sempre dominato, pare che lo stesso suo amor proprio amasse di rifugiarsi nella idea della loro eccellenza: sentimento che egli sapeva, Dio sa come! accordare col disprezzo in che tratto tratto poi, quasi a sfogo dell' animo suo, mostrava tenerle. Se non che, le contradizioni non devono sorprendere ne' caratteri pari a quello di Lord Byron e poi chi non sa che lo schiavo odia sempre quello che gli sovrasta? Senza un' Ero, che all' opposta sponda lo attendesse, passò l'Ellesponto a nuoto pel solo desiderio di por fine alla controversia, se fosse o no possibile guardarlo. E le acque pure del Tago leggerissime, e per ciò appunto pericolose, nello stesso modo attraverso

là ove il fiume è più largo; impresa della quale maggiormente che della prima piacevasi. E per non uscire d'argomento, dirò, come fu veduto nel partire da un palazzo situato nel Canal-Grande, anzi che entrare nella propria gondoletta, gettarsi così vestito com' era nell' acqua e rientrare a nuoto al suo albergo. La notte vegnente poi, onde evitare il pericolo, che nella precedente aveva incorso, di essere ferito dagli spessi remi de' gondolieri, che nelle veloci barchette i proprj Signori riconducevano, come quello che intollerante era d'ogni ostaculo, fu veduto attraversare lo stesso canale nuotando con la destra, e tenendo alzata nella sinistra una fiaccola onde illuminare se stesso. Nè potrebbesi ridire, alla vista di sì straordinario peregrino quale fosse lo stupore de' pacifici gondolieri, i quali sdrajati sulle poppe delle loro gondolette attendevano, canterellando i bei versi di Erminia e della Biondina, che il vigile gallo salutasse il mattino : ora in cui nella state sogliono ripararsi in casa le notti-vaghe Venete Dame. Co' suoi domestici, da' quali non esigeva presso che nulla, era generoso, buono, affabile. Fra gli altri conduceva sempre seco un vecchio famiglio, perchè, diceva egli, avealo veduto nascere. Lord Byron odiava i suoi compatriotti, ma solo, perchè sapeva di essere da loro in fatto di morale disprezzato. Gl' Inglesi, rigidi osservatori dei doveri famigliari, non sapevano perdonargli di averne obliati, anzi calpestati i principali: quindi nè egli amava di essere a loro presentato, nè essi medesimi, quando erano particolarmente con le loro mogli, amavano farne la conoscenza. Éra però grande in ognuno il desiderio di vederlo; e le Dame particolarmente, le quali non osavano guardarlo che di soppiatto, dicevano a bassa voce. è pur peccato! Se però qualche suo concittadino di alto grado e di alta riputazione era primo ad usargli cortesla, ei se ne mostrava palesemente lusingato, e piacevasi oltre modo d'intrattenersi seco. Pareva che alla piaga, la quale aperta stavagli sempre nel cuore ulcerato, tai lenitivi fossero quasi goccie di balsamo salutare, che lo riconfortavano. Parlando del suo maritaggio, tema dilicato, ma pure da lui gradito, se venivagli da voce amica, se ne mostrava tutto commosso, e diceva essere stato desso causa innocente d'ogni suo errore, d'ogni sua sciagura. Della moglie sua parlava con molto rispetto ed affetto. Diceva essere quella una Dama egregia, distinta per le qualità del cuore e dello spirito, e tutta di se medesimo la colpa della loro amara separazione. Ora un tale linguaggio era esso dettato dalla giustizia, o dalla vanità! Non ricorda esso quel detto di Giulio, che la moglie di Cesare non doveva nè manco essere sospetta? quanta vanità in quel Cesareo detto! Se non che in fatto di vanità Lord Byron non la cedeva a nessuno. Della figliuolina sua, della cara sua Ada parlava con grande tenerezza, e pareva compiacersi del sacrificio grande che faceva lasciandola per conforto alla di lei madre. L'odio immenso, che portava alla suocera, e ad una specie di Euriclea di Lady Byron, due donne alle quali apponeva di avere influito grandemente ad allontanarla da se, dimostrava ad evidenza quanto egli ne fosse dolente: ad onta di qualche amaro scherzo contro di essa medesima, che ne' suoi scritti si rinviene, dettato piuttosto dal rancore che dalla indifferenza. L'animo suo era così irritabile e della censura intollerante, che fu udito dire di

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MOORE'S EXTRACTS FROM RITRATTO XXIII. 441

una Dama, la quale aveva osato criticare un suo verso, che l'avrebbe voluta annegare nell' Oceano; quasi che la laguna di Venezia non gli paresse abbastanza profonda. Quando udiva che un tale o un tale altro disponevasi a tradurre i suoi versi impallidiva, e quasi tremava pel timore che non fosse traduttore adeguato. La sua mano era pronta a soccorrere il misero, ma i suoi severi compatriotti lo accusavano di non istenderla bastantemente in secreto: quasi che la mancanza di una seconda virtù distruggere potesse la prima: e poi, se tutto ciò che Lord Byron faceva era soverchiamente investigato, di chi la colpa? Tirteo novello, i rinnovati Greci col canto maggiormente eccitava alla pugna e alla vittoria. Morì fra di loro, che amava, ed ottenne da una Nazione, che conscia era solo delle sue virtù, e della propria gratitudine, immenso, puro e generoso compi anto. La sua patria, onorando altamente il suo poeta, contrastò alla Grecia il possedimento della sua spoglia mortale. Ebbela: alla seconda rimase ciò, che meglio appartenevale. . . il Cuore ! Grecia !... egli disse, e più non disse."

2. Moore's extracts from Ritratto xxiii. (Life, pp. 413415).

"Toi, dont le monde encore ignore le vrai nom,
Esprit mystérieux, Mortel, Ange, ou Démon,
Qui que tu sois, Byron, bon, ou fatal génie,
J'aime de tes concerts la sauvage harmonie.'

LAMARTINE.

"It would be to little purpose to dwell upon the mere beauty of a countenance in which the expression of an extraordinary mind was so conspicuous. What serenity was seated on the forehead, adorned with the finest chestnut hair, light, curling, and disposed with such art, that the art was hidden in the imitation of most pleasing nature! What varied expression in his eyes! They were of the azure colour of the heavens, from which they seemed to derive their origin. His teeth, in form, in colour, in transparency, resembled pearls; but his cheeks were too delicately tinged with the hue of the pale rose. His neck, which he was in the habit of keeping uncovered as much as the usages of society permitted, seemed to have been formed in a mould, and was very white. His hands were as beautiful as if they had been the works of art. His figure left nothing to be desired, particularly by those who found rather a grace than a defect in a certain light and gentle undulation of the person when he entered a room, and of which you hardly felt tempted to enquire the cause. Indeed it was scarcely perceptible,—the clothes he wore were so long.

"He was never seen to walk through the streets of Venice, nor along the pleasant banks of the Brenta, where he spent some weeks of the summer; and there are some who assert that he has never seen, excepting from a window, the wonders of the 'Piazza di San Marco;'-so powerful in him was the desire of not showing himself to be deformed in any part of his person. I, however, believe that

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