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tornasse in quelle bande, et che volendo governare la Spagna, la Magna et tutte le altre sue provincie venesse in Italia. Se Sua Maestà torna in Spagna, come se dice e se vede cum effecto che hora partirà el Vicecancellero da Ragon per Spagna, et a l'ultimo di questo se dice partire el resto del Consiglio, dubitase grandemente che, partita sia, questi alemani faranno molto peggio che Spagnoli, perchè dicono che in Germania è la sede del Imperio et che non comportarano vaddi in altro loco; de sorte che S. Maestà se vedarà pocha contentezza in questa sua grande Monarchia.

Il Signor infante se expecta in breve, et gionto che serà lo accompagneranno cum la moglie secundo se dice, et daranno la sorella sua al Re de Ungaria.

Monsignor de Chievres martedì matina fece un banchetto a tutti li grandi de Germania che sonno qui; dicto banchetto fu belissimo et dopoi se giochò.

S'è ditto che 'l Re christianissimo hora cercha la investitura del Duchato di Milano, lassando libere quelle cose. de Fiandra et del contà d' Artoys, perchè le appellationi de le cause vanno a Pariso, et per questi respecti poteria esser che l'uno et l'altro se componerieno.

La matina de la Candelera la Maestà Cesarea fece invitare tutti li Alemani alla Messa et tutti portaveno le loro candele cum l'arma sua, perchè così è la consuetudine. Sua Maestà mandò etiam a invitare el Duccha Dalba volesse far el simile; lui mandò a dirgli che l' era vassallo del Re Spagna et non del Imperio, et cossì non gli volse andare et non senza causa, però che quando commenciorno la dieta, trovandose li lui a sedere, etiam chel fusse in loco basso, non di meno li Todeschi el volsero cavare de lì et lui alla prima non se volse levare, dicti Todeschi andarono dal Re et S. M. mandò a dirgli chel se levasse et lui se partite. De quello feceno al Nuntio de N. S. et a quello de Franza et de Venetiani non lo scrivo, perchè existimo l' habino scritto loro. Invitorno li oratori Mori de li Gierbi et quando introreno in la dieta cavorno le scharpe portandole in mano a fare reverentia al Re, et pareva che pianghesseno et non volevano sedere per modo alchuno, de sorte che ogniuno comenzó a ridere; pur al fin se lassorno redure et li feceno sedere.

se

Horamai serano quindeci giorni che un certo Anchise

homo del marchese de Mantua arivò qua; me son sforciato de intendere quello lui va facendo et sel sta qua a nome del Marchese, et anchora non ho possuto intendere altro se non che l'ha menato a presentare certi cavalli a Bavaria alli Ducchi in nome del dicto Marchese, et dipoi è arrivato sin qua. A questi giorni la gente de Mons. d' Anchona per mezzo de Sedunense et di Legge haveva havuto la promissione che '1 Ke gli darrà el placet de Calix, aciò lo potesse renunciar a suo nepote, et quando l'è stato per volere sollicitare la expeditione, il gran Mastro cum Chievres l' hanno impedita, volendo prima che 'l Cardinale prometta de resignare el vescovato Daras in Artoys al figlio del gran Mastro dicendo poi fargli dare una recompensa dal re

El Re de Datia è andato in la provincia de la Svetia qual prese un anno fa et in la cità de Stocholme ha convitato ottantatre persone, fra le quale erano dui vescovi a un banchetto, et haveva dua milia soldati lancechenec ben armati, et magniato che hebbe S. M. le fece fare pregioni tutti et la notte li fece decapitar, et dipoi butare sopra un focho, et più un capitanio qual era morto de sei mesi avanti che si era retrovato contra el prefato re quando prese dicta provincia, lo fece cavare de la sepoltura et gitare nel focho cum li altri.

A questi giorni in Saxonia un certo prete dicendo mal del Luther, li adherenti soi lo andorno a lapidare come se fece Sancto Stephano cum li saxi, et più andorno a la casa de Jo. Echio, ma lui fugite et quelli servitori o altri che trovorno in casa fureno gitati fora de le fenestre et uno ne morse. La epistola inclusa l'altra matina fu presentata al Re et S. Maestà subito, senza vederne parola, la strazò publicamente.

Sonno tri giorni che parlando Mons. Rmo. Sedunense cum certi altri gentilhomini de questa materia del Luther, S. Signoria Rma, disse dubitare grandemente che, partito che fusse lo Imperatore, queste bestie non se alienassero da la devotion Romana et che li preti non patesseno et che l' haveva parlato cum molti de questi grandi, et quasi tutti li trovava inanimati contra la corte di Roma solum per le cose have vano saputo et veduto, presertim de lo Arcimboldo che haveva facto mille poltronerie et cum li frati de li ciocholi cavato quanti dinari erano qui et dele signature che se facevano in corte di Roma in derogare a indulti e molte altre cose, et

che se uno vescovo pigliava un prete volendo administrare iustitia, subito dicti frati se scoprevano monstrando le loro facultà et levaveno dicto prete de mano a esso vescovo et molte altre cose, quale erano causa de fare tolerare tutte quelle cose de Martino anchora che li cognoscessero chel dicesse gran pacie. Tamen secundo dice S. Signoria Revma gli dispiace grandemente queste cose, et veramente quando a lui, al vescovo de Trieste et a Banisio è stato commesso la expeditione del mandato Imperiale contra Martino Luther, s'è portato molto bene, et perchè Gurgense gli haveva commesso che non vedesseno dicto mandato senza doi altri consiglieri barbari, dicto Sedunense era irato perchè tri giorni furno che ogni matina erano insieme tutti tri et mandorno sempre a domandare li altri doi et mai non se trovorno, et Gurgense ne era causa, aciò se differesse esso mandato per gratificarse el Duccha de Saxonia, et cossì anchor Sedunense teneva per certo che lui facesse che dicti consiglieri non se trovassero in casa, et il conte Camillo de Gambara me ha dicto che alla tavola de dicto Gurgense se diceva male de N. Signore essendo lui presente, et non diceva nulla. Quatro di fa el re cum tutto el consiglio stete quattro hore sopra la expeditione de dicto mandato, et quando li conseglieri avotaveno esso mandato, la più parte parlaveno in todescho; finito che hebeno il Re disse: credeti che non ve habbi inteso? voi haveti ditto cossì et cossi; questo me despiace per tal ragione cossì, et questo me piace per la tale; de sorte che ogniuno se maravigliava et cossi fu expedito el mandato in bona forma, et hora lo traducono in lingua germanica. Messer Hieronymo Leandro ne farà stampare et mandarali per tutto. Il Re s'è portato molto bene et molti de questi grandi dicono che questa cosa se doveria vedere cum un concilio, et tutta la plebe dice che se farà dicto concilio et che non pagharano più annate ..·

In Wormatia a dì VII de Februario MDXXI.

21.

Aleander Vicecancellario.

(Nunc. Germ. L. 185.)

(Ex Worm. 12. Febr. 1521.)

Ad di X di questo ricevi le di V. S. R. con le Bulle contra Luther et alcuni brevi et simul la lettera di ducati 400, della qual expeditione rengratio humilmente la Stà di N. S. et V. S. Revma; vero è che se fusse stata più a tempo mancaressimo al presente di questa molestia, come io credo, perchè ante frequentiam Principum havevamo la parte adversa, molto meno potente che al presente pare quasi invincibile; tuttovolta melio è tardi che non mai; ma delli danari non so come si farà, perchè la lettera è da pagar in Augusta, sei giornate longhe da qui, nè è securo il camino.

In reliquis ancora che in questa expeditione di brevi et bulle me si faccia non pocco torto, che doppoi tanti affanni, fatighe, pericoli tollerati da me solo, di che tutta questa corte ne pol far fede et la Germania (come per suoi libri appar) pur troppo se ne risente, pare che N. S. non se fidi di me, che dovendosi pro necessitate rei ampliar la commissione, se mi leva il nome mio et la credentia de' Principi; nè manco si è fatto come io ho scritto esser necessario, come lo sciò meglio di quelli che non lo trattano. Tuttavolta non cesserò di far che si conosca che sono buono et fidelissimo servitore di N. S. et di V. S. Revma al honor di Dio et commodo di S. Chiesa, nè dommando altro maggior premio che N. S. Dio inspiri el Sanctissimo et V. S. Rma a veder con li occhi del core una decima parte delli periculi, necessitati, ignominie che io patisco in questa mia a me solo infelice impresa; et se io ho fato mai in questa cosa error di una syllaba, quod constet fidedignorum non reprobato testimonio, et sel se trova quod ego solus non tulerim pondus diei et aestus, praesertim in arduis et laboriosis, son pacatissimo perder la gratia del Sanctissimo et di V. S. Rma. Molti errori nocivi alla causa nostra commessi in questa expeditione potrei narrar, ma non ho tempo, perchè questa mane Caesar ore suo m' ha commesso che deman om nino davanti sua Maestà li elettori et altri tutti principi et populi io habbi a orar la causa di Martino et domandar lo che volemo; il che, ancorchè per la brevità del tempo me sii

quasi impossibile, tuttavolta laborerò tutta questa notte, pre gando Dio me tenghi forte in defender la causa sua, in quo ben spero purchè le forze del corpo stiino salde, che invero quasi ogni notte da molti giorni ho un non pocco di febre.

Io non posso non replicar per questa maravigliarmi molto che Erasmo habii tanto impresso nel capo a li miei Signori che io li fo torto, et che costà si crede che io habii al presente o mai alias havuto alcuna controversia con Erasmo, ancorchè mille volte lui habii pigliato l' avantaggio parte per temer lo che deverei merito far contra di lui, parte per extorquer quello breve dal Papa a qualche suo proposito, come el fece di quell' altro, per il qual N. Sre approba quello che l'ha scritto; dove sono molte cose peggiori che quelle di Luther come sono parato a mostrarle in assaissimi luochi; tuttavolta mai io l'ho specificato ad alcuno, ancora che in molti luoghi me ho trovato con grandi homini, et presertim el Tudense, li quali teneno expresse alcuni libri adscritti a Martino di peggiori esser de Erasmo et li manifesti suoi esser pieni de pericolosissimi errori; tamen sempre ho dissimulato come per una mia prima et secunda lettera ho scritto, et questo ne concitaremus nobis simul tot hostes, nè sarei stato si pazzo far altramente. Però vorrei o che se mi levasse la commission se io sono suspetto, o si pensasse che quando mille fiate Erasmo fusse mio nemico, io mai harrei postposto il commodo della causa a' miei privati affetti, et se si dice che Erasmo l'ha scritto ancora contra il Papa e la sua Bulla ha detto molte manifeste bugie et ha turbato et turba peggio che tutti li altri la Germania ab ortu Rheni ad Oceanum, come cosi, è et per il presente solum lo dico a N. Sre et a V. S. Rma et a quelli qui nimis tribuunt in hac parte Erasmo; poi per dirlo aperto ore et scriptis in defension della fede quando N. S. o V. S. Rma me lo permetterà et el tempo lo rechiederà, sì che tandem non se dubbiti alcuno che mai l'appetito mio sii de maggior momento appresso di me che l' honor et il commodo de' miei Signori che se fidano in me. Sed iam me accingo ad laborem crastinum, supplicando a V. S. Rma che se degni reposarsi in me presertim in questa cosa, nella qual sempre ho fatto et farò tutto il mio sforzo, ancorchè certo le cose siino in terribili termini et tali che non li ardisso scriver per non parer di far le mie fatighe tanto grandi; ben spero con l' adiuto

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