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Finita l'annunziazione1 il re AssUERO è in sedia e dice a'suoi

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Compagni e figliuo' miei, baron diletti,
Forteza e ornamento del mio regno,
Provati in tanti casi e dubi stretti,
Per cui virtù si grande imperio tegno,
Intesi sempre da gli antichi detti
Che si conviene, acciò che 'l re sia degno,
Essere in ogni sua operazione
Liberal, giusto, e di reputazione.

Però che 'l re che largamente dona
Benivolenzia in ogni cuor accende,
Giustizia esalta, e' buoni e tutti 2 sprona
E a ciascuno il suo debito rende;
Reputazione da ogni parte suona,
E contro agl' inquïeti el re difende :
Perchè il credito toglie e då timore,
E conserva e' benivoli in amore.

Però, vi piaccia un po' di rassegniare
E' baron della nostra monarchia,
E fargli a una festa convitare

Dove i' voglio ch' ognun presente sia;
Allor potrem del regno ragionare
Et a ciascun far qualche cortesia,
E veggendo anche la nostra potenzia
Ci aran poi più amore e riverenzia.

Dunque, cancellier nostro, scriverrai
In ogni parte che per noi si tiene,
E ogniun alla festa inviterai

Con quel leggiadro stil che si conviene.
Tu, scalco, la gran corte ordinerai,
Si che onorato sia ciascun che viene:

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1 Nelle edizioni che esempliamo manca il Prologo o Nunziazione. Soltauto nella stampa di Siena, Loggia del Papa, precede un « Prologo o Nunziazione che si può recitare da un fanciullo o da qualsivoglia altra persona con quell' abito e con quel l'accompagnatura che più piacerà.

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2 Le edizioni di Siena: e' tristi.

El cancellieri e lo scalco s'inginochiano e vanno via a sue
faccende, e il CANCELLIERI fa molte lettere e dice al mae-
stro de' cavallari:

Chiamami qua corrieri e cavallari,
Mentre ch' i' scrivo, ch'i' gli vo' mandare.

Risponde il MAESTRO:

Ecco costoro; e voglion pur danari

E sanz' essi non voglion camminare.

Risponde il CANCELLIERI:

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Pagagli ben, chè usanza è de lor pariamant and
Mai l'uomo non gli possa contentare.

Uno CORRIERI dice al cancellieri:

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Messer, se vuoi ch'i' vadi così in fretta fansin.
I' vo' bere a ogni oste una mezzetta.

Il CANCELLIERI dice a uno corrieri:

Va via, tu, piglia inverso India la via,
E al re questa lettera darai.

Poi dice a un altro:

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Tu cerca i Parti e' Medi di Caldea.
Poi a un altro, dando a ciascuno la lettera:
E tu la Capadocia e la Judea.

Poi ne va al re e inginochiandosi, dice:

1

Scritte ho, signor, molte lettere e brievi
In ogni parte come comandasti.

Risponde il RE:

Bene sta: fate ch' ogniun si ricevi,
Chi verrà poi, con tanto onor che basti.
Tu, scalco, fà che questi vestir lievi,
E fammi onor, se mai senno operasti.

Risponde lo SCALCO :

Fatto ho, monarca sacro, il tuo volere,
Et ogni parte ornata al tuo piacere.

1 L'edizione di Benvenuto: Tu cerca i Parti e' Medi e la Caldea.

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Dipoi il re si muta uno bel vestire, e in tanto comincia a comparire gente; el re d' India e il re d' Etiopia e il re di Erminia, e tutti con molti signori bene accompagnati, e giunti dinanzi ad Assuero tutti s'inginochiano; e il RE D' INDIA dice ad Assuero :

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Serenissimo principe e signore,
Questi tuo' servidor da te chiamati
Son compariti a te con lieto core
Che par loro, ubidendo, esser beati;
E priegan l'alto Giove creatore
Che la Tua Maestà clemente guati

Con quell'occhio che 'l ciel regge e governa,
E dieti vita e gloria sempiterna.

Le lor persone e ciò ch'è in lor potere,
Benchè superfluo a proferirtel sia,

Detto l'hanno, e tue son, come è dovere ;
Comandi or ciò che vuol Tua Signoria.

Risponde il re ASSUERO:

Io ho singularissimo piacere

Veder si bella e nobil compagnia ;
Vedrovi a maggior agio; or vi posate,
E' piacer vostri pel regno pigliate.

E' baroni si levano, e l'ARALDO si fa loro incontro e con rive

renzia dice:

Incliti regi e illustri signori,

Se piacessi alla vostra signoria

D' andar veggendo il regno drento e fuori,
Io vi farei volentier compagnia.

Risponde il RE DI ERMINIA all' Araldo:

Noi sentian tanto dir de' gran tesori,
De' be' giardini e della leggiadria
Di questo regno, che vorrem vedere.

Risponde l'ARALDO:

Venite dunque, egli è al vostro piacere.

Poi mostra loro il palazo e dice:

Quest' è il real palazo dove siete,
Quest' è l' erario del real tesoro,
E la bella città veder potete:
E tutto il regno è fatto a tal lavoro.

Risponde il RE DI ERMINIA :

Egli è incredibil quel che voi vedete:

Ma' più si vide tanto argento e oro;
El palazo è di perle preziose

Che a dirlo paion poi impossibil cose.

Il RE D' INDIA afferma e dice:

Io non credo che tutto l' orïente
Avessi mai l'ottavo margherite.

Risponde il RE DI ERMINIA:

Vedi, che questo re l' ha per nïente,
Come colui che ha ricchezze infinite.

Risponde l'ARALDO:

Se vi piace veder el rimanente

Del regno, e anche il bel giardin, venite.

Risponde il RE DI ERMINIA :

Andian, chè se riescon l' altre parte,

Rimasta è vinta e la natura e l'arte.

L'araldo gli mena al giardino e vanno veggendo, e il RE

D' INDIA maravigliandosi dice:

Questo è più là che ciò che può natura,

E l'arte nol potrà mai più rifare;
Tanto trapassa ogni umana misura
Che chi 'l vede nol può immaginare.

Risponde il RE DI ERMINIA :

La fama resta qui minore e scura
Che suol sempre la cosa amplificare.

E

pur si dice in questo luogo sono

Ciò che il resto del mondo è bello e buono.

Mentre che i baroni vanno veggendo, il re ASSUERO fa ordinare

il convito e dice a' suo' baroni:

Voi sapete, baron, che 'l giorno viene
Che s'à la nostra festa a cominciare :
Però il convito apparecchiare fie bene
E vuolsi tutti e' baron congregare;
Andate voi per lor, chè si conviene
Menargli accompagnati a festeggiare.

Risponde uno BARONE:

Vanno

Leggie è, signor, ciò che per te si vuole,

Però ubidirem le tue parole.

per loro e menangli e fannogli tutti sedere onoratamente, e il re ASSUERO dice:

VOL. I.

Quanto sia l'unione utile e degna

12

E quanto rechi a' regni onore e gloria,
Signor fratelli, la pruova lo insegna
Nè può cader della nostra memoria;
Felice è quello stato ov' ella regna

Et enne già pien d'esempli ogni storia :
Concordia el piccol regno alza e mantiene,
E per discordia el grande a nulla viene.
Questo pensando, adunque, mi prepuosi
Vedervi in questo luogo congregati,
E vo' pregar, benchè desiderosi,

Che ciascun sempre a questo insieme guati,
Benchè i fatti vi faccin gloriosi

E in molti casi siete assai provati,
E perchè insieme godiam questo stato
Che insieme abbiam con fatica acquistato.
Però goda ciascuno a suo piacere
E pigli in questo regno ogni diletto,
Ch'i 'l vo' con voi sempre insieme tenere
E vostro è come mio quant' arò retto,
E se alcuno vuol grazia ottenere
Chiegala lieto a me sanza sospetto,

E, quanto io posso, a ciascun sia concesso,
E, s' io il sapessi, i'gliel darei io stesso.

Risponde il RE DI ERMINIA:

La industria tua, signor, e il grande ardire
Ti fecion acquistar questo gran regno;
Giustizia or ti mantien e fa fiorire

E di gloria immortal t' ha fatto degno;
La tua proferta, o magnanimo sire,

Di buon cuore accettiamo, et ogni ingegno
Porremo a fare ogni tuo desiderio;

Vivi in eterno te e il tuo imperio.

Dipoi si pongono a mensa e cominciano a mangiare; e dopo alquanto spazio ASSUERO chiama Emanuch e alquanti de' principali con cenni di mano, e accenna silenzio, e dice:

Io veggio, secretarii, al mio conspetto
Tutto il senno del regno e la forteza,
Né altro manca, secondo il mio concetto,
Che 'l supremo mostrar d'ogni belleza ;
Per far dunque compiuto ogni diletto
Per la reina andate con presteza:

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