Finita l'annunziazione1 il re AssUERO è in sedia e dice a'suoi Compagni e figliuo' miei, baron diletti, Però che 'l re che largamente dona Però, vi piaccia un po' di rassegniare Dove i' voglio ch' ognun presente sia; Dunque, cancellier nostro, scriverrai Con quel leggiadro stil che si conviene. 1 Nelle edizioni che esempliamo manca il Prologo o Nunziazione. Soltauto nella stampa di Siena, Loggia del Papa, precede un « Prologo o Nunziazione che si può recitare da un fanciullo o da qualsivoglia altra persona con quell' abito e con quel l'accompagnatura che più piacerà. 2 Le edizioni di Siena: e' tristi. El cancellieri e lo scalco s'inginochiano e vanno via a sue Chiamami qua corrieri e cavallari, Risponde il MAESTRO: Ecco costoro; e voglion pur danari E sanz' essi non voglion camminare. Risponde il CANCELLIERI: Pagagli ben, chè usanza è de lor pariamant and Uno CORRIERI dice al cancellieri: Messer, se vuoi ch'i' vadi così in fretta fansin. Il CANCELLIERI dice a uno corrieri: Va via, tu, piglia inverso India la via, Poi dice a un altro: Tu cerca i Parti e' Medi di Caldea. Poi ne va al re e inginochiandosi, dice: 1 Scritte ho, signor, molte lettere e brievi Risponde il RE: Bene sta: fate ch' ogniun si ricevi, Risponde lo SCALCO : Fatto ho, monarca sacro, il tuo volere, 1 L'edizione di Benvenuto: Tu cerca i Parti e' Medi e la Caldea. Dipoi il re si muta uno bel vestire, e in tanto comincia a comparire gente; el re d' India e il re d' Etiopia e il re di Erminia, e tutti con molti signori bene accompagnati, e giunti dinanzi ad Assuero tutti s'inginochiano; e il RE D' INDIA dice ad Assuero : Serenissimo principe e signore, Con quell'occhio che 'l ciel regge e governa, Le lor persone e ciò ch'è in lor potere, Detto l'hanno, e tue son, come è dovere ; Risponde il re ASSUERO: Io ho singularissimo piacere Veder si bella e nobil compagnia ; E' baroni si levano, e l'ARALDO si fa loro incontro e con rive renzia dice: Incliti regi e illustri signori, Se piacessi alla vostra signoria D' andar veggendo il regno drento e fuori, Risponde il RE DI ERMINIA all' Araldo: Noi sentian tanto dir de' gran tesori, Risponde l'ARALDO: Venite dunque, egli è al vostro piacere. Poi mostra loro il palazo e dice: Quest' è il real palazo dove siete, Risponde il RE DI ERMINIA : Egli è incredibil quel che voi vedete: Ma' più si vide tanto argento e oro; Che a dirlo paion poi impossibil cose. Il RE D' INDIA afferma e dice: Io non credo che tutto l' orïente Risponde il RE DI ERMINIA: Vedi, che questo re l' ha per nïente, Risponde l'ARALDO: Se vi piace veder el rimanente Del regno, e anche il bel giardin, venite. Risponde il RE DI ERMINIA : Andian, chè se riescon l' altre parte, Rimasta è vinta e la natura e l'arte. L'araldo gli mena al giardino e vanno veggendo, e il RE D' INDIA maravigliandosi dice: Questo è più là che ciò che può natura, E l'arte nol potrà mai più rifare; Risponde il RE DI ERMINIA : La fama resta qui minore e scura E pur si dice in questo luogo sono Ciò che il resto del mondo è bello e buono. Mentre che i baroni vanno veggendo, il re ASSUERO fa ordinare il convito e dice a' suo' baroni: Voi sapete, baron, che 'l giorno viene Risponde uno BARONE: Vanno Leggie è, signor, ciò che per te si vuole, Però ubidirem le tue parole. per loro e menangli e fannogli tutti sedere onoratamente, e il re ASSUERO dice: VOL. I. Quanto sia l'unione utile e degna 12 E quanto rechi a' regni onore e gloria, Et enne già pien d'esempli ogni storia : Che ciascun sempre a questo insieme guati, E in molti casi siete assai provati, E, quanto io posso, a ciascun sia concesso, Risponde il RE DI ERMINIA: La industria tua, signor, e il grande ardire E di gloria immortal t' ha fatto degno; Di buon cuore accettiamo, et ogni ingegno Vivi in eterno te e il tuo imperio. Dipoi si pongono a mensa e cominciano a mangiare; e dopo alquanto spazio ASSUERO chiama Emanuch e alquanti de' principali con cenni di mano, e accenna silenzio, e dice: Io veggio, secretarii, al mio conspetto |