la Frottola, ma il titolo è modificato a questo modo: La Rappresentazione di Abraam e di Sarra sua moglie nella quale si contiene la buona vita di Isaach lor figliuolo, e la mala creanza d'Ismael figliuolo di Agar sua ancilla, e come furono cacciati. Nuovamente ristampata. E prima per annunziazione è un padre con duoi figliuoli, un buono e un cattivo, per esempio universale de' padri e de' figliuoli. In Siena l'anno 1581, in-4° di 12 carte con 2 figure. (11 Batines ne nota un'altra pur di Siena simile a questa in tutto, ma senz' anno. Forse qui è errore, nato da questo che l'esemplare dell'edizione del 1581 che trovasi in Magliabechiana, è strappato appunto nell'ultima carta dove dovrebbe essere la data.) Quest'edizione ha la Frottola. Firenze, appresso Giovanni Baleni, l'anno 1589, in-4° di 12 carte con 3 figure. Manca la Frottola. Siena, alla Loggia del Papa, 1610, in-4° di 12 carte con 3 figure. Non ho vista quest' edizione nelle Biblioteche fiorentine. Circa all'autore di questa Rappresentazione, che per freschezza e purità naturale di lingua, è da porsi fra le migliori, non mi è riuscito a trovar nulla. Solo dalle parole del Padre nella Frottola: 0 Firenze felice Non è ancor tempo molto Tu eri pur rivolto Quasi al viver cristiano, Or se' infelice e insano, si può ricavare che fu composta non molto dopo la morte del Savonarola. La Frottola fu stampata anche a parte col titolo: Frottola d'un padre che avea due figliuoli ec. (Vedi Batines, Bibl. 84.). Il lettore osserverà che generalmente abbiamo conservato alcune proprietà dell'antica ortografia fiorentina, come vechieza, vego ec. LA RAPPRESENTAZIONE QUANDO ABRAAM CACCIÓ AGAR SUA ANCILLA CON ISMAEL SUO FIGLIUOLO. E prima è per annunziazione un padre con dua figliuoli; El PADRE chiama: Anton! Chi chiama? Ascolta, E di' un' altra volta Ah! si conosce e vede El buon di da mattina, Antonio va e chiama Benedetto; el PADRE da sè dice: Quanto indarno favello A questo figliuol mio! E' bisogna che Dio Sia quel che gli dia buoni, Ma buono esemplo dia E vigilante stia Che mai non perdin tempo; In ogni loco e tempo Intenda dove e' vanno; Chè 'l mondo è pien d'inganno · Sotto ombra di bel mostro. Tornano insieme, e BENEDETTO inginocchiato dice: Risp. il PADRE: Ecco, buon padre nostro, E' figli a tua presenza. O santa obedienza Quanto contenta e piace! Un tal gaudio, un contento, Io nol posso narrare. Per darvi un po' di spasso, Et andrem passo passo Que' loro suavi canti, O dua, si ben diranno ANTONIO un po' adirato dice: Risp. il PADRE: Risp. ANTONIO: Risp. il PADRE: Risp. ANTONIO: Risp. il PADRE E volete ch'io venga, Padre, si mal vestito? E a chi, e perchè? Che manca? e che vorresti? Manca, che voi dicesti Di farmi un bel mantello, E meno or vi pensate. Portasi questi panni? Più ch' io non volsi mai. Tu l'hai speso assai male. E vestir riccamente, Di bene mai inparato? Risp. ANTONIO: Risp. il PADRE: Risp. ANTONIO: Risp. il PADRE: Risp. ANTONIO : Risp. il PADRE: L'uomo è pure stimato,1 A' panni, e non chi gli ha," E vadi ben vestito, E chiamato uom da bene; Che altro non ci si spende. Che quanto tesor fu O sarà mai nel mondo. Le son tutte parole; Io vorrei aver danari. Il vo'saper testè ; 1 Cosi tutte le stampe. Ma il PALERMO riferendo questo prologo nella sua Illustrazione dei Codd. Palatini (II, 389) scrive: L'uomo è più stimato. E mi par buona correzione, salvochè per amor del verso si potrebbe dire invece : L'uomo è più istimato. 2 A chi gli ha. Risp. ANTONIO: El PADRE dice: Risp. ANTONIO : El PADRE dice: Risp. ANTONIO: El PADRE dice: E qui da te e me Veder chi ha ragione. Io vorrei un giubbone Di drappo spanto e bello, Come dipinte; et anche Listrata, o un gabbano, Che fussi delle sei....1 Di' pur, non vergognarti Vorrei al mio dimino Per poter col compagno Ma stu vuo' altro, parla. 1 Di gran rarità o di Per ire a spasso ogn' ora. Non per ora. Ma vorrei questo presto. O parlar disonesto! gran merito: come ora si dice: numero und. |