Parnaso degl' Italiani viventi, Volumen 8

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Dalla Nuova Tipografia, 1798
 

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Página 36 - O sotto un faggio Io ti ritrovi Al caldo raggio Di bianco ciel, Mentre il pensoso Occhio non movi Dal frettoloso Noto ruscel: O che ti piaccia Di dolce Luna • ', L...
Página 227 - Oh felice chi mai non pose il piede Fuori della natia sua dolce terra ! ' . Egli il cor non lasciò fitto in oggetti , Che di più riveder non ha speranza , E ciò , che vive ancor , morto non piange.
Página 38 - Mi guardi amica La tua pupilla Sempre , o pudica Ninfa gentil ; E a te , soave Ninfa tranquilla , Fia sacro il grave Nuovo mio stil...
Página 184 - D'Italia , ea me l'antica arte ricorda, ,, Che si. pensa oggi là della mia Musa? Al casto suon della tua dolce corda , Fuor pochi eletti, che fedel conserva...
Página iii - Egli avrà fatto de' versi più robusti e più dotti ; ma di più patetici , di più soavi, di più secondo il mio cuore e il mio gusto non ne fece egli certo. Troverete sparsa in più luoghi quella dolce...
Página 173 - L' innocente seren de' tuoi bei giorni. Non che il Mondo ritorni A te quanto gli dai tu di dolcezza, di' e^li stesso ben sa non poter tanto. Valle è questa di pianto E gran danno qui spesso è gran bellezza, Qui dove perde agevolmente fama...
Página 175 - Non è quello che in te vagheggio e colo. Te stessa amo in te solo, Te dentro e fuor sol di te stessa adorna. La sola voce tua non è concento ? Non danza il portamento ? E cercherò se dotta suona o pinge Man che in eterne reti ogni alma stringe ? Ma tra non molto, ohimè (nè mi querelo Altro che, invan, contra il destin mio duro) ! Rivolgerò all
Página 139 - Qui de' suoi cedri al lume, oprando tele. Circe l'aere notturno empiea di canti. Ed or nella Trinacria ha il suo bel nido La più cara Fanciulla e la più vaga Che mai levasse in questi mari il grido. Fuggii : ma come? aperta in sen la piaga Portando, e gli occhi ognor volgendo al lido, Ove lasciai la mia leggiadra Maga.1 XVI. LONTANANZA. D...
Página 174 - Contento d'involarti un qualche sguardo., E di serbar nell'alma i casti accenti , La sorte a farmi sventurato io sfido. Tu non conoscerai quel foco , in che ardo , E mireran tuoi bruni occhi ridenti, Senza vèderlo , il servo lor più fido.
Página 143 - Sotto il vario color de' suoi costumi. O soggiorno fedel d'orsi, e di lupi Dure vetuste rupi , Del vostro aspro rigore Date, vi prego, a un core Che diero a me tenero troppo i Numi : Date di quella neve anco, che suole Seder su voi così ostinata e salda , Da farne scorno al Sole, Che l' indora co

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