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E però se Caron di te si lagna

Ben puoi saper omai che il suo dir suona.»>
Finito questo, la buja campagna

Tremò si forte, che dello spavento

La mente di sudore ancor mi bagna.
La terra lagrimosa diede vento,

Che balenò una luce vermiglia,

La qual mi vinse ciascun sentimento;
E caddi come l' uom cui sonno piglia.

129. SUONA: significa. Le parole di Caronte, v. 88 e seg, volevan dire che Dante non fosse de' dannati.

130. BUJA CAMPAGNA: buja la chiama, perchè ivi non ha nè sole nè stelle; e ancora buja per la oscurità de' peccati. Anon. Fior.

132. MENTE: memoria dello spavento avuto.

133. LAGRIMOSA: bagnata dalle lagrime de' dannati.

134. BALENÒ: veggendo l' anime ch' erono in inferno giugnere altre anime, si contristorono della loro venuta, et ancora rimorse della loro coscienza. Et di questo contristare nacque uno romore tra loro, dolendosi, et battendosi, et movendo alte le voci; il quale romore mosse l'aria et creò vento, come detto è: et questo movimento d'aria, questo vento percosse ne' fuochi, che si debbe immaginare essere in quello luogo, il quale vento movendogli gli rischiarò; et quello chiarore percosse nell' aria, et a modo d' uno baleno fè divenire quella aria vermiglia. Anon. Fior.

In qual modo Dante dopo il rifiuto di Caronte passasse all' altra riva dell' Acheronte egli non ce lo dice. Il suo passaggio ebbe luogo durante il suo sonno. La opinione più verisimile si è che egli sia stato portato all' altra riva da un' angelo mentre dormiva. Questa opinione, osserva il Blanc, è confermata primieramente dal passo al tutto simile Inf. IX, 64 e seg. E già venia su per le torbide onde, dove altresì un' angelo leva gli ostacoli frapposti dagli spiriti infernali, e v' è pure come quì un greve tuono, un suon di spavento, un terremoto, per cui tremoran ambedue le sponde, un vento impetuoso. E si riscontra con quel che riferisce S. Matteo XXVIII, 2: Ed ecco, si fece un gran tremoto, perciocchè un' angelo del Signore scese dal cielo. In secondo luogo Dante nel Purg. IX, 52. si fa portare da Lucia appunto nella guisa medesima alla porta del Purgatorio. Finalmente convien pure osservare che l'apparizione dell' angelo è in qualche modo l' adempimento delle parole di Virgilio a Caronte, v. 9496. In quanto al senso allegorico di questo passo, basti ricordare che secondo le dottrine scolastiche le prime operazioni della grazia divina sono misteriose. Vedi pure S. Giovanni III, 8: Il vento soffia ove egli vuole, e tu odi il suo suono, ma non sai onde egli viene, nè ove egli va; così è chiunque è nato dello Spirito.

CANTO QUARTO.

CERCHIO PRIMO: LIMBO. BAMBINI ED ADULTI MORTI SENZA BATTESIMO. PATRIARCHI, POETI, ILLUSTRI, EROI E FILOSOFI ANTICHI.

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Ruppemi l'alto sonno nella testa

Un greve tuono, sì ch' io mi riscossi
Come persona che per forza è desta.
E l'occhio riposato intorno mossi
Dritto levato, e fiso riguardai

Per conoscer lo loco dov' io fossi.
7 Vero è che in su la proda mi trovai
Della valle d'abisso dolorosa,

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Che tuono accoglie d' infiniti guai.
Oscura, profonda era e nebulosa

Tanto, che, per ficcar lo viso al fondo
Io non vi discerneva alcuna cosa.

«Or discendiam quaggiù nel cieco mondo»,
Cominciò il poeta tutto smorto;

«Io sarò primo, e tu sarai secondo.<«<

16 Ed io, che del color mi fui accorto,

1. ALTO SONNO: il sonno profondo, di cui fece menzione alla fine del canto antecedente.

2. UN GREVE TUONO: il tuono d'infiniti guai, del quale parla v. 9. 4. RIPOSATO: nel sonno.

5. DRITTO LEVATO: poichè nella fine del canto antecedente egli era caduto come l' uom cui sonno piglia. FISO: avv. fissamente, attenta

mente.

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PRODA: sponda, orlo.

11. PER FICCAR: per quanto spingessi lo viso li occhi, la vista, al fondo di quella valle oscura.

13. CIECO: nero, buio, fosco.

15. IO SARÒ PRIMO: Io andrò avanti e tu mi seguirai. «E così fu secondo verità, chè Virgilio, descrivendo l' Inferno nel sesto libro della Eneida, fece a Dante via in questa sua opera.» Brg.

16. ED 10: ed io che mi accorsi del pallido colore di Virgilio e lo giudicai effetto di timore e di spavento.

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Dissi: «Come verrò, se tu paventi

Che suoli al mio dubbiare esser conforto?»
Ed egli a me: »L' angoscia delle genti
Che son quaggiù nel viso mi dipigne
Quella pietà che tu per tema senti.
22 Andiam; chè la via lunga ne sospigne.»>
Così si mise e così mi fe' entrare

Nel primo cerchio che l' abisso cigne.
25 Quivi, secondo che per ascoltare,

Non avea pianto, ma' che di sospiri,
Che l'aura eterna facevan tremare;

28 Ciò avvenia di duol senza martiri

Ch' avean le turbe, ch' eran molte e grandi,
D' infanti e di femmine e di viri.

31 Lo buon maestro a me: «Tu non dimandi
Che spiriti son questi che tu vedi?

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Or vo' che sappi, innanzi che più andi,
Ch' ei non peccaro; e s' elli hanno mercedi
Non basta, perchè non ebber battesmo
Ch'è parte della fede che tu credi;
E se furon dinanzi al Cristianesmo,

18. DUBBIARE: dubitare.

21. PER TEMA SENTI: giudichi esser timore. Non tema, bensì pietà, compassione lo aveva fatto diventar pallido, tanto più, che egli stesso era in quest' angoscia.

22. LA VIA LUNGA: che noi abbiamo a fare; NE SOSPIGNE: ci stimola ad affrettarci.

24. NEL PRIMO CERCHIO: nel Limbo, dove sono coloro che morirono senza battesimo, i savii e gli eroi. In questo primo cerchio non è la pena del senso, ma solo del danno. -CIGNE: circonda.

25. SECONDO CHE: secondo che ascoltando si poteva comprendere; modo ellittico.

26. NON AVEA: non vi era. - MA' CHE: fuorchè. Ma' che è in origine il lat. magis quam, del quale i provenzali fecero mais que, gli spagnuoli mas que, e gli italiani antichi ma' che, nel senso di più che e di se non che. Così pure Inf. XXVIII, 66:

E non avea ma' che un orecchia sola.

28. DUOL SENZA MARTIRI: dolore interno, o dello spirito, senza tormenti esterni. Il limbo è luogo di solo lutto, mentre all' incontro tutti gli altri cerchi infernali sono pieni di duolo e di tormento rio. Inf. IX, 111. 29. MOLTE E GRANDI: Molte quanto alla diversità loro, grandi poichè in ciascuna era una gran moltitudine di anime.

30. INFANTI: pargoli morti senza battesimo. - VIRI: uomini.

33. ANDI: vadi; è ando verbo usato dagl' antichi che in lugo di vo, rai, ra, diceano ando, andi, anda. Dan.

34. NON PECCARO: cioè attualmente. - MERCEDI: meriti di bene. 36. PARTE: al. porta; ma one hundred and thirty-eight Codici examined did not afford a single example of the second reading. Barlow. Il battesimo si chiama bensì janua sacramentorum, ma non una volta sola janua fidei. Bene l' An. Fior: Il battesimo è uno degli articoli della fede, et è necessario ut in Symbolo: Et in unum sanctum baptisma.

Non adorar debitamente Dio.

E di questi cotai son io medesmo.
40 Per tai difetti, e non per altro rio,
Semo perduti, e sol di tanto offesi,
Che senza speme vivemo in disío.»>
Gran duol mi prese al cor quando lo intesi,
Però che gente di molto valore

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Conobbi che in quel limbo eran sospesi.
<«<Dimmi, maestro mio, dimmi signore,»
Comincia' io, per voler esser certo
Di quella fede che vince ogni errore;
«Uscicci mai alcuno, o per suo merto
O per altrui, che poi fosse beato?»>

E quei, che intese il mio parlar coverto,
52 Rispose: «Io era nuovo in questo stato,
Quando ci vidi venire un possente

Con segno di vittoria incoronato. 55 Trasseci l'ombra del primo parente,

38. NON ADORAR: Perciocchè, avendo conosciuto Iddio, non però l'hanno glorificato, nè ringraziato, come Dio; anzi sono invaniti ne' lor ragionamenti, e l'insensato lor cuore è stato intenebrato. A' Romani I, 21.

40. PER TAI DIFETTI: di battesimo e di fede. RIO: reità, colpa. Ved. Purg. VII, 25 e seg.

41. SEMO: siamo.

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PERDUTI: avendo perduto Inf. III, 18. SOL DI TANTO: tmesi per: soltanto di. tanto offesi di ciò, che senza speme, ecc.

il ben dello intelletto, La sentenza è: E sol

42. CHE SENZA SPEME ecc.: La nostra pena consiste solamente in questo, che noi viviamo in continuo desiderio della beata visione di Dio senza speranza di giammai ottenerla.

46. SIGNORE: La compassione dello stato di Virgilio sentita da Dante, rende ragione di questo doppio titolo, ch'è una lode delicata e pietosa. Tomm.

48. DI QUELLA FEDE: cristiana, e specialmente dell' articolo della discesa di Cristo agli inferi. CHE VINCE: rispondendo ad ogni dubbio. 49. USCICCI: del Limbo; al. uscinne.

50. PER ALTRI: di Cristo. S. Pietro, nella 1. Ep. III, 18 e seg. scrive: Cristo mortificato in carne, ma vivificato per lo spirito, andò già e predicò agli spiriti che sono in carcere.»> Gli scolastici insegnarono che Cristo nell' intervallo di tempo fra la sua morte e risurrezione sia ito al Limbo a liberare le anime dei Santi del vecchio patto. «Venit ergo Dominus ad infernum superiorem, ut redimeret captivos a tyranno, ut dicitur: Dices his, qui vincti sunt: Exite, et his qui in tenebris sunt: Relevamini. Vinctos vocat, qui erant in poenis, alios vero in tenebris, quos omnes absolvit et in gloriam duxit rex gloriæ.» Elucidar. 64.

51. COVERTO: accennante alla scesa di Cristo al limbo, senza parlarne chiaramente.

52. NUOVO: Virgilio morì il 22 Settembre dell' anno 19 a. Ch. n.; egli si ritrovava adunque da circa cinquant' anni nel limbo, quando Cristo vi discese.

53. UN POSSENTE: Cristo. «Ogni podestà mi è data in cielo ed in terra.» Matt. XXVIII, 18.

54. SEGNO DI VITTORIA: la croce. Allude forse all' In hoc signo vinces nella visione di Costantino. INCORONATO: «veggiamo coronato di gloria e d' onore, per la passion della morte, Gesù.» Ebr. II, 9.

55. TRASSECI: ne trasse, cioè dal limbo. PRIMO PARENTE: Adamo.

D' Abel suo figlio, e quella di Noè,
Di Moisè legista e ubbidiente;
58 Abraàm patriarca e David re,

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Israel con lo padre e co' suoi nati
E con Rachele per cui tanto fe',
Ed altri molti; e feceli beati.

E vo' che sappi che, dinanzi ad essi,
Spiriti umani non eran salvati.»

64 Non lasciavám l' andar perch' ei dicessi,
Ma passavám la selva tuttavía,

La selva dico di spiriti spessi.

67 Non era lungi ancor la nostra via

Di qua dal sonno, quand' io vidi un foco
Ch' emisperio di tenebre vincia.
70 Di lungi v' eravamo ancora un poco,
Ma non sì ch' io non discernessi in parte
Che orrevol gente possedea quel loco.
«O tu che onori e scienza ed arte,
Questi chi son, ch' ànno cotanta orranza
Che dal modo degli altri li diparte?»

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28.

57. LEGISTA: legislatore del popolo d' Israele. UBBIDIENTE: a Dio. 59. ISRAEL: il patriarca Giacobbe, figlio di Isaac, vedi Genesi XXXII, LO PADRE: Isacco. SUOI NATI: i suoi dodici figlinoli e Dina sua figlia. 60. RACHELE: seconda moglie di Giacobbe. TANTO FE': avendo servito per lei sette anni, o propriamente quattordici. Vedi Genesi XXIX, 16 e seg.

62. DINANZI AD ESSI: prima di questi.

63. NON ERAN SALVATI: erano esclusi dal Paradiso.

64. PERCH' EI DICESSI: quantunque Virgilio parlasse. DICESSI: di

cesse.

65. TUTTAVIA: In Provenz. Tota via val sempre. Quindi i nostri scrittori l'adoperano in tale significanza. Di Siana. — SELVA: calca di spiriti. 68. DI QUA DAL SONNO: cioè di qua da quello luogo ove io dormi. An. Fior. E dice che non era ancora passato molto spazio di tempo per loro, dachè elli si dessidò (= desto). Lan. Così pure il Daniello, Bocc., postill. Cassin., Buonanni ecc. Altri: di qua dal sommo: non lontani dal fiume da cui ci partimmo, ch' era più in alto se la valle era fonda.

69. VINCIA: da vincere vinceva. In una regione che risplende in mezzo alle tenebre, stanno le anime di coloro ch' ebbero virtù naturali, ma senza la fede vera; le quali virtù raggiarono appunto come una luce che rompeva le tenebre de' luoghi e tempi in cui vissero. Tom.

70. DI LUNGI: da quel fuoco.

72. ORREVOL: onorevole. - POSSEDEA: Occupava quell' emisperio rischiarito dal fuoco.

73. O TU CHE ONORI: Virgilio onora la scienza, stantechè per lo suo volume si può venire in cognizione scientifica; ed egli onora l' arte, poichè per lo detto volume si può venire in perfezione di arte. Così Lan. Si osservi inoltre che Virgilio nella D. C. è il simbolo della sapienza umana.

74. ORRANZA: onoranza, onore, come orrevole per onorevole, onrata per onorata; sovente appo gli antichi.

75. DAL MODO: dalla condizione degli altri spiriti che non gioiscono di alcuna luce.

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