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professore di diritto internazionale e costituzionale
nella R. Università di Modena

professore di diritto costituzionale nella R. Università di Napoli
Avvocato presso la Corte di Cassazione.

Quia res fere sine exitu futura est, propter
naturalem hominum ad dissentiendum fa-
cilitatem. Ulpiano, ( L. 17, 5, 6, tit. 8,
Lib. IV Dig: de recept: qui arbitr: )

NAPOLI

Stabilimento Tipografico dei fratelli de Angelis
Vico Pellegrini 4 p. p., e Portamedina 44.

1872

ISTIT TO UNIVERSITARIO

DUE TO PURELICO

ENTIAINA DELLO STATO

RAGIONI DEL PRESENTE SCRITTO

A coloro, che in una nazione sono preposti ad uffizii di pubblico insegnamento non si può dare occasione più bella e più onorata, quanto è quella di porre il loro diligente studio a servizio della giustizia e della pubblica pace. La quale occasione torna ancora più lodevole e bella, se tal ministerio di dar sentenza intorno i pubblici negozii e le civili controversie non si arresta nei termini patrii; ma trascende ad argomenti, che riguardano la socialità degli stati e delle nazioni e si propone di conservare la loro naturale amicizia e felice concordia pel bene loro peculiare e per quello dell' universale perfezionamento.

In questo secondo caso la maggiore difficoltà del subbietto è temperata dalla maggiore serenità di mente, che conserva lo scrittore, imperciocchè

nella trattazione delle cose, che agitano lo stato, accade raramente che alcuno scrivendo col miglior proposito d'imparzialità non isfoghi ordinariamente quegli umori, che in una repubblica anche molto stabile e ferma crescono tra le parti politiche; mentre uscendo dallo Stato per comparire cittadino della massima società delle nazioni più facilmente si conservano la mente, i modi e gli atti del coscienzioso scrittore, il quale bilancia ogni cosa senza tema di cedere alle inchieste del vivere politico, alla forza della pubblica opinione imperante.

A corroborare questa verità con esempii voglio rammentare quanto fu proposto da un illustre pubblicista intorno la controversia pendente sotto il nome generico dell'Alabama tra le due maggiori nazioni del mondo, l'Inghilterra e l'America.

Non appena il governo americano, ricompo

sta l'unità federale della patria col valore delle armi, chiese al Gabinetto di S. Giacomo la riparazione de'torti a lui fatti, durante la guerra civile lungamente combattuta, il Lieber propose che la Facoltà di diritto di una delle celebri Università di Europa fosse scelta dai governi dei due paesi a dar sentenza come tribunale di arbitri. Egli raccomandò la precedente proposta con le seguenti considerazioni.

Dopo di aver rammentato i diversi modi di

porre fine ai conflitti internazionali, dato preferenza all' arbitrato ed esposto gl'inconvenienti derivanti dalla scelta di re costituzionali, scrisse siffattamente dei governi inglese ed americano:

<< Ma se essi desiderano realmente di por fine alle loro controversie in conformità dei principii del diritto si troverà da codesto lato o da quello orientale dell' atlantico un sol uomo di lingua inglese, che dubiterebbe che una facoltà di diritto, come quella dell' Università di Berlino col suo eminente giureconsulto internazionale Heffter; o se la Russia fosse ricusata come potenza troppo importante, che la facoltà di diritto di Heidelberg o quella di Leida non fosse ancora più competente per determinare le controversie di un Imperatore o di una qualsiasi Repubblica? Una Repubblica come tale non saprebbe decidere e pur dovrebbe riferirsene ad una Commissione. Una Facoltà di diritto, specialmente quella di una Università celebre in uno Stato secondario, sembra costituire un tribunale più conveniente di qualsiasi altro immaginabile collegio per il giudizio di un gran numero, forse del più gran numero delle grandi questioni internazionali. Sembra che sia naturalmente chiamata a queste altre funzioni. Così la designazione di una Facoltà di diritto come tribunale di arbitrato

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