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18.

Vicecancellarius Aleandro.

(Nunt. German. L. fol. 16—17.)

(Dat. Florentiae 6. Febr. Rec. Wormatiae 15. Febr. 1521.)

Venerabilis Vir Amice noster praecipue.

Alle vostre de XXII. del passato, quali si sono mostrate a Nostro Signore, bisogna poco respondere perchè già et le bolle et Brevi da voi chiesti vi sono stati mandati, così una di cambio alli Foccheri de 400 ducati; resta solo, che voi come havete incominciato seguitiate prudentissimamente et con animo gagliardo supplicando et persuadendo Cesare faccia come fa l'officio di catholico et Christianissimo Imperatore, et come primogenito figliolo et honorato sopra tutti dalla Sede Apostolica, sopra tutti anche voglii defenderla maxime da questi Heretici perfidi, quali non manco procurano la ruina di Sua Maestà et dell' imperio che della fede catholica et chiesa Romana. Nostro Signore ha sommo piacere che quel Religiosissimo et devotissimo padre Confessore di Sua Maestà si ritrovi li et mostri tanto fervore in servitio di Sua Santità et della Santa Sede Apostolica, et vi commette lo ringratiate et exhortiate da parte di Sua Beatitudine a perseverare, et per le bone opere ha fatte fin qui li manda mille Benedittioni, et desidera occasione di poterlo gratificare; voi intanto supplite mostrandogli la bona volontà et animo di Nostro Signore verso lui. Il medesimo officio fate con quelli Principi et Consiglieri Catholici secondo pare a voi mostrando a tutti il pe riculo grande nel quale essi si trovano per la heresia et pessimo scriver et predicare di questo ribaldo quale non cerca altro che deponere i Grandi Ecclesiastici et laici et excitare il vulgo et la plebe, et a questo tende tutto il suo veneno di suscitare tumulti et scandali et mettere tutti i populi in foco et fiamma contra i loro superiori, in modo che si essi Signori finchè hanno in mano la podestà non li provedono in questa Dieta con remedii presenti et fortissimi, detti Signori saranno i primi a patire loro et ruinare, et il fuoco acceso lì in Germania arderà prima quella natione et lochi li più propinqui che questi qui de Italia et della Chiesa. Fate ogni instantia et sforzo che Cesare, Maguntino, Cevrex, il Confessore et quelli altri Signori fedeli si sveglino et hora hora nella presente

Dieta provedino et smorzino l' incendio avanti che prenda più oltre che poi non sarà più in facultà loro, et quella Natione, quale fin qui è stata la più catholica et più osservante della Sede Apostolica che tutte l'altre; sarà la più vituperata et infame che la Bohema et tutte l' altre; et che si dirà nelle storie et Annali si sotto sì grande Imperatore che da Romani in quà non fu il maggiore, la Germania si ribella et dalla fede et dal suo Imperio? ma voi saprete molto meglio fare et dire, che noi ricordare, però ne rimettiamo alla prudentia vostra et del protonotario insieme, ne quali Nostro Signore confida tutto.

Vi si manda un altro libro del Frate Ambrosio secondo la dimanda vostra, et a lui si è data cura che responda a questi veneni di quel pessimo quali hora scrivete mandati quà.

A noi molto dispiace il mal vostro et vi exhortiamo sopra tutto a curare la sanità vostra et stare di bono animo, persua dendovi che la Santità di Nostro Signore è di voi tanto contenta quanto possiate desiderarvi, come poi per li effetti conoscerete, li quali noi siamo sempre per procurare. Benevalete, Confortamini et nolite timere, nam Deus pro nobis. Florentiae VI. Febr. MDXXI.

Vester Frater, Vice-Cancellarius.

19.

Aleander Vicecancellario.

(Nunciat. German. L. 184.)

(Ex Wormatia 6. Febr. 1521.)

Per obviar più che si pote a questi tumulti di Germania et prohibir stridi che fanno in questa diaeta, pare esser necessario imprimis universalmente revocar ogni reserva, presertim fatta cum derogatione concordatorum, et in futurum schiffar tale derogatione quando mille volte Cesar la demandasse.

Preterea et in presenti veder di far se qualche lite pende ancor indecisa per vigor di tal derogatione o altri meggi che fanno tumultuar questoro, che N. S. la extingui et li impetranti habbiino patientia per questa volta, perchè expedit paucos mori pro populo, tanto più che chi hanno impetrato sono ricchi; et si proveda a mille stangheggiamenti che questoro si lamentano

farsi in Rota et per notarii di quella; si ita est che Sua Santità imponat silentium vel suspendat prosecutionem litigiorum per el presente, tanto che passa questo furor.

Particularmente besogna che V. S. Rma faci con el Rdo Episcopo Casertano che sua Signoria se deporti de una certa prebenda monasteriense ad quam ipse habet ius vigore reservae cum derogatione concordatorum, donde ne voleano far qui grande querela, ma el cancelliere coloniense mio amico et honoratissimo homo et buono ecclesiastico me ne ha advertito per sue lettere, le quali io mando; donde quelli a chi V. S. Rma commetterà queste cose ne potranno pigliar informatione, et certo non è cosa per il Sr Casertano una prebenda monasteriense; però, se si pote, bono sarebbe chel compiacesse a questoro, attenta detta derogatione la qual fa strider il mundo.

Item il Signor de Armerstorff camerieri che dorme in camera di Cesar molto al suo segnor grato, si lamenta del Ro Cardinale Egidio di certa prepositura, vigore cuiusdam reserve; ma più si dole de Mons" Enckewoirt a chi lui et per lettere di Cesar et sue havea raccommandato la cosa sua, et taxalo o de fraude o de negligentia: Cesar ore suo me ne ha parlato, però ne ho scritto ad ambedoi et ancor supplico a Vostra Signoria Reverendissima se degni far trattare cum el Reverendissimo Cardinale predetto, che si degni o contentar detto camerieri, ò almeno scriver di sorte, che Cesar con detto camerieri cognosca che non se li fa torto; questui è di assai importanza, et fino qui stato buono ecclesiastico al presente commincia a stridar et far el Trenta para, se non se li fa ragion, come lui dice; mando la sua propria instruttion ancor che la sii in Francese, non ho tempo di tradurla.

Un'altra causa de un honestissimo Gentilhomo praeposito hildesemense et canonico Moguntino buon servitor di Nostro Signore et dotto et daben, la qual se così è come lui narra, certo è molta strania, et doliomi che l'habbi tal controversia cum Messer Ja: Questemberg, el qual ancora che mi si in luoco di padre, tuttavolta per il ben publico son costretto a scriver et contentar questoro. Un' altra di quello medesimo Un'altra contra un altro; mando le sue instruttioni, Vostra Signoria Reverendissima si degni le cometter, et far che di qui questoro habbiino qualche resposta che io ho fatto l'officio che me hanno requisito.

Item scrissi alli di passati sopra certa unione in oppido Scheltstadiensi della qual ne è informatissimo il Rmo Sr Cardle Campeggio; in hoc oppido sta gran fundamento et speranza delli Lutherani che sono al Reno, et ci sono de' buoni ingegni; però sarebbe buono che Sua Santità gratificasse a quello populo per poterlo haver ad nutum suum contra li detti Lutherani et si le potrà scriver un breve de questa sententia che me ha formato et datomi un secretario di Cesar; mando la copia, nè besogna in questi casi haver tanto rispetto a quelli che dicono haver jus quesitum, perchè Sanctissimus Dominus Noster ad evitandum tantum malum potest etiam auferre beneficia pacifica et dare aliis, et di questo ne prega assai el supradetto secretario che ha gran credito con li Lutherani, et mostra voler fare assai in redur molti presertim di detto oppido Sheltstad. Ipse est Jac. Spieghel che vol omnino esser buon servitor di N. S. et di V. Sia Reyma

Quello libretto che io mando con titulo Constantis Euboli Moventini è sta fatto dal curato di detta terra dottor theologo, nominato paulo Phrygio, et questo me ha detto secreto el sopradetto amico che me ha dato esso libro, et dubio procul promette che quello suo populo farà ogni demostration, se N. S. li gratifica et simul scriva un breve ut supra.

Mando preterea una informatione Capitonis doctoris theologi el qual sta con Moguntino; questui communi omnium opinione è stato sempre della secta Lutherana; ma al presente per il patron è mutato, aut saltem dissimulat, et pur spesso intendo che nelli colloquii retorna al vomito, il che non me lo nega, ma dice far per descoprir l'animo delli altri, la qual excusatione ancorchè inepta pur io fengo mangiarla et mostro haver ogni mia fede in lui; buono sarebbe, se possibile, è che N. S. il contentasse perchè è dotto et facundo et multum potest prodesse et obesse.

Supplico a V. S. Rma se degni dar commissione ad alcuno che, con la più dexterità et maturità se pole, vedi far contentar questoro, perchè molto giovarà a prohibir maggiori tumulti in questa natione in tal modo concitata che non ci vedo cosa buona praeter Caesarem. Et a quella genibus flexis baso le mani. Wormatiae. VI Februari MDXXI.

Balan, Documenta Lutherana.

4

20.

Cuiusdam epistola de Rebus Germanicis.
(Arm. II. Caps. 1. N. 81.)

(7. Februarii 1521.)

Reverendissimo Monsignor mio observandissimo. Hoggi è intrato il Marchese Brandeburgense molto bene a ordine et cum una bella compagnia; hora ce sonno tutti li electori, ma prima che lui fusse venuto, già tre volte la Maestà Cesarea cum li altri electori et grandi se erano adunati insieme et per anchora non s'è potuto intendere cosa certa di quello habbino proposto. Tamen se dice certe cose generale, cioè che S. M. li ha regratiati de la election loro facta in persona sua, et che per non haver havuto tempo lui de visitare li populi de Spagna facevano gran novità et che per questo respecto l' era forciato retornare per remediargli, et che 'l li pregava volessero finir questa dieta et fare electione de persone idonee et iuste per governare in absentia sua la Germania et administrargli iustitia, et che concordato che l' havesse le cose de Spagna, dipoi daria principio alla expeditione de Italia; de sorte che qui se ten per fermo che fra dui mesi Sua Maestà andarà in Fiandra et al bon tempo se imbarcharà per Spagna, et chel sia vero credo che l' andata del gran Scudero in Fiandra non fosse per altro, se non per fare che questi electori accelerassero la dieta et per demonstrare a Spagnoli che S. Maestà havea comenciato a dare principio a l' armata per volere andare, aciò non facesseno altre novità; alchuni dicono che S. Maestà menarà X in XII mila lancechenec, el che è credibile, perchè l' altro giorno, essendo io dal gran Cancellero sentì che uno della Cova mandato dal Contestabile al re, gli disse havere facto intendere alla Maestà Cesarea per parte dicto Conestabile che la non andasse senza gente, et se non bastava menare todeschi, menasse turchi. Altri vogliono dire che li electori et altri Germani già hanno commenciato a parlare de la expeditione de Italia, cosa che poteria essere, ma non la posso credere, per non esserci dinari. Tamen poteria essere che, trovandosi li grandi ben disposti et le terre franche cum gente et dinari, de li quali credo ne habbino grande carestia, Sua Maestà faria dicta impresa, per far come gli disse el duccha d' Alba, che volendo governare S. M. Spagna

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